Martin Scorsese sul set del film The Irishman [credit: foto di Niko Tavernise; courtesy of Netflix]
Martin Scorsese sul set del film The Irishman [credit: foto di Niko Tavernise; courtesy of Netflix]
C: foto di Niko Tavernise; courtesy of Netflix

RomaFF14, Martin Scorsese racconta il suo The Irishman: ‘Volevo fare un film coi miei amici’


Alla Festa del Cinema di Roma è arrivato Martin Scorsese che ha dialogato con la stampa sul suo nuovo, attesissimo film 'The Irishman', prodotto da Netflix e già in procinto di mettere un'opzione sugli Academy Awards.

Il giorno di Martin Scorsese alla Festa del Cinema di Roma è finalmente giunto.
Dopo aver passato ben duecentodieci minuti in sala per vedere l'attesissimo The Irishman, produzione Netflix che punta a concorrere per i prossimi premi Oscar, la stampa è stata invitata alla conferenza stampa in presenza del regista Martin Scorsese, che in questi ultimi giorni è stato al centro di numerosi articoli e polemiche riguardandi alcune sue dichiarazioni sul cinema di casa Marvel. Ma durante la conferenza stampa non si è neanche minimamente accennato alla diatriba legata al mondo dei cinecomics e dei supereroi.

Il regista ha invece risposto alle domande inerenti il suo film più struggente, la cui lavorazione ha richiesto sei mesi solo per la post-produzione e che lo ha spinto a sperimentare nuove tecnologie che, forse in futuro, potrebbero cambiare ancora di più il volto del cinema per come lo conosciamo oggi. Tecniche e tecnologie utilizzate – come forse tutti ormai sanno – per ringiovanire i volti dei tre protagonisti: Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino. Alla domanda su come si sia rapportato a questo tipo di lavoro, il regista ha spiegato:

Non volevo prendere attori più giovani che interpretassero la versione meno adulta dei protagonisti. Forse se avessi fatto questo film anni fa lo avrei fatto. Ma ora non più. Volevo fare un film coi miei amici.

Una dichiarazione semplice, quasi lapidaria, che non mostra alcun tipo di ruffianeria e giustificazione. E dopotutto, con la carriera che si trova alle spalle, Martin Scorsese si è anche guadagnato il diritto di fare il cinema come meglio crede, seguendo le sue stesse direttive e spingendo dunque per una pellicola che osasse nel reparto degli effetti speciali per giustificare un arco narrativo e, dunque, temporale che prevedesse che i suoi protagonisti invecchiassero man mano che la storia andava avanti. D'altra parte il desiderio di lavorare di nuovo con Robert De Niro è stato uno dei motori alla base della nascita di The Irishman:

Era da molto che io e Bob volevamo fare un film insieme… sono passati quasi venticinque anni da Casinò. Abbiamo provato alcuni progetti, poi lui mi parlò di Frank e ricordo che quando lo fece quasi si commosse. Mi è bastato quello per capire che eravamo davanti alla storia giusta. Una storia che ci permetteva di raccontare temi che in passato non avevamo toccato così in profondità, come la consapevolezza di essere tutti mortali.

Sul lavorare con De Niro, Scorsese ha detto di non avergli dovuto dare troppe informazioni o indicazioni: non solo c'erano il libro e la sceneggiatura da cui partire, ma tra il regista e l'attore corre ormai una tale armonia che non ha bisogno di essere spiegata a parole.

Martin Scosese è apparso alla stampa ancora pieno di passione per il cinema, per il modo in cui può cambiare, per gli sforzi che sono necessari per far sì che le storie raggiungano il pubblico. E quando gli viene fatto notare che fino a poco tempo fa dichiarava che il solo cinema era quello in sala e che in questo caso aveva accettato la produzione di Netflix, Martin Scorsese è stato lapidario nell'affermare che per far sì che i film arrivino nelle sale per prima cosa bisogna avere l'opportunità di farlo. Ed è stato quello che è successo a lui con The Irishman:

Si tratta di un film per noi stessi. E lo "studio", questa parola così ingombrante, ci ha supportato. Netflix ha supportato gli autori, non il contrario. E ci ha dato la libertà di realizzare questo film

Ma Martin Scorsese diventa ancora più appassionato e, a tratti, battagliero quando dalla platea arrivano le domande che sembrano mirare a voler far nascere un contraddittorio, una discussione. Quando infatti gli viene detto che nei suoi film i protagonisti sono sempre maschili, chiedendo il motivo di questa scelta, Martin Scorsese perde un po' della sua diplomazia e risponde categorico:

Non è una buona domanda. Rispondo a questo genere di domande da anni, ormai. Dagli anni '70 non faccio che sentirmi ripetere questa domanda. Devo mettere sempre delle protagoniste femminili perché sono obbligato? No, io vado dove la storia mi porta e scelgo i personaggi in base al bisogno della storia. Sono stanco di ripetere sempre queste cose. Ho fatto L'età dell'innocenza, ma non conta. Ho fatto Casinò con Sharon Stone, ma non importa comunque…


foto credit: foto di Niko Tavernise; courtesy of Netflix

Festa del Cinema di Roma 2019
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