Sotto una buona stella
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Sotto una buona stella, intervista a Paola Cortellesi


Intervista a Paola Cortellesi, protagonista del film Sotto una buona stella diretto da Carlo Verdone. Cortellesi è Luisa, una tagliatrice di teste pentita, che vive malissimo il fatto di dover svolgere un mestiere davvero tragico.

Vi presentiamo l'intervista fatta a Paola Cortellesi, protagonista del film Sotto una buona stella diretto da Carlo Verdone, in cui interpreta il ruolo di Luisa Tombolini. Il film sarà nelle sale italiane dal 13 Febbraio 2013.

Chi è Luisa? Che tipo di donna è?
Luisa è la nuova vicina di casa di Federico, il personaggio interpretato da Carlo Verdone. E' una tagliatrice di teste pentita, che vive malissimo il fatto di dover svolgere un mestiere davvero tragico, una professione che di certo non si fa a cuor leggero. Luisa vive talmente male il suo lavoro che addirittura tenta di ricollocare le persone! E' una sorta di novella Penelope: di giorno distrugge, di notte cerca di recuperare alcune delle famiglie della cui rovina si sente responsabile (anche se in realtà non lo è). E' una persona un po' nevrotica, ma allo stesso tempo, al di fuori del lavoro, è molto solare a dispetto di quelle che sono le sue mansioni; è una donna che ha tanta voglia di famiglia, forse perché il suo nucleo familiare di origine in qualche modo l'ha allontanata. In maniera anche un po' strampalata Luisa troverà una nuova famiglia nei vicini di casa, cioè Carlo e i suoi due figli.

Nello sviluppo del personaggio di Luisa, Carlo aveva un'idea molto precisa di chi fosse questa donna o hai potuto dare un tuo contributo forte alla sua costruzione?
Devo dire che Carlo in questo è un artista molto generoso: io ho potuto condividere questa storia con lui sin dall'inizio. Come capita pochissime volte nella vita, e a ben poche persone, Carlo ha scritto questo personaggio pensando a me; ho avuto questo privilegio! In effetti poi non ho dato tantissimo di me a Luisa, se non il suo essere plausibile, naturale. Luisa non ha fobie o manie particolari, aldilà di quella follia dovuta dal suo malessere per il lavoro. Certo, ha molte delle mie caratteristiche soprattutto nelle scene più divertenti che erano scritte con i toni della commedia: Carlo mi ha chiesto, mentre provavamo le varie scene, di aggiungere tutte quelle sfumature tipiche della commedia.

Cosa ti ha colpito della sceneggiatura di Sotto una buona stella?
Carlo non fa mai una commedia tout court, non fa i film solo per far ridere le persone. Le sue sceneggiature sono sempre amare, come accade nella migliore tradizione della commedia all'italiana. I temi trattati in Sotto una buona stella sono attualissimi: lui perde il lavoro, lei fa la tagliatrice di teste, il film arriva nelle sale in un momento in cui la disoccupazione è ai massimi storici in Italia. Fare la commedia significa parlare di questo paese e di questo momento, e nel 99% dei casi lo si fa partendo da presupposti drammatici e plausibili. Le situazioni divertenti nascono dalla realtà, dall'osservazione dei malumori della società. L'alchimista Carlo Verdone è un maestro in questo, come pochi altri riesce a toccare, con una leggerezza mai superficiale o scontata, temi molto seri e attuali; Carlo usa i canoni della commedia alla Monicelli, alla Scola, le sue commedie ricordano quelle che, un tempo, definirono e resero grande la commedia all'italiana.

Carlo ha più volte dichiarato di volere fortemente lavorare con te. Che effetto ti hanno fatto le sue dimostrazioni di stima e affetto? E come è andata l'esperienza sul set con lui?
E' stato uno di quei regali che si ricevono poche volte nella vita. Per chi fa il mio mestiere, e lo fa scegliendo in prevalenza il registro della commedia sia al cinema che in televisione, Carlo Verdone è senza dubbio uno dei maestri migliori che si possano avere: per me è sempre stato un punto di riferimento. Oltre alla simpatia che trasmette naturalmente, oltre al talento indiscusso e indubbio, è veramente lusinghiero sentirsi così fortemente voluti. Lavorare con lui è stato un dono ma anche una conferma, è stato naturalmente più bello di quanto potessi mai pensare. Sul set ho trovato una grande serietà professionale, perché Carlo è un artista serio e rigoroso, e in questo siamo simili. In molti pensano che la commedia sia fatta solo di divertimento; in realtà ci vuole grande disciplina affinché essa sia efficace. Infine, oltre alla grande serietà, sul set ho trovato tanta umanità: anche in questo caso, non conoscendo bene Carlo, immaginavo ci sarebbe stata un'atmosfera familiare, ma non potevo sperare fosse così forte e naturale.

Quale è stata la sorpresa più grande nel lavorare con Carlo Verdone, regista e attore?
Devo dire che, nel mondo dello spettacolo, la serietà e professionalità di Carlo Verdone sono conosciute e risapute. Sono rimasta colpita dal suo rigore: per lavorare come lui ci vogliono grandissima determinazione e concentrazione, perché devi essere allo stesso momento attore, regista (ovvero colui che ha in mano la totalità del progetto), devi saper dirigere te stesso e chi duetta con te! Tutto questo senza tralasciare la cura della propria interpretazione. Non credo ci sia situazione più complicata: può farlo solo una persona che abbia padronanza del mezzo, grande sicurezza della propria espressività e della propria interpretazione. Inoltre, nei momenti in cui non giravamo, Carlo faceva nuove proposte sulle scene, dava suggerimenti su come interpretarle, inventava elementi per colorire ulteriormente la sceneggiatura. Insomma, veder lavorare Carlo Verdone è un'esperienza veramente magnifica! Cosa significa per te essere "sotto una buona stella"? Per me essere sotto una buona stella significa fare la vita che desideravo, condurre la vita che volevo. E devo dire che penso proprio di essere nata sotto una buona stella!

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