Veronica Mars 4
Veronica Mars 4

Veronica Mars: abbiamo davvero bisogno di tutti questi revival?


Con l'arrivo del revival di Veronica Mars si pone ancora di più l'accento su quanto l'effetto nostalgia possa portare a rovinare serie con un fanbase molto solido

ATTENZIONE: L'ARTICOLO CHE SEGUE CONTIENE SPOILER MASSICCI SUL REVIVAL DI VERONICA MARS. PER CUI, SE ANCORA NON AVETE CONCLUSO LA VISIONE, SAPPIATE CHE LEGGETE A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO.

Nel 2007 Veronica Mars, la serie con Kristen Bell e Jason Dohring veniva brutalmente cancellata a causa dei pochi ascolti. In effetti la serie di Rob Thomas è sempre stata una tra le più sottovalutate nel panorama dell'intrattenimento dei primi anni duemila. La storia di Veronica, figlia di un investigatore privato di Neptune che comincia a indagare sulla morte della sua migliore amica, sembrava non essere fatta per i grandi numeri, sebbene avesse a sua disposizione più o meno tutti gli elementi necessari: una protagonista simpatica, un mistero da risolvere, e una storia d'amore che è diventata un emblema dell'OTP (one true pairing). Tant'è che anche all'interno della serie stessa, la storia d'amore tra Veronica e Logan viene definita come epica, in grado di lasciare cadaveri sul campo di battaglia, ma anche di vincere le avversità.

Proprio per questo, quando nel 2007 la serie venne cancellata dopo la sua terza stagione, con un finale che vedeva Veronica impelagata con Piz (Chris Lowell) invece che insieme al grande amore della sua vita, moltissimi fan ci sono rimasti male, delusi da un finale che non era un finale non solo per il taglio netto dato dall'emittente alle avventure di Veronica, ma anche perché non si era fatto niente per rimettere le cose in ordine. Ed è questo il motivo per cui i fan non si sono tirati indietro quando Rob Thomas ha detto di avere intenzione di fare un film dedicato a Veronica Mars: il progetto del film era già stato bocciato dalla Warner, ma Rob Thomas trovò il modo di far partire comunque la produzione. Come? Con una raccolta fondi su kickstarter che aveva l'obiettivo di raggiungere due milioni di dollari. Cifra che venne superata già nelle prime ventiquattro ore. Alla fine si arrivò a raccogliere quasi sei milioni di dollari che permisero di realizzare il film di Veronica Mars e di rimettere le cose in ordine. Perché, alla fine, la storia dei LoVe trovava il suo punto di approdo.

E arriviamo così al revival uscito pochi giorni fa e che era stato accompagnato da tantissimo hype da parte dei fan, che potevano tornare a Neptune in compagnia dei loro personaggi preferiti, indagare di nuovo su qualche traffico più o meno illecito e, soprattutto, godersi la felicità di Veronica e Logan, dopo anni (ANNI) di alti e bassi. O, almeno, questa era l'intenzione. Cosa è andato storto? ATTENZIONE: ECCO LO SPOILER MASSICCIO. Succede che, nel corso dell'ultima puntata, Logan salta in aria. Logan Echolls, in altre parole, muore. MUORE.

Ora bisogna sempre lasciare agli sceneggiatori la libertà di andare dove la storia li conduce. Abbiamo avuto ampi esempi di come anche il fan-service sia riuscito a rovinare moltissime serie (non da ultima Game of Thrones), ma bisogna sottolineare che una scelta tanto coraggiosa (o folle!) come quella di uccidere una delle colonne portanti di una serie debba essere giustificata dalla trama e dallo svolgimento degli eventi. Il colpo di scena gratuito, piazzato alla meno peggio tanto per far fare "oh" agli spettatori è deleterio tanto quanto il fanservice, perché non viene realizzato in funzione della storia che si vuole raccontare, ma in funzione di ottenere per forza una qualche reazione da parte del pubblico. Si tratta, insomma, del peggior caso di ricatto emotivo che si possa fare. E nel caso di Veronica Mars questo ricatto emotivo assume anche le sfumature di una crudele presa in giro.

Uno dei motivi per cui si scelse di fare il film dedicato a Veronica Mars non era solo perché Rob Thomas aveva nostalgia di un personaggio da lui tanto amato. Sappiamo tutti che il punto di arrivo di quel film, il punto verso cui tutti – TUTTI – ci siamo tesi era avere l'occasione di riportare ordine nel mondo della finzione, sapendo che Logan e Veronica erano tornati insieme e che, alla fine dei conti, avevano ottenuto il loro meritato happy ending. Che senso ha, allora, fare un revival dove viene spezzato questo assunto? Che senso ha portare di nuovo sul piccolo schermo personaggi per poi veder snaturare il loro percorso? Perché il problema della morte di Logan non sta solo nel fatto che viene ucciso la metà di una ship che, da sola, teneva su la serie, ma il fatto che uccidere Logan vuol dire tradire tutto quello che Veronica Mars è stata finora. Vuol dire tradire la fiducia di quei fan che hanno messo letteralmente mano ai portafogli per permettere alla storia di andare avanti. È, in altre parole, una mancanza di rispetto.

Cosa che si evince anche, e soprattutto, dalle dichiarazioni che Rob Thomas ha rilasciato dopo la messa in onda di questo revival di Veronica Mars. Ad esempio, in una lunga chiacchierata con TVLine, quando gli viene chiesto perché abbia scelto di uccidere Logan, l'autore ha risposto dicendo che la necessità è venuta dal desiderio di salvare lo show. "Dovevamo sopravvivere come uno show noir," ha spiegato. "E se avessimo continuato ad essere per metà una soap e per metà uno show incentrato sul mistero, c'era il rischio di avere a che fare solo con la nostalgia. Andare avanti con la via legata al mistero era la nostra chance migliore di sopravvivere". Poi, nel corso, della stessa intervista, per motivare la sua scelta, Rob Thomas fa l'esempio di serie come Sherlock e Fargo. Dice che il suo intento è continuare a fare mini-serie su Veronica Mars non appena si apre uno spiraglio di possibilità, proprio come avviene coi due esempi sopracitati.

La differenza è che né Sherlock né Fargo hanno sentito la necessità di tradire la propria natura per poter continuare a esistere anche solo come serie potenziali. La sensazione, di colpo, è come se Rob Thomas si vergognasse della serie che ha creato e per cui ha chiesto soldi ai fan. Come se, di colpo, la Veronica Mars che tutti noi abbiamo aspettato non fosse più abbastanza. Come se, peggio, ci fosse da vergognarsi nell'aver inserito una storia d'amore all'interno di una narrazione più ampia. Perché oggi le serie che vanno più di moda – come Stranger Things, La casa di Carta, Dark – sono serie incentrate sui misteri e sulla violenza. E Rob Thomas ha scelto di giocare la sua carta vincente (almeno secondo lui) cercando in modo maldestro di mettere gli stessi elementi anche in Veronica Mars, dimenticando che forse la cosa più bella nel mondo dell'intrattenimento è la possibilità di scegliere cosa vedere in un contesto ampio ma diversificato.

Ecco perché la morte di Logan ha infastidito così tante persone al punto da spingere i fan anche su twitter a far partire hashtag come #LoganDeservedBetter : perché non è stata la necessità della storia a portare a quella decisione, ma la paura di un autore che ha scelto di non avere fiducia nei propri fan. È come se, per assurdo, in Sherlock (tanto per fare un esempio con una delle serie citate da Thomas) si decidesse di uccidere John Watson e andare avanti nella serie con Sherlock che non fa altro che risolvere misteri mentre si confessa con Molly e decide di amarla e di voler cambiare per lei. Non vi sembrerebbe assurdo? Naturalmente, perché non ci sarebbe nessuna razione lecita e razionale a spiegare questo cambiamento di rotta repentino.

Rob Thomas, semplicemente, ha voluto fare il colpo di scena ad ogni costo, per il suo desiderio di "giocare nel campo dei grandi", probabilmente senza rendersi conto che lo stava facendo già. Ma uccidere un protagonista è comunque una carta comoda da giocare quando hai paura di non riuscire a far parlare di te e della tua serie e invece di tranquillizzarti e aspettare di vedere come andranno le cose prendi la decisione più sbagliata al mondo per la tua serie. Ovviamente non siamo esperti di ascolti né tantomeno indovini: non possiamo dunque affermare con certezza che la scelta di uccidere Logan andrà contro il futuro di Veronica Mars. Non sappiamo se, qualora dovessero esserci altre miniserie incentrate sul personaggio di Kristen Bell, gli spettatori si sentiranno ancora così traditi da scegliere di non guardarla, affossando questa folle scelta. Ma la decisione è sbagliata a prescindere dagli ascolti. E forse questo è un assunto un po' naiv e utopico, pensare che alle persone possa anche interessare una cosa come la coerenza narrativa, che alla fine dei conti non fa pagare le bollette.

È tuttavia un discorso che si può ampliare moltissimo, spingendoci di nuovo a chiederci se abbiamo davvero bisogno di tutti questi revival. Non sarebbe meglio lasciare le vecchie serie a riposare nel contesto sociale e produttivo in cui sono nate, senza costringerle a fare i conti con un mondo che è cambiato? Non sarebbe meglio concentrarsi su storie nuove e lasciare andare questo dannato senso di nostalgia che invece di spingerci avanti ci costringe a rimanere impantanti nel passato?

Veronica Mars aveva – a questo punto – davvero bisogno di un revival che tradisse il film pagato dai fan e che snaturasse la serie e gli eventi solo perché un uomo – okay, un autore – aveva paura di non avere più possibilità di far soldi su un prodotto già datato invece che cimentarsi in una nuova serie? Perché, dopo aver lanciato la (deludente) serie iZombie è come se Rob Thomas fosse rimasto incastrato nelle idee del revival. Prima con il reboot (che dire dimenticabile è voler essere gentili) di 90210 e poi con la sua immersione in Veronica Mars, che è finita in questo modo vergognoso.

Parlando in generale, dunque, è come se il revival fosse diventato la rete di sicurezza per gli autori e le produzioni che sentono il bisogno di giocare su un terreno più sicuro, che può fare affidamento su un fanbase molto forte che sicuramente guarderà lo show. Il risultato sono prodotti snaturati, sciocchi e lenti, che non offrono altro se non un hype iniziale e quell'iniziale sensazione di familiarità che si prova tornando in un posto che si conosce più o meno bene. Mentre il resto è solo un'accozzaglia di situazioni buttate giù alla meno peggio perché di base a chi importa della qualità narrativa del prodotto?

È un po' quello che è successo anche con il revival di Una Mamma Per Amica: quattro episodi divisi in quattro stagioni che avevano l'obiettivo di raccontarci che fine avessero fatto le adorabili ragazze Gilmore. Il senso di contentezza provato nel rendersi conto che alcuni dei nostri personaggi preferiti erano tornati si è schiantata con una realizzazione a dir poco imbarazzante. Un episodio di cui venti minuti venivano spesi a sentire canzoncine assurde su un altrettanto assurdo musical su Stars Hollow, Lorelai che di colpo sente il bisogno di partire per un'avventura in mezzo alla natura – e tanti saluti alla coerenza dei personaggi – e battute messe lì giusto per arrivare al minutaggio necessario per concludere una puntata. Eppure, rispetto a Veronica Mars, persino il revival di Una Mamma per Amica appare un capolavoro. Perché nonostane non avesse assolutamente nulla da dirci e avesse lacune di sceneggiatura nelle quali poter anneare senza sforzo, almeno non è venuto meno all'assunto principale: la stori di una madre e di una figlia che sono, prima di ogni altra cosa, grandi amiche.

Al contrario Veronica Mars ha tradito il cuore pulsante dello show e la cosa che è peggio è che ha indicato proprio quel cuore come il punto debole, come il motivo per cui, in un futuro, lo show non avrebbe più potuto esistere. Quasi avesse voluto far sentire in colpa quei fan che lo hanno sempre sostenuto e che si sono emozionati proprio per quel lato che Rob Thomas chiama "soap", come se fosse una cosa superficiale, qualcosa da sciocchi e illetterati che non ha ragione di esistere.

Quello che questo revival di Veronica Mars ci ha insegnato – al di là di non fidarci mai più di Rob Thomas – è che i morti dovrebbero rimanere sottoterra. Ci ha ricordato che abbiamo bisogno di andare avanti, di proporre storie nuove, elettrizzanti, che si stacchino da ciò che siamo state. È quello che ha fatto Amy Sherman-Palladino, che ha accettato di scrivere solo due puntate dei quattro che compongono Una Mamma per Amica – Di nuovo Insieme (quelle più coerenti, guarda caso) e nel frattempo ha sfornato un capolavoro come La meravigliosa signora Maisel, disponibile per Amazon Prime.

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