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Oblivion: Effetti Visivi oltre il Possibile


Gli Effetti Visivi e i Costumi di Oblivion, film di Joseph Kosinski con Tom Cruise. Il regista riflette sul mondo creato dal team degli effetti visivi di Oblivion.

Tom Cruise è il protagonista di Oblivion, un evento cinematografico originale e rivoluzionario dal regista di TRON: Legacy, e dal produttore de l’Alba del Pianeta delle Scimmie. In uno spettacolare pianeta Terra del futuro che si è evoluto fino a diventare irriconoscibile, un uomo si confronta col passato fino ad affrontare un viaggio di redenzione e ricerca, mentre si batterà per salvare l’umanità. 

Oltre Il Possibile: Gli Effetti Visivi

Il supervisore agli effetti visivi Eric Barba, che ha precedentemente collaborato con il regista Joseph Kosinski in Tron: Legacy, ha aiutato il regista a dare vita alla sua versione di Oblivion, di modo che il pubblico creda che la navicella può realmente volare, che lo Skytower giace a 1.000 metri di altezza su una piattaforma, e che i droni vanno alla velocità di un razzo per inseguire gli scavengers.  Dice Henderson: “Sono parecchi i componenti degli effetti visivi da implementare per ottenere questi risultati.  Tuttavia, Joe voleva utilizzare al massimo le riprese possibili sui set. Ne è venuto fuori un buon equilibrio tra i due, e che è alla base della storia; così gli effetti visivi non sono stati utilizzati per dare spettacolo.  Piuttosto, sono parte della trama.”

Il regista riflette sul mondo creato dal team degli effetti visivi: “Da un punto di vista di effetti visivi, la nostra sfida più grande è stata assicurarsi che gli elementi digitali di questo film si integrassero armoniosamente con le riprese dal vivo, perché la gran parte di questo film è girato. Non volevamo assolutamente che risaltassero gli elementi digitali.  Così il volo dei droni doveva dare l’impressione di essere ripreso da una telecamera presente sul set.

Il Produttore agli effetti visivi, nonché co-produttore Steve Gaub ha presto offerto la sua presenza in Oblivion per lavorare con Kosinski nella fase di previsualizzazione delle scene.  Gaub afferma: “E’ stata coinvolta un’intera squadra per la previsualizzazione in cui abbiamo aggiunto le prime animazioni.  In questa fase, in base al risultato desiderato,  abbiamo scelto quello che poteva essere fatto sufficientemente con il live action, ciò che doveva forzatamente essere riprodotto dal computer, e quello che invece poteva essere fatto con l’azione ed il pc unitamente“.

Il team ha raccolto cronologicamente tutte le informazioni riguardo quanto accadeva sul set, di modo che nella post produzione tutti avessero gli strumenti necessari su cui lavorare (per le immagini da generare al computer).  Durante tutti i giorni di riprese quindi, sono stati registrati più dati possibili sui riferimenti, gli spazi, l’illuminazione ed i dettagli di scena.

Circa 400 addetti ai computer nelle sedi della Digital Domain e Pixomondo hanno coadiuvato il team VFX sul set di Oblivion nelle texture incredibilmente perfette così che i modelli in 3D per la Bubbleship e per il cast sono stati facilmente ricreati in VFX.  Le ombre del film sono state un ostacolo in questo caso, dato che la maggior parte delle azioni si svolgono all’aperto, sotto la luce del sole… quindi anche le creazioni fatte dal computer dovevano corrispondere perfettamente al mondo reale, e considerarle.

Sfumature Di Grigio: I Costumi Di Oblivion

Quando è entrata a far parte della squadra di Oblivion, la leggendaria costumista Marlene Stewart – che ha lavorato in film che vanno da JFK a Terminator 2: Il Giorno del Giudizio (Terminator 2: Judgment Day); da The Doors a Tropic Thunder, sapeva di avere a che fare con un mondo futuristico, completamente pianificato.  Malgrado ciò, ha apprezzato che Kosinski si è ispirato ad una versione moderna dell’ estetica.  Nota la Stewart: “Per Joe doveva essere tutto razionalizzato, semplicistico con un tocco di manifattura e tecnologia.  Una delle grandi sfide è stata quella di avere una tavolozza di colori limitata, orientata sulle tonalità di grigio.  Abbiamo imparato che ci sono un numero infinito di tonalità di grigio, che abbiamo classificato come: grigio verde; grigio- marrone, grigio- giallo;  ma la difficoltà era quella di dover comunque lavorare con solo due o tre colori prevalenti“.

La tuta di enviro, il vestito primario di Jack nel film, non era inteso secondo la Stewart, “Come un costume da supereroe. Volevamo che in qualche modo fosse familiare e adatto all’ambiente ed alle condizioni del mondo esterno“.  La costumista ed il suo team di addetti al guardaroba hanno usato più di 250 tipi di tessuti e stampe per confezionare la tuta enviro.  Hanno creato bozzetti e modelli, oltre ad una corazza per il torace, ginocchiere e gomitiere come protezioni per Jack.  Per finire, hanno usato dell’inchiostro ad alta densità per stampare il logo di appartenenza sulla tuta.

Le acrobazie a cui doveva sottoporsi Cruise hanno impegnato la Stewart affinché il protagonista avesse una grande libertà di movimento. Per la tuta sono stati quindi utilizzati materiali come il cuoio, il tessuto traspirante, il poliuretano ed il tessuto elasticizzato, che gli hanno dato l’aspetto di un’uniforme da motocross.  Insieme alle tonalità di grigio utilizzate per creare il costume, il vestito è stato meticolosamente affinato per dare l’idea di ‘vissuto’; anche gli stivali ed i guanti, sono stati realizzati per l’occasione su misura.  Per ovviare all’usura che Cruise avrebbe apportato ai suoi indumenti, sono state cucite 26 tute in eviro, tutte utilizzate durante le riprese.

Oltre ad occuparsi del guardaroba di Jack, Vika e Julia, la costumista ha pensato anche ai costumi dei residenti di Raven Rock, degli scavenger e dei sopravvissuti.  La Stewart ha lavorato a stretto contatto con gli Ironhead Studios per curare l’abbigliamento di una civiltà ribelle e delle uniche persone sopravvissute ad una guerra mondiale sulla Terra.

Kosinski ha sempre avuto un’idea chiara di come dovevano apparire gli scavenger, ed ha affidato alla Stewart ed agli Ironhead il compito di creare 10 costumi per loro, oltre a quelli di Beech e Sykes. Ogni costume era formato da 25 pezzi, su tre o quattro strati, con all’interno un sistema di traspirazione.  L’abbigliamento di base è stato realizzato in cotone per evitare che i membri del cast si surriscaldassero, e ci sono voluti 30 minuti per vestire ogni scavenger. Ogni pezzo è stato tinto ed invecchiato per rappresentare l’ambiente circostante; ai piedi sono stati abbinati degli stivali militari neri.

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