Sky Buffa Racconta Storie di Champions
Sky Buffa Racconta Storie di Champions

Sky Buffa Racconta Storie di Champions


Un viaggio a ritroso nel passato della UEFA Champions League, un tempo Coppa dei Campioni, alla scoperta dei protagonisti del più prestigioso trofeo calcistico continentale per club.

Da mercoledì 10 aprile, Federico Buffa su Sky Sport con a nuova serie "#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions", in concomitanza con le fasi finali della UEFA Champions League 2018/2019, tutta su Sky. Un viaggio indietro nel tempo, tra le finali più avvincenti del passato, gli interpreti più inattesi e i campioni che hanno lasciato il segno, scrivendo la storia del più ambito trofeo calcistico continentale per club.

L'appuntamento con un nuovo episodio di "#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions" è ogni mercoledi, dal 10 aprile. Ogni puntata disponibile su Sky On Demand e su Sky Go nella speciale sezione dedicata a "Buffa Racconta".

#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions | Episodio 1

Nel primo appuntamento, in onda il 10 aprile, protagonista la Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrera e della formazione che tutti ricordano come una cantilena:
"Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez e Corso"

Nel racconto di Federico Buffa, l'attesa per l'ingresso in campo prima della storica finale del Prater diventa un lungo proscenio di presentazione per quei giocatori che, da inattesi protagonisti, diventeranno campioni per sempre. Come Armando Picchi, il grande capitano, che quel giorno spese parole per molti, in particolare per Sandro Mazzola, ma non solo:

… pochi minuti prima di entrare in campo, chiese l'attenzione dello spogliatoio:
"Signori! Un minimo di silenzio. Carlo (Tagnin) ha qualcosa da dirci".

E Tagnin commosse tutti. Disse:

"Signori, io non son come voi. Voi siete dei campioni. Voi di partite come questa ne giocherete tante altre nella vostra carriera, ma io no. Io sono certo che non ne giocherò più. Per favore, vincete anche per me".

L'Inter vincerà quella finale, grazie ad una magistrale prestazione corale e a un sorprendente Sandro Mazzola, che con una doppietta, consegnerà quella squadra alla storia,

… e anche alla luce del fatto che l'Inter vincerà la Coppa successiva, da quella sera in poi, quel nome, per quella squadra sarà – e per sempre – preceduto da Grande.

#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions | Episodio 2

Da martedì 16 aprile disponibile il secondo episodio di "#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions". Federico Buffa conduce nella favola del Nottingham Forest di Brian Clough, l'eccentrico allenatore inglese, celebre al punto da ispirare negli anni copiosa filmografia e letteratura sportiva di genere. Del tutto anti-establishment, noto per le sue doti oratorie almeno quanto per i suoi successi sportivi.

In città ancora oggi gira una maglietta con una delle sue frasi più famose:
"Roma sì, non è stata costruita in un giorno, ma solo perché io non seguivo il progetto".

La sua faccia e le sue parole arrivavano ovunque ben prima del suo arrivo al Forest. Anche chi non seguiva il calcio in tv, non poteva fare a meno di seguirlo, senza cambiare canale. Per i giornali inglesi era il "Muhammad Ali inglese".

Quando il Muhammad Ali originale lo sentì, disse: "Chi è questo? Cosa fa di mestiere? Ah, allena il… ? Soccer? Facciamo così, io vado ad allenare i suoi giocatori e lui viene qua e si fa 15 riprese con Joe Frazier".

Proprio come Muhammad Ali, oltre che a parole Clough seppe conquistare la gente con i fatti: fu lui a mettere la città sulla mappa del calcio mondiale, quando al termine di una straordinaria ascesa, la condusse dalla serie B inglese, fino al tetto d'Europa, conquistando la Coppa dei Campioni del 1979. Riuscì a bissare l'impresa di vincere la Coppa dei Campioni anche nel 1980:

… e ancora una volta il Robin Hood del calcio, col suo fedele Little Peter Taylor faranno il colpaccio, consegnando al Forest e alla storia, l'unico caso di squadra con più Coppe dei Campioni in bacheca che titoli nazionali vinti.

E 17 anni dopo aver accettato l'incarico di manager, Brian Clough scrisse fine in fondo la storia, in un giorno infausto, con la squadra sconfitta in casa e pronta alla retrocessione, ma commovente: tutti in piedi per lui, ad applaudirlo e lui a ringraziare come sempre, col pollice in su, sorridente.

Nel novembre del 2008, Barbara, la compagna di una vita, che gli era sopravvissuta, levò il telo sulla statua che lo effigia nel centro di Nottingham. Un raro caso di statua che c'entra con la vita che rappresenta, con The boss in tuta, con le mani dietro la nuca, rilassato. Come volesse godersi l'applauso del pubblico, per l'ultima volta e per sempre.

#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions | Episodio 3

Da martedì 30 aprile, Federico Buffa torna su Sky Sport con il terzo episodio della nuova serie "#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions", in concomitanza con le semifinali della UEFA Champions League 2018/2019. La vera rivoluzione del calcio olandese, cornice di questa puntata, non si deve all'Ajax di Michels e Cruijff, ma al genio assoluto che li ha ispirati e che con il suo metodo ha cambiato per sempre la storia del gioco: Ernst Happel, protagonista del terzo episodio di "#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions"

… uno dei tre grandissimi allenatori viandanti, perfetta definizione di Sandro Modeo, vittime consapevoli di una sorta di obbrobrio calcistico del domicilio, ma anche vincenti in ogni dove: in tre, fanno sei Coppe dei Campioni con cinque squadre diverse. Perché dopo Béla Guttmann e prima di José Mourinho, con 17 trofei vinti in quattro paesi diversi, c'è stato e ci sarà per sempre Ernst Happel.

Viennese di nascita, cittadino d'Europa d'adozione, nel 1956, con una sua storica tripletta in Coppa dei Campioni contro il Real Madrid di Di Stéfano, fece impazzire migliaia di tifosi del Rapid al Prater di Vienna, stadio che oggi porta il suo nome, perché mastro Happel, con le sue creazioni fatte a squadra e i suoi disegni sul nuovo calcio olandese, ha scritto la storia del football.

Da allenatore iniziò a impartire lezioni di calcio con l'ADO Den Haag, la squadra dell'Aia. Con il Feyenoord, con cui vinse Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale nel 1970, pose le basi per la rivoluzione calcistica olandese degli anni '70 che tutti ricordano, influenzando l'Ajax di Michels tre volte campione d'Europa e la grande Olanda due volte finalista al Mondiale consecutivamente, l'ultima delle quali guidata da lui, con la sfortuna di giocare coi tedeschi in Germania e gli argentini in Argentina. I suoi concetti, una volta trasferiti a Barcellona da Cruijff e uniti ai soldi e all'organizzazione dei catalani, tracceranno una sorta di linea rossa che va da Hidegkuti – il centravanti della Grande Ungheria – a Messi, allorché diventerà il centro tecnico del Barcellona, perché Guardiola, ispirato da tutto questo, creerà il più affascinante paradosso del calcio del Novecento, ovverosia: il centravanti del Fútbol Club Barcellona è uno spazio vuoto.

Il suo Bruges del '78, finalista in Coppa dei Campioni contro il Liverpool, non sarà la più forte squadra da lui allenata, ma quella che lo rappresenterà meglio: possesso, tattica ossessiva del fuorigioco, atleti molto fisici e polivalenti, che non si muoveranno mai in relazione al posizionamento degli avversari, ma sempre in base al posizionamento della palla. Detto in altri termini: il latino del grande Milan di Sacchi di dieci anni più tardi, che avrà come base i giocatori olandesi e italiani.

Ernst Happel andrà in finale di Coppa Campioni tre volte, con tre squadre diverse, vincendo per ben due volte contro il favore dei pronostici. Vincerà il campionato nazionale in quattro paesi diversi, primo in Europa, e dopo di lui solo Trapattoni, Mourinho, Ancelotti e Ivic. Non smetterà mai di ragionare su come avanzare i suoi già avanzatissimi concetti di gioco. Non sappiamo quale fosse il suo "Neuer Fußball", la sua nuova idea di calcio, perché si è spento nel 1992, stroncato da un cancro; eppure sappiamo per certo cosa pensò fino all'ultimo istante della sua vita, perché lo pensava tutti i giorni:

"Un giorno senza football è un giorno inutile".

#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions | Episodio 4

Martedì 7 maggio, Federico Buffa torna su Sky Sport con il quarto episodio della nuova serie "#SkyBuffaRacconta – Storie di Champions", in concomitanza con le semifinali di ritorno della UEFA Champions League 2018/2019, interamente in esclusiva su Sky. Dopo l'anteprima sulle origini della Coppa Campioni, i racconti dedicati alla Grande Inter e ad Ernst Happel e la divertente favola di Brian Clough, il viaggio nel tempo con Federico Buffa nella Storia, continua con la narrazione della Jugoslavia, che oggi non esiste più, unita per l'ultima volta in una squadra, la Stella Rossa, che grazie alla vittoria del 1991, esisterà per sempre.

Una storia di confini, come ogni storia balcanica che si rispetti. Sarà una storia di umanità improbabili, imprevedibili, inarrivabili e di vite giocate a dadi. Come ogni storia balcanica che si rispetti. Sarà una storia di eccessi, fumo, alcol, suoni. Come ogni storia balcanica che si rispetti. Criminali di mezza tacca e faide tra bande. Come ogni storia balcanica che si rispetti. Di calciatori in grado di pensare cose che noi nemmeno potremmo immaginare, come ogni storia balcanica che si rispetti. Di morti, tanti morti come ogni storia balcanica, che la si rispetti, o meno.

Il quarto appuntamento con #SkyBuffaRacconta Storie di Champions – La Stella Rossa va in onda su Sky Sport Uno da martedì 7 maggio. Tutti gli episodi di Storie di Champions e gli altri racconti di Sky con Federico Buffa, sono già disponibili on demand e su Sky Go nella speciale sezione dedicata a #SkyBuffaRacconta.

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