Fleabag
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Fleabag, quale e’ la serie vincitrice di quattro Emmy?


Fleabag e' la serie co-prodotta da Amazon Studios che ha fatto incetta degli Emmy: ma a cosa si deve tutto questo successo di critica?

Fleabag è una serie co-prodotta da Amazon Studios che, la scorsa settimana, ha sbancato agli Emmy per la sezione legata al mondo comedy, portandosi a casa ben quattro premi: miglior commedia, miglior regia per una serie comedy, miglior sceneggiatura per una serie comedy e miglior interprete.

Fleabag nasce, in realtà, come uno spettacolo teatrale, che porta la firma di Phoebe Waller-Bridge, che nella serie televisiva disponibile su Amazon interpreta la Fleabag del titolo, una ragazza trentatreenne con una fissazione con il sesso, un trauma alle spalle e una famiglia in qualche modo disfunzionale, che tenta di sopravvivere alla Londra dei giorni nostri.

La serie, infatti, segue proprio la vita di Fleabag: i suoi incontri fisici, gli uomini che le ruotano intorno, il difficile rapporto con il padre rimasto vedovo (Bill Paterson) e la crudele matrigna (Olivia Colman, recentemente vista in La Favorita), la strana complicità con la sorella Claire (Sian Clifford), sposata con Martin (Brett Gelman), che di certo non è il marito che vorremmo per nostra sorella. Nella seconda stagione al cast si aggiunge anche Andrew Scott (il Moriarty della serie BBC con Benedict Cumberbatch Sherlock) nei panni di un prete cattolico, ingaggiato per celebrare lo sposalizio tra il Padre e la Matrigna, con il quale Fleabag svilupperà un rapporto non proprio canonico per un rappresentante del clero cattolico.

Al momento sono disponibili due stagioni di Fleabag, ognuna composta da un totale di sei episodi che si aggirano intorno ai venticinque minuti di durata, canonici per una comedy. La serie ha avuto un riscontro molto forte e positivo da parte della critica internazionale, che non si è palesato solo attraverso la vincita degli Emmy, ma anche attraverso il punteggio ottenuto su Rotten Tomatoes, dove ha una percentuale del cento per cento di recensioni positive. Ma cos'è che affascina così tanto di questa serie?

In realtà, a guardare solo il primo episodio sarebbe lecito porsi la domanda. Sicuramente Fleabag si impone immediatamente con la libertà con cui decide di trattare la sessualità femminile. Si tratta, dunque, di una sorta di discendente della rivoluzione che aveva portato Sex and The City ai suoi tempi. Ma se nelle avventure di Carry il sesso era sempre visto come fare l'amore – non a caso il personaggio di Samantha, quello più libertino, era anche quello trattato con toni più ironici e quasi parodistici – in Fleabag la protagonista vive il sesso per quello che è: la ricerca del piacere. Al punto che Fleabag decide di "liberarsi" del suo partner sessuale e masturbarsi, consapevole di essere più brava nel procurarsi piacere.

Questa rivoluzione televisiva, nei primi 2/3 episodi di Fleabag, però, rischia di apparire come un semplice esercizio di stile. Un tentativo di sconvolgere ad ogni costo e di far ridere con il costrutto secondo il quale il corpo di una donna anela il desiderio tanto quanto quello di un uomo, a prescindere da quello che la società ha tentato di imporre. Lo spettatore viene quindi trascinato in una sceneggiatura sì originale e brillante, ma che sembrava vuota e, appunto, volta solo a mostrare la bravura e l'innovazione di chi l'aveva ideato.

Un discorso simile si può fare alla scelta registica di far sì che Fleabag guardi in macchina continuamente, che parli con lo spettatore come se fosse il suo migliore amico, il suo confidente. Si tratta di scelte precise ma che, appunto, nei primi episodi, sembra essere quasi auto-referenziale. I primi due episodi di Fleabag, insomma, sembravano essere più indirizzati alla forma che al contenuto, facendo sì che il pubblico ne rimanga in qualche modo distante, con uno sguardo quasi chirurgico.

Ma pian piano che la storia avanza e dettagli della vita e delle relazioni di Fleabag si fanno più evidenti, questa attenzione alla forma dimostra una piena consapevolezza e una sorta di sottomissione alla storia. Questa serie fatta di corpi intrecciati e di ricerca di orgasmi comincia a mostrare anche le  vene che pompano il sangue verso il cuore. Allora la scelta di mostrare una donna assetata di sesso, orfana di madre, con una famiglia che aspetta solo di vederla esplodere e fallire, diventa un po' la storia di tutti noi. La storia di una generazione fallita e dispersa, precaria e accecata dall'ansia per il proprio futuro, che non sa cosa fare, dove e andare. E che per questo si aggrappa con disperazione al bisogno di sentire un altro corpo, un'altra esistenza. Fleabag si aggrappa al sogno di avere qualcuno che le dica cosa fare, cosa scegliere; che le impedisca di corrompere errori, e di cadere di nuovo in trappole che, nel passato, l'hanno portata a rovinare la propria esistenza – dirvi di più, naturalmente, sarebbe incorrere nel rischio spoiler.

Il risultato dunque è una serie che rivoluziona l'idea di vedere le donne sul piccolo schermo e che si accompagna a scelte registiche che esasperano non solo il tono della commedia, ma anche la vicinanza dell'ansia della protagonista con quello dello spettatore. E allo stesso tempo è la storia profondamente umana di una donna che non crede in se stessa, che pensa di poter offrire al mondo solo il proprio corpo e che teme il momento in cui non sarà più attraente e nessuno la troverà più attraente. È la storia di personaggi che sfilano come maschere di una galleria del fallimento e della crudeltà, ognuno a suo modo, ognuno coi propri intenti.

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