The Book of Vision
The Book of Vision

The Book of Vision di Carlo S. Hintermann esce al cinema dopo l’anteprima Digitale. Il film ha aperto la Settimana Internazionale della Critica di Venezia77


Con la produzione esecutiva di Terrence Malick, il film ha un cast internazionale che comprende anche Charles Dance, Lotte Verbeek, Sverrir Gudnason, Isolda Dychauk e Filippo Nigro. 

The Book of Vision, film diretto da Carlo S. Hintermann con la produzione esecutiva di Terrence Malick, ha aperto ufficialmente la 35a edizione della Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell'ambito della 77a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. 

La distribuzione cinematografica di The Book of Vision per il mercato italiano è stata acquisita da RS Productions. Il film è stato distribuito in anteprima italiana sulla piattaforma streaming Chili nel febbraio del 2021, entrando così di diritto nella finestra per le votazioni dei David di Donatello. Dall'8 luglio, The Book of Vision sarà nei cinema italiani. 

Il film è una produzione Citrullo International, co-prodotto con Entre Chien et Loup (Belgio) e Luminous Arts Productions (UK) con Rai Cinema e il sostegno della Direzione Generale Cinema e la Provincia di Trento, è un viaggio attraverso il passato e il presente, la vita e la morte, il dolore più profondo e l'amore incondizionato.

Eva (Lotte Verbeek), una giovane e promettente dottoressa, abbandona la sua carriera per immergersi nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e un destino che sembra segnato. Johan Anmuth (Charles Dance) è un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte razionaliste e antiche forme di animismo. Book of Vision è il manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice ininterrotto. Lontano dall'essere un testo scientifico, il libro contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti: il medico prussiano sapeva come ascoltarli e il loro spirito vaga ancora tra le pagine, dove vita e morte fanno entrambe parte di un unico flusso. La storia di Anmuth e dei suoi pazienti darà così a Eva la forza per vivere appieno la propria vita, comprendendo che niente si esaurisce nel proprio tempo. 

Il cast internazionale comprende Charles Dance (Game of Thrones), Lotte Verbeek (The Black List, Outlander, I Borgia), Sverrir Gudnason (Borg McEnroe), Isolda Dychauk (I Borgia, Faust, TwoGirls) e Filippo Nigro. Il cast tecnico comprende il direttore della fotografia Joerg Widmer (ha collaborato in passato con registi come Wim Wenders, Quentin Tarantino, Michael Haneke, Roman Polanski e Bela Tarr), lo scenografo David Crank, già collaboratore di Paul Thomas Anderson (ha realizzato le scenografie de Il Petroliere, The Master, e Vizio di forma) e di Steven Spielberg per Lincoln e Terrence Malick in The New World, The Tree of Life e To the Wonder. I costumi sono di Mariano Tufano, che ha lavorato in film italiani e internazionali tra cui Il Piccolo Mondo Antico, L'importanza di chiamarsi Ernesto, La passione di Cristo, Tristano e Isolda e Nuovomondo – Leone d'argento alla Mostra del cinema di Venezia 2006 e David di Donatello per i costumi nel 2007).

"La possibilità di attraversare il tempo mi ha sempre affascinato. Forse il primo motivo per cui mi sono innamorato del cinema è la sua capacità di saltare in dimensioni temporali e spaziali diverse. The Book of Vision fa di questa possibilità un elemento di forza. La passione maturata verso i film fantasy degli anni '80 e '90 con i quali sono cresciuto, da I Goonies a Labyrinth, da La Storia infinita a Ritorno al futuro, ha un ruolo importante. Il meccanismo è lo stesso: aprire una porta verso una dimensione inaspettata, verso il fantastico. Dal punto di vista visivo sia la parte contemporanea che quella del passato tengono conto di questa porta: ogni luogo, ogni oggetto, ogni azione ha una valenza ambigua, in bilico tra due dimensioni." ha commentato il regista Carlo S. Hintermann.

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