Il Trono di Spade 6
Il Trono di Spade 6

Game of Thrones: tutte le stagioni, dalla peggiore alla migliore


In attesa dell'ultima stagione di 'Game of Thrones' ripercorriamo insieme alcuni degli eventi principali di Westeros, in una classifica delle sette stagioni disponibili finora

Ormai siamo davvero agli sgoccioli: dopodomani in America (bisognerà attendere le 3.00 del mattino del 15 Aprile in Italia) arriverà sugli schermi l'ottava e conclusiva stagione di Game of Thrones, la serie tratta dalla saga (ancora incompleta) dei libri di George Martin. Un addio che sta facendo alzare incredibilmente l'hype degli spettatori, che davvero non sanno cosa aspettarsi dalla stagione conclusiva di una serie che si è sempre fatta forte degli intrecci narrativi e politici presenti al suo interno.

Così, per ingannare l'attesa, abbiamo deciso di stilare una sorta di classifica delle sette stagioni di Game of Thrones andate in onda finora, partendo dalla peggiore per arrivare alla migliore. Va da sé che le scelte sono puramente soggettive e che ogni spettatore de Il trono di Spade ha le sue preferenze.

ATTENZIONE:
L'Articolo contiene tantissimi spoiler per chi non è in pari con la visione della serie televisiva. Se non avete visto tutte e sette le stagioni e proseguite con la lettura dell'articolo, lo fate a vostro rischio e pericolo

7 – La quinta stagione: il sole di Dorne

Se non ricordate esattamente quello che è successo nella quinta stagione di Game of Thrones non vi preoccupate: non è colpa vostra. La stagione numero cinque si trova infatti nel fondo di questa classifica perché, di fatto, è stata quella più dimenticabile. Sebbene avesse tutte le potenzialità per essere epica – per prima l'introduzione del mondo di Dorne, che nei libri è qualcosa di assolutamente splendido – la gestione dei tempi e dei ritmi è stata così disastrosa che alla fine di questa stagione rimane ben poco. Ovviamente stiamo parlando comunque di Game of Thrones, quindi momenti incredibili ci sono stati. Per citarne un paio: la caduta di Stannis o il tradimento perpetrato dai Guardiani della Notte nei confronti di Jon Snow.
Ma la stagione ha avuto davvero molti problemi legati alla lentezza. Ad esempio la maggior parte della storia di Daenerys a Meereen si basa su una serie di ripetizioni che la fanno apparire come la parte più debole della stagione. Ad Approdo del Re, invece, le cose vanno un po' meglio. Sebbene si abbia comunque l'impressione che gli autori abbiano scelto di "allungare il brodo", l'ascesa dell'Alto Passero, l'imprigionamento di Cersei e la sua camminata della Vergogna hanno comunque avuto il merito di tenere avvinto lo spettatore, soprattutto per quel che riguardava la vendetta che la Regina di casa Lannister avrebbe riservato ai suoi nemici.
Sansa, nel frattempo, diventa la sposa di Ramsay Bolton e ne subisce lo stupro: una scena di violenza gratuita, che è servita soprattutto a rendere più forte il legame tra Sansa e Reek (Theon Greyjoy). L'altra sorella Stark, invece, è a Bravoos, dove deve prendere parte all'addestramento per poter diventare uno dei membri degli Uomini senza volto. Ma il suo addestramento è persino più noioso della storia di Dany in questa stagione. Il punto più alto della stagione rimane comunque la parte finale: quando Jon viene tradito e pugnalato a morte.

6 – La seconda stagione: il caos a Westeros

Iniziamo dalle cose positive: la Battaglia delle Acque nere è stato un vero e proprio paradiso per gli occhi e la buona riuscita di questa parte della stagione è dovuta al fatto che Tyrion Lannister è sempre stato uno dei pochi personaggi in tutto Game of Thrones a non subire mai dei cali. Gli autori amano il Folletto e la cosa appare chiara da come il personaggio viene sempre tratteggiato. Tuttavia questa seconda stagione ha il problema opposto alla quinta: se in quest'ultima i tempi erano dilatati e lenti, nella seconda stagione accade troppo. Ci sono così tanti eventi, messi l'uno accanto all'altro, che alla fine risulta una stagione fin troppo caotica. Gli Stark e i Lannister entrano in guerra. Robb comincia a collezionare qualche vittoria e si innamora della bella e moraleggiante Talisa. Catelyn, nel frattempo, rapisce Jamie nella speranza di poterlo usare per riavere le sue figlie, Arya e Sansa. Il rapimento di Lady Catelyn sarà comunque fondamentale per la crescita e l'evoluzione del personaggio di Jamie, che, insieme a Sansa, è l'unico ad aver avuto un vero e proprio arco narrativo nel vero senso della parola. Nel frattempo Theon tradisce gli Stark per compiacere un padre che non si è mai curato di lui e prende Winterfell. Nel frattempo Renly viene ucciso dalla magia di Melisandre, davanti a Catelyn e Brienne. Quest'ultima, innamorata di Renly, si rifiuta di piegarsi a Stannis e giura fedeltà a Catelyn. In questa stagione c'è ancora l'incontro tra Jon e Ygritte, che dimostra la mancanza di percezione del mondo reale di Jon Snow, che appare come sempre trascinato dagli eventi: mentre pensa di aver catturato Ygritte è lui stesso ad essere un ostaggio della ragazza dai capelli di fuoco. Daenerys è a Qarth e la sua storia è così noiosa che pochi ricordi ne sono sopravvissuti: di certo uno di questi ricordi è legato al sogno che la madre dei draghi fa, in cui rivede il suo compianto sposo Khal Drogo. Scena che, da sola, salva la stagione.

5 – La quarta stagione: Le Nozze Porpora

Siamo sinceri sin dall'inizio e non prendiamoci in giro: questa stagione merita la visione solo per la soddisfazione che si prova nel veder morire Joffrey, finalmente! La quarta stagione è la seconda che riguarda il terzo libro della saga letteraria. Sembra uno scioglilingua, ma è così: autori e produttori, consapevoli del tantissimo materiale presente nel terzo libro e desiderosi di non commettere un caos come nella seconda stagione, scelsero di dividere il libro in due serie, la terza e la quarta. Una scelta abbastanza saggia, anche se questo ha comunque comportato dei tempi più dilatati.
Ad ogni modo Tyrion viene accusato dell'omicidio di Joffrey: per salvarsi la vita, il Folletto sceglie un processo per singolar tenzone e annuncia Oberyn Martell come proprio campione, mentre Cersei annuncia che il campione di casa Lannister sarà la Montagna, il fratello del Mastino. Un duello che fa comodo proprio a Oberyn, che vuol vendicarsi con la Montagna, responsabile di aver ucciso sua sorella Elia, moglie di Rhaegar Targaryen, e i due figli di lei. Nel duello Oberyn sembra avere la meglio, ma la vanità lo spinge ad abbassare la guardia, finendo con il cranio schiacciato. Tyrion viene quindi condannato a morte, ma suo fratello Jamie lo aiuterà a fuggire, non prima che Tyrion si prenda la vita di suo padre Tywin Lannister e la sua amante Shae, che lo aveva tradito durante il processo. In questa stagione, oltretutto, c'è una scena di una violenza così gratuita e di così cattivo gusto e con così poca aderenza con la coerenza del personaggio che basta, da sola, a far scivolare questa stagione più in basso di quanto avrebbe potuto essere: si tratta della scena in cui Jamie stupra Cersei davanti al corpo senza vita del figlio.
La storyline di Dany, intanto, riceve un colpo di scena quando scopriamo che Jorah Mormont, ormai innamorato perso di lei, è in realtà una spia mandata da Westeros, mentre la principessa dei draghi è costretta ad incatenarli quando si rende conto che Drogon ha cominciato a uccidere esseri umani.
Per quel che riguarda la storia di Bran sarebbe da definirla non pervenuta: questo è un problema che in realtà è presente anche nei libri. La storyline di Bran è, in definitiva, la cosa più noiosa di Game of Thrones. Procede con una lentezza snervante e non sembra mai portare a nulla. Ovviamente al punto dove siamo arrivati ora, con la settima stagione, ci sono state delle scoperte, ma il suo percorso è stato gestito davvero, davvero male. Ecco, se c'è qualcosa che in Game of Thrones non ha davvero mai funzionato è stato proprio il percorso di Bran, eccetto forse per una stagione.
Sansa nel frattempo ha ricevuto l'aiuto di Ditocorto ed è scappata da Approdo del Re. A questo punto della storia, ancora piena di traumi, Sansa è ancora sottomessa e placida. Non è ancora sbocciato il grandissimo personaggio che poi diventerà. Arya, intanto, sta viaggiando insieme al Mastino e la loro amicizia riempie lo schermo.

4 – La sesta stagione: Grande Inverno!

Con la sesta stagione cominciamo, in questa classifica, a parlare di stagioni che hanno davvero lasciato il segno nel cuore degli spettatori. Almeno secondo chi scrive. Ci sono così tanti punti altissimi in questa stagione che sarebbe difficile elencarli tutti. La serie, naturalmente, si apre con Melisandre che riporta in vita Jon Snow. Nei mesi precedenti alla messa in scena c'era chi era davvero preoccupato per il destino del Bastardo di Ned Stark, ma era chiaro come il Sole che la storia di Jon Snow non poteva concludersi per mano di un dodicenne arrabbiato. L'aspetto più positivo di questa stagione è stata la capacità di miscelare la brutalità necessaria in tempo di guerra ad alcuni momenti che puntavano solo sull'umano. Forse il punto debole di questa stagione è di nuovo Daenerys: la sua storia sembra aver rallentato il ritmo, probabilmente perché gli autori, sapendo che l'arrivo della regina dei draghi a Westeros avrebbe rappresentato un punto di svolta, hanno deciso di prendersi il loro tempo. Ma questa stagione merita la visione anche solo per la Battaglia dei Bastardi: una battaglia in cui Ramsay esce di scena, con Sansa che dimostra la sua forza. E, soprattutto, con Grande Inverno che, finalmente, torna nelle mani degli Stark. Vi sfidiamo a non aver avuto la pelle d'oca quando avete visto lo stendardo con il metalupo tornare a sventolare sopra Grande Inverno.
Inoltre questa stagione ci ha anche spinto tutti alle lacrime con la morte di Hodor e il suo Hold The Door, nel momento in cui finalmente la storia di Bran sembra avere una svolta. Cersei, intanto, si prende la sua vendetta contro l'Alto Passero e i Tyrell, facendo saltare in aria il tempio. Non può prevedere che la sua scelta spingerà suo figlio Tommen – l'unico rimasto, dopo l'omicidio di Myrcella per mano di Ellaria Sand – a toglirsi la vita, distrutto dal dolore per la morte di sua moglie Margaery. Ricordiamo che questa stagione di Game of Thrones è stata la prima a non poter fare affidamento sulla base letteraria, perché George Martin era troppo occupato per concludere il sesto libro (spoiler alert: siamo alla stagione otto, tre anni dopo, e la situazione è rimasta invariata). Molti temevano che la mancanza di una base potesse in qualche modo danneggiare lo show: HBO ha dimostrato di saper fare anche meglio.

3 – La settima stagione: la grande guerra

Sulla settima stagione cercheremo di non dilungarci troppo, dal momento che abbiamo pubblicato un articolo abbastanza dettagliato degli eventi, che trovate qui. Ad ogni modo la penultima stagione di Game of Thrones ha il merito di tenere sempre molto alto il ritmo, riempiendo lo schermo di eventi utili a far avanzare la storia: alcuni esempi sono l'uccisione di Ditocorto per mano di Sansa e Arya, Jamie che volta le spalle a Cersei, Jon che si scopre essere il legittimo erede al trono in quanto figlio di Rhaegar e, non da ultimo, la caduta della barriera per mano del Re della Notte, che ha potuto contare sull'aiuto di uno dei draghi di Daenerys, caduto in battaglia e abilmente riportato in vita come Estraneo, che fa cadere l'ultima difesa del Nord, dando il via alla Grande Guerra, mentre il Lungo Inverno è finalmente arrivato.
Punti deboli di questa storia sono la storia d'amore tra Missandei e Verme Grigio, che spreca minutaggio e (ma questo è gusto personale) l'inutile storia d'amore tra Jon e Daenerys.

2 – La terza stagione: Le Nozze Rosse

La terza stagione rappresenta la serie preferita di molti appassionati di Game of Thrones, e non a torto. È una stagione piena di punti di svolta, di colpi di scena e di snodi politici che, alla fine dei conti, ci hanno condotto esattamente dove siamo ora. Ovviamente l'evento più importante (e doloroso) di questa terza stagione sono state le Nozze Rosse, l'evento sanguinolento a casa di Walder Frey, in cui Robb Stark e Catelyn Stark vengono uccisi, per ripagare un'offesa e, soprattutto, per volere dei sempre presenti Lannister. Intanto Jon Snow comincia a prendere consapevolezza di se stesso e invece di lasciarsi semplicemente trascinare dagli eventi (caratteristica che, comunque, rimarrà invariata per tutto lo show) comincia a prendere decisioni su se stesso. Si innamora di Ygritte e comincia ad avere dei sensi di colpa perché, di base, sta facendo il doppio gioco. Theon viene torturato (forse un po' troppo) da Ramsay Bolton, mentre nel frattempo la relazione tra Jamie e Brienne si fa più profonda ( e assolutamente bellissima!)

1 – La prima stagione: dove tutto ha avuto inizio

Sarà per un mero discorso affettivo, ma la prima stagione rimane imprescindibile nel cuore di coloro che si sono innamorati di Game of Thrones. Qui abbiamo imparato a conoscere i personaggi, a muoverci nel mondo di Westeros. È in questa stagione che abbiamo visto Ned Stark cadere vittima dei tranelli dei Lannister e di Ditocorto, arrivando alla morte per decapitazione davanti agli occhi annientati delle due figlie. È in questa stagione che abbiamo imparato ad amare Daenerys (ah, i bei vecchi tempi in cui non era ancora diventata un bullo tanto simile a Cersei!), in questa stagione che l'abbiamo vista innamorarsi di Drogo.
È stata la prima stagione a insegnarci che, in Game of Thrones, sarebbe più saggio non affezionarsi a nessuno, perché non si può mai sapere quando il nostro personaggio preferito perderà la vita. Ed è in questa stagione, oltretutto, che assistiamo alla nascita dei draghi. Serve altro?

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