Il grande Gatsby
Il grande Gatsby

Il Grande Gatsby: note di produzione


Note di produzione del film Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann con Leonardo Di Caprio, Isla Fisher, Carey Mulligan, Tobey Maguire, Joel Edgerton. Dal 16 maggio nei cinema italiani.

Nick Carraway, il narratore (il quale, nel libro, è colui che scrive la storia di  Il Grande Gatsby – "Gatsby, l'uomo che da il nome al romanzo…"), descrive il suo vicino – l'oscuro e apparentemente corrotto ma al tempo stesso ambizioso e stimolante Jay Gatsby – come un uomo con "una sensibilità superiore alle promesse che la vita offre…una straordinaria dote di speranza…come non ho mai trovato in nessun altro e che credo non troverò mai. Per quasi un secolo, la storia di quel Gatsby, scritta da F. Scott Fitzgerald tra Long Island, New York e St. Raphael, Francia, a circa 15 miglia da Cannes tra il 1923 e il 1924, ha viaggiato attraverso il tempo e lo spazio, appassionando un gran numero di lettori in tutto il mondo.

Warner Bros. Pictures, in associazione con Village Roadshow Pictures, presenta Il Grande Gatsby, il film distribuito in Italia dal 16 maggio 2013 in RealD 3D, 3D e 2D dalla Warner Bros. Pictures Italia.

Lo scrittore-produttore-regista Baz Luhrmann ha avuto il suo primo incontro con Il Grande Gatsby sul grande schermo, nel 1974, nel remoto Heron's Creek, Australia, dove suo padre gestiva una pompa di benzina e, per poco tempo, un cinema. Passiamo direttamente al 2004. Gelo, Russia del Nord. Il clangore del treno sulle rotaie. Lame di luce attraversano i finestrini ghiacciati. "Avevo appena terminato le riprese di 'Moulin Rouge!' ed ero impegnato in una 'avventura rigenerante", ricorda Luhrmann. "Decisamente folle, avevo deciso di imbarcarmi sulla Trans-Siberian Express da Pechino, per attraversare la Russia del Nord fino a Parigi, per incontrarmi con mia moglie e la nostra neonata figlia, Lilly". E fu in Siberia, in una cabina non più grande di una scatola di sardine, che Luhrmann ebbe un nuovo contatto con  Il Grande Gatsby, questa volta sotto forma di un audio libro, uno dei due che si era portato con sé.

"Mi sono versato del vino, ho guardato fuori e vedendo scorrere la Siberia ho iniziato ad ascoltare. Sono andato a dormire alle quattro di mattina", ricorda Luhrmann. "Il giorno dopo, non vedevo l'ora che ritornasse sera per far ritorno alla mia scatoletta, svuotare una seconda bottiglia di vino ed ascoltare la parte finale. Una volta terminato mi sono accorto di tre cose: Uno, non conoscevo affatto Il Grande Gatsby; due, che era scritto in maniera strutturalmente concisa e, tre che se ne poteva fare un grande film. C'era però, anche un problema intrinseco – l'espressione della vita interiore di Nick Carraway, la sua voce interiore – ma era pur sempre un libro incredibilmente adatto per farne un film. Ho pensato, 'mi piacerebbe farne un film prima o poi'". E così, mentre il treno sferragliava sulle rotaie arrugginite, nacquero le prime immagini dell'adattamento di Il Grande Gatsby di Luhrmann.

Alla fine, Luhrmann ha unito le sue forze a quelle dei produttori Douglas Wick e Lucy Fisher i quali, come Luhrmann, avevano provato più volte ad assicurarsi i diritti per il film. "Abbiamo provato ad acquisire i diritti del libro per il film per circa due anni. Un lavoro molto complicato", dice la Fisher. "Poi un giorno abbiamo sentito bussare alla porta del nostro ufficio, era Baz Luhrmann che ci disse, 'Anche io sto provando a fare Il Grande Gatsby.' Ci sentivamo elettrizzati perché, secondo noi, non poteva esserci miglior regista per questo film. Il nostro sogno stava prendendo forma. Fummo immediatamente catapultati negli anni '20. Lavorare con Baz è come salire sulla macchina del tempo e trasferirti in un altro mondo".

Assicurarsi i diritti fu solo il primo passo, ma Luhrmann sapeva che alla fine il progetto sarebbe stato incentrato sul personaggio che da il titolo al film. Bisognava quindi trovare un attore che potesse esprimere la complessa anima di Gatsby, il suo sorriso, "uno di quei sorrisi rari, dotati di un eterno incoraggiamento ," e poi, in un batter d'occhio, diventare "come se avesse ucciso un uomo".

Dice Luhrmann, "Ho lavorato segretamente al progetto per un po', sapendo già in cuor mio chi avrebbe interpretato Jay Gatsby. Sul serio, non è stato poi così difficile pensare a qualcuno! Beh, vediamo – complesso, romantico, tenebroso, affascinante, un grande attore…". Leonardo DiCaprio, con il quale Luhrmann aveva già lavorato in "William Shakespeare's Romeo e Juliet", oltre ad essere considerato da Luhrmann un amico ed un collaboratore, fu la scelta ovvia.

"Avevo letto il libro alle superiori e la storia mi commosse parecchio", confida DiCapri, a proposito del progetto. "Ho ripreso in mano il romanzo quando Baz me ne ha dato una copia ed ho detto, 'Ho i diritti di questo'. Si trattava di un impresa ardua; avevamo la responsabilità di fare un film memorabile che sarebbe rimasto per sempre legato ad uno dei più grandi romanzi di tutti i tempi". Questo libro rivela un mondo ed una storia di New York, la città che Fitzgerald usava definire il suo "splendido miraggio", la città in cui trovò presto il successo  e l'ispirazione iniziale per il libro. Per Luhrmann e la carovana della Bazmark, la città ha rappresentato la prima critica tappa. In una suite dell'Ace Hotel di Midtown Manhattan, quindi all'angolo fra Canal e Broadway, al 24esimo e 26esimo piano di un palazzo al 401, Bazmark ha stabilito il suo laboratorio, includendo: sua moglie, il premio Oscar per i costumi e per le scenografie Catherine Martin, che ha collaborato con Luhrmann al caratteristico look di tutti i suoi film e produzioni teatrali per oltre  20 anni; Anton Monsted, supervisore esecutivo musiche e coproduttore del film; Craig Pearce, sceneggiatore, amico e collaboratore alla sceneggiatura della "Red Curtain Trilogy" di Luhrmann; e il resto del loro team creativo.

New York, "la sua atmosfera avventurosa durante la notte… il passaggio continuo di uomini e donne e automobili", è stata fonte di ispirazione. L'intera squadra si è nutrita dell'energia e della storia del luogo, proprio come fece il personaggio del libro di F. Scott Fitzgerald. "Mentre eravamo a New York, abbiamo letto molto a proposito del periodo- in particolare sul sistema finanziario, le azioni ed il mercato azionario", dice Pearce. "Si era nel bel mezzo della crisi finanziaria mondiale…o quasi per uscirne".

"Credo che Il Grande Gatsby sia attuale ora più che mai", dice Wick. "In un periodo di scintillante ma inaffidabile economia ed un prevalente senso di smarrimento, Gatsby sarebbe potuto essere scritto ieri. Ma non è così. Il libro ci trasporta in un'altra epoca e in un altro luogo, un mondo smarrito di fascino accecante, di stravagante speranza e di sogni infranti, ed eravamo sicuri che Baz, più di chiunque altro, sarebbe riuscito a trasmettere tutto ciò al pubblico".

"Credo che Fitzgerald abbia percepito una fondamentale crepa nel tessuto morale degli anni '20, qualcosa che continuava a crescere e crescere, ma che non poteva certo durare a lungo",  dice Luhrmann, "e che lo fa somigliare molto al crack finanziario globale del 2008. Un parallelismo perfetto. Se ci penso ora, credo che questa sia stata la molla che mi ha spinto a fare Gatsby adesso e in questo modo. Ci siamo stabiliti a New York perché è lì che dovevamo imparare e comprendere questi parallelismi tra luogo, cultura e stato mentale – Era del Jazz e oggi"

"Baz è un regista veramente letterario. Se deve fare un film tratto da un libro, è perché intende rivelare quello che lui crede sia il nocciolo della storia", spiega Martin. "E così, abbiamo sempre iniziato dalle descrizioni del libro, provando in seguito ad aggiungere nuove scoperte e, come fanno i detective, portare alla luce alcune cose".

"Quando inizio a lavorare ad un nuovo progetto, parto sempre con la raccolta degli elementi necessari", Luhrmann descrive il suo processo. "In termini di linguaggio visivo, inizio a raccogliere fotografie e farne dei collage, oltre che i miei terribili scarabocchi. Questo è il mio punto di partenza con mia moglie: scarabocchi terribili impossibili da decifrare, ma lei è così gentile. Mi dice, 'No, sono così pieni di sentimento'!  Quello che lei vuole dire è che solo io riesco a capire cosa significano quegli scarabocchi, no?"

"Siamo stati fortunati perché l'immagine fotografica e quella cinematografica era prevalente negli anni '20", aggiunge la Martin. "E così, l'epoca è stata catturata non solo con illustrazioni e disegni-cartoni animati dell'epoca-ma abbiamo sfruttato numerosi archivi fotografici. É stato molto eccitante, perché abbiamo potuto assistere alla nascita della nostra cultura contemporanea".

Oltre alla fascicolazione di oggettistica dell'epoca, Luhrmann ed il suo team hanno esplorato meticolosamente il testo di Gatsby, oltre che ad altri testi di Fitzgerald, in particolare la prima stesura dell'autore di Il Grande Gatsby, intitolato Trimalchio (un tributo al celebre romano organizzatore di feste, che appare nel romanzo latino, Satyricon) ed hanno inoltre avuto modo di consultarsi con il suo editore, il professore della Pennsylvania State University, oltre che ex alunno di Fitzgerald, James L. West III.

Il team ha anche affrontato una serie di viaggi suoi luoghi interessati, dalle grandi dimore di Long Island alle case a schiera di Astoria, agli immensi prati di Louisville, dove Daisy crebbe ed incontrò per la prima volta Gatsby. Luhrmann ha anche fatto visita a Don Skemer, Curatore dei Manoscritti presso la Biblioteca della Princeton University, dove Fitzgerald era studente e dove vengono custodite le collezioni di scritti cartacei di  F. Scott Fitzgerald.

"Baz ricrea sempre questi mondi che fanno parte della sua immaginazione, ma questo adattamento rispecchia incredibilmente quanto descritto nel libro", dice DiCaprio. "Per quanto riguarda la narrativa del film,  non sono state prese molte libertà. L'integrità del racconto e le parole usate da Fitzgerald, sono rimaste intatte". Ciò è dovuto in parte dalla scoperta e dall'evoluzione della "Fitzlish". Spiega Pearce, "Fitzlish è il linguaggio che scaturisce dalla nostra riverenza per esso, desiderando includere quanta più prosa di Fitzgerald possibile, scrivendo voce narrante o dialogo fedele allo stile prosaico dello scrittore , che riesca a catturarne allo stesso tempo la sua bellezza e la sua potenza, ma che sia anche accessibile alle nuove generazioni. Inoltre, per leggere il libro da cima a fondo sono necessarie almeno sette ore, perciò da un punto di vista tecnico abbiamo dovuto condensare il racconto e dovuto estrarre i pensieri interiori ed esternarli, perché questo è un film. Ad un certo punto abbiamo sentito il bisogno di porre delle condizioni, al fine di creare un linguaggio che potesse fare ciò, dando vita  a quello che definiamo il 'Fitzlish'".

Luhrmann voleva rimanere fedele al libro ed all'epoca, oltre a rendere la storia accessibile alle nuove generazioni per creare un tessuto culturale. L'uso di musica contemporanea per la colonna sonora – collaborando con l'innovativo artista e produttore esecutivo del film, Shawn "JAY Z" Carter – è stata parte integrante di questo tessuto. "Volevamo consentire alla gente di sentire come sarebbe stato vivere in quell'incredibile epoca moderna, quando il mondo era stato creato e ognuno era così giovane, così bello, così ubriaco, così folle, così ricco e viveva in quel modo", dice  Pearce. "Volevamo provare come ci saremmo sentiti ad entrare in uno dei più incredibili night club del mondo e guidare l'automobile più veloce mai guidata prima. Dovevamo prendere delle decisioni in anticipo, riguardo la musica che avremmo usato e come presentare la storia usando la musica".

Era una pagina che faceva parte dello stesso audiolibro di Fitzgerald. Lui stesso aveva incluso oltre 70 popolari canzoni nei suoi scritti, incluso il successo numero uno in classifica nel 1922, "Three O'Clock in the Morning" in Gatsby. "Credo che qualunque cosa diventi un classico, lo debba al fatto che si muove attraverso il tempo e gli spazi", dice Luhrmann. "Insomma, quello che intendo dire è che  un classico è attuale in ogni paese ed in ogni epoca. Sapete, di solito è così perché I racconti sono storie umane universali e noi conosciamo le persone. E Gatsby è proprio così. Ed anche la storia che abbiamo costruito è così, raccontando tutto proprio dall'inizio".

"Ero veramente entusiasta di poter fare parte di questo film", dice Tobey Maguire, interprete di Nick Carraway. "Credo contenga una certa dose di bellezza e spettacolo insieme, oltre ad approfondire le storie dei personaggi". Luhrmann ricorda alcune delle sue esperienze più importanti, come quella in cui lui e Pearce si erano appena stabiliti nella suite dell'Ace Hotel, circondato da molti palazzi costruiti proprio nell'epoca in cui visse Fitzgerald. "Avevamo molte finestre affacciate sulla baia, New York era proprio là fuori, Leonardo seduto vicino ad una finestra e, qualcuno da fuori stava suonando la tromba, o un altro strumento…era tutto così Fitzgerald". "Leonardo iniziò a leggere e anche Tobey  iniziò a leggere, poi improvvisamente il sole tramontò e Tobey lesse il finale di Nick, 'Fu come andare incessantemente avanti e indietro nel tempo'. Ricordo che Leonardo applaudì ed io lo imitai, andando avanti in questo viaggio, verso Fitzgerald e dentro la sua storia, il suo periodo, i suoi luoghi, tanto quanto nei nostri".

Il Grande Gatsby
Impostazioni privacy