Giorni d'Estate
Giorni d'Estate

Giorni d’estate (Summerland), recensione film di Jessica Swale


'Giorni d'estate' è un film che racconta l'amicizia tra un bambino rifugiato e una donna dal cuore chiuso e duro: una storia di rivendicazione e riscoperta sullo sfondo della seconda guerra mondiale

Mentre a Londra il cielo viene devastato dalle esplosioni degli ordigni che hanno cadenzato il tempo durante la Seconda Guerra Mondiale, il giovane Frank (Lucas Bond) viene mandato via dalla capitale inglese, uno dei tanti bambini che le famiglie mettevano sui treni in direzione delle campagne, nella speranza di salvarli dagli orrori della guerra. Frank viene accolto da Alice (Gemma Arterton), una scrittrice burbera, arcigna, che sembra aver dimenticato come si articola un sorriso o che sapore abbia la felicità. Studiosa di storie e leggende, selvaggia come la scogliera su cui si affaccia la casa in cui vive, Alice non sembra la persona più adatta a prendersi cura di un bambino curioso e allegro come Frank. La comunicazione tra i due è molto spesso a senso unico e le battute con cui Frank cerca di alleggerire l'atmosfera vengono spesso accolte con commenti tutt'altro che gentili. Tuttavia, molto lentamente, il carattere aperto e curioso di Frank riuscirà a far breccia nel cuore di Alice, reso duro dal corso della vita, e tra i due nascerà un'amicizia che permetterà anche ad Alice di affrontare a viso aperto i fantasmi e le ferite di un passato mai davvero superato, con una storia d'amore colma di nostalgia.

Questa è, in breve, la trama di Giorni d'estate – Summerland, pellicola firmata da Jessica Swale che arriverà al cinema il prossimo 25 agosto con Movie Inspired. Il film si presenta agli occhi dello spettatore coi toni quasi fiabeschi di un'avventura ambientata in un mondo altro, un mondo magico e misterioso dove la guerra non riesce mai a fare davvero breccia. E forse è proprio l'ambientazione e la resa degli esterni il punto di forza del film, quel sine qua non che permette alla pellicola di affascinare chi guarda. Gli esterni, infatti, sono una vera e propria gioia per gli occhi, resi ancora più affascinanti da una fotografia che non mina a cambiare la realtà dei luoghi, ma ad abbracciarla quasi con un alone di magia e nostalgia, qualcosa che si trova a metà strada tra ciò che è reale e ciò che invece appartiene alla terra del sogno. In questo senso il titolo originale dell'opera, Summerland, è un chiaro indizio dell'atmosfera e del mood del film, richiamando una terminologia appartenente alla cultura Wiccan che rimanda alle cosiddette Terre D'Estate, una terra dove l'estate non conosce fine, un non-luogo pieno di energia, dove le divinità sono al loro  massimo, dove non esiste distinzione tra il bene e il male. Una terra che sembra adatta a descrivere i molti conflitti che si agitano nel petto di Alice e su cui non andiamo troppo a fondo per rischio di farvi spoiler e rovinare così la visione e la fruizione del film. 

Giorni d'estate – Summerland è inoltre una pellicola a tema LGBTQI+ che porta sullo schermo una rivendicazione femminile che passa anche attraverso l'accettazione dell'omosessualità (in cui ha molta importanza il personaggio interpretato da Gugu Mbatha-Raw) e nel racconto di una storia d'amore difficile e avvinta in quel senso di nostalgia che attraversa tutto il film e che da al film anche l'aspetto di un melodramma. E questo tono è forse uno degli aspetti meno riusciti di quest'opera, insieme alla lentenzza che porta a un ritmo altalenante che non sempre favorisce la completa fruizione ed empatia.

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