Final Portrait - L'arte di essere amici
Final Portrait - L'arte di essere amici

Final Portrait – L’arte di essere amici di Stanley Tucci con Armie Hammer al cinema


Al cinema il ritratto del pittore Alberto Giacometti e la storia di un'amicizia tra due uomini profondamente diversi, Giacometti stesso e lo scrittore James Lord.

E' al cinema dal 8 febbraio 2018  Final Portrait – L'arte di essere amici, il film scritto e diretto da Stanley Tucci interpretato da Geoffrey Rush, Armie Hammer, Tony Shalhoub, Sylvie Testud, Clémence Poésy. E' il ritratto del pittore Alberto Giacometti e la storia di un'amicizia tra due uomini profondamente diversi, Giacometti stesso e lo scrittore James Lord, uniti da un atto creativo in costante evoluzione. Una storia che racconta anche le difficoltà del processo artistico – a tratti esaltante, a tratti esasperante e sconcertante – e pone una domanda sui fondamenti stessi dell'arte: il talento di un grande artista è un dono o una maledizione? 

Gail Egan ha prodotto Final Portrait per Potboiler Productions, insieme a Nik Bower per Riverstone Pictures e Ilann Girard per Arsam International. La Egan ha immediatamente sposato il progetto dopo aver letto la sceneggiatura di Stanley Tucci, tratta da un romanzo autobiografico di James Lord, Un ritratto di Giacometti. Il libro racconta l'ultimo incontro tra Alberto Giacometti e James Lord, un giovane e facoltoso americano che aveva fatto amicizia con l'artista, già avanti con gli anni, durante una delle sue frequenti visite a Parigi. I due erano amici da più di dieci anni quando Giacometti chiese a Lord di posare per quello che sarebbe diventato il suo ultimo ritratto. Giacometti gli promise che sarebbe stato un lavoro di un pomeriggio: in realtà, il ritratto richiese 18 lunghe e tormentate sedute. Il lavoro terminò solo quando Lord disse a Giacometti che non poteva più né aggiungere né togliere niente a quel dipinto. Giacometti regalò il ritratto a Lord come gli aveva promesso. Voleva dipingerne un altro, ma morì due anni dopo: i due uomini non si sarebbero mai più incontrati. Il dipinto fu venduto nel 1990 per oltre 20 milioni di dollari.

Giacometti era uno dei pittori preferiti da Gail Egan, che ha voluto subito leggere il copione, soprattutto dopo avere scoperto che Geoffrey Rush avrebbe interpretato il protagonista. "Era scritto benissimo", ricorda, "e mi è sembrato che cogliesse perfettamente l'essenza di quello che significa essere un artista. Mi è piaciuto molto e ho chiesto a Stanley se potevo aiutare a realizzarlo".

Il resto del cast è stato scelto dalla direttrice del casting Nina Gold, compreso Armie Hammer, che le è apparso subito perfetto per interpretare Lord (anche se sulle prime Tucci lo riteneva troppo bello). "Armie era la controparte ideale per il Giacometti di Geoffrey. Dopo averlo incontrato una volta, Stanley non ha più avuto dubbi: Armie era dei nostri", racconta la Egan. "Stanley voleva a tutti i costi due attrici francesi per i ruoli di Annette e Caroline", prosegue la produttrice, "e siamo stati fortunati, perché Sylvie Testud e Clémence Poésy hanno letto il copione e se ne sono subito innamorate". La Testud interpreta Annette, la moglie trascurata e sofferente di Giacometti; mentre la Poésy è Caroline, la prostituta che divenne musa, amante e ossessione di Giacometti. Tony Shalhoub è stata la prima scelta di Tucci per Diego, il fratello dell'artista. "Non conoscevo Tony", spiega la Egan, "e avevo suggerito a Stanley di interpretare lui, Diego. Ma Stanley aveva deciso di non recitare nel film, per concentrarsi sulla regia". E conclude: "Stanley ha voluto Tony fin dall'inizio e aveva assolutamente ragione: è stato meraviglioso."

La Egan è altrettanto entusiasta del cast tecnico. "Siamo stati davvero fortunati a poter contare su professionisti di così grande talento. Sono certa che a convincerli siano stati la simpatia di Stanley e la sua bellissima sceneggiatura".

Il film è stato girato in sole quattro settimane presso i Twickenham Studios e in esterni a Londra, che è servita da controfigura di Parigi nel 1964. Una tappa fondamentale è stata ricreare lo studio di Giacometti, dove si svolge buona parte dell'azione. Si è scelto di ricostruire lo studio sul set, disegnato dallo scenografo James Merifield, anziché girare in uno studio vero,  che sarebbe stata l'opzione più economica. Ma sul set, spiega la Egan, "il direttore della fotografia Danny Cohen e il tecnico delle luci Paul McGeachan, hanno potuto progettare un impianto luci che ci ha consentito di girare a qualsiasi ora del giorno. Bastava premere un bottone e passavamo dalle nuvole al sole, o dalla mattina alla sera e viceversa. Fantastico".

Final Portrait – L'arte di essere amici al cinema dall'8 febbraio, distribuito da BIM Distribuzione.

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