Vincent Cassel [credit: foto di Erika Pomella]
Vincent Cassel [credit: foto di Erika Pomella]
C: foto di Erika Pomella

Vincent Cassel: Io un po’ italiano, ma molto parigino


L'attore francese Vincent Cassel, accompagnato dal regista Jean-François Richet, è arrivato a Roma per presentare il suo ultimo film, 'Un momento di follia'.

Un momento di follia è l'ultimo film del regista Jean-François Richet, famoso al grande pubblico soprattutto per i due Nemico Pubblico, in cui dirigeva Vincent Cassel , attore che ritrova anche in questa nuova prova, al fianco di François Cluzet. La storia è quella di due migliori amici che partono per la Corsica insieme alle rispettive figlie, Marie e Louna. Ed è quest'ultima a invaghirsi del padre della migliore amica, dando il via ad una girandola di ricatti e situazioni quasi comiche. Per questa pellicola, tuttavia, il regista decide di abbandonare le tinte noir che gli sono più congeniali, scegliendo invece un tono più leggero, da commedia. Regista e interprete sono arrivati oggi, a Roma, nel sempre splendido scorcio di una Roma baciata dalla primavera, per incontrare la stampa e presentare la pellicola che, in realtà, è un remake del film omonimo (un moment d'égarement) di Claude Berri, che risale al 1977. E, in effetti, è proprio da questo remake che prende avvio la conferenza stampa. Quando al regista viene chiesto di parlare del motivo che lo ha spinto a girare un remake e al cambiamento di tono che ha apportato rispetto all'originale. Richet, infatti, ha spiegato:

La trama è la stessa del film originale, naturalmente. E trovo che il film di Berri fosse molto attento a fotografare la realtà dell'epoca, che erano gli anni '70. Io venivo da due film noir, e questa volta volevo cambiare genere. Un po' come in letteratura, in cui mi piace leggere un po' di tutto, anche in questo caso volevo cambiare un po' e cimentarmi con qualcosa di nuovo.

Riguardo al paragone con l'originale è intervenuto anche Vincent Cassel, sorridente e affascinante, che sfoggiava un italiano pieno di erre arrotondate:

Il film originale era, essenzialmente, una storia d'amore. Una storia d'amore impossibile, soprattutto. Mentre qui sembra esserci più la storia di un'amicizia infranta. In effetti io non ho mai creduto alla storia d'amore. Perché Louna (interpretata dall'attrice Lola Le Lann, che non è potuta essere presente in conferenza stampa a causa di un malore, ndr) è molto bambina. Ci sono, oggi, ragazze di quell'età che sono già donne, già pienamente formate. Ma lei, Louna, era una bambina. Quindi non potevo credere che il mio personaggio fosse innamorato di lei. Però abbiamo cambiato il finale, questo sì .

Poi, Vincent Cassel si è gettato su una riflessione sul moralismo che porta a guardare con cattivo occhio la storia d'amore tra un uomo di cinquant'anni e una ragazza molto più giovane:

Io non trovo che sia così scandaloso. Io, ora che ho quasi 50 anni, mi sento quasi maturo. Ma le donne maturano prima. Voi avete qualcosa che vi fa maturare con molto anticipo. E non credo sia così scandaloso che un uomo di cinquant'anni possa avere una relazione con una donna più giovane. Lo scandalo è solo negli occhi di una certa moralità molto rigida. In realtà queste cose accadono di continuo e ci sono molti esempi da poter portare per avallare questa ipotesi.

Naturalmente un discorso come questo suscita molte domande da parte della platea, che vuol sapere che cosa ne pensa Vincent Cassel di una storia a parti invertite. E' lecito "permettere" anche una relazione tra una donna matura e un ragazzo molto più giovane?

Perchè no? A livello di relazione non cambia niente. Però c'è una cosa … ed è molto crudele, ma… Un uomo a 50 anni può ancora avere un figlio. Quindi c'è, come dire, un futuro fisiologico per la coppia. E la stessa cosa non può avvenire se è la donna ad essere più adulta. Le donne hanno un orologio biologico diverso. E questo è crudele, ma vero.

A questo punto interviene Jean-François Richet che spiega:

La cosa che mi piace di questo film è che, fondamentalmente, si può raccontare anche con storie diverse, in paesi diversi. Con uomino o con donne. Ma la cosa più importante e più interessante è che qui quelle che decidono sono le ragazze e quelli che subiscono sono i due uomini. Insomma, la donna non è la preda dell'uomo cacciatore. E' il contrario.

Vincent Cassel [credit: foto di Erika Pomella]
Vincent Cassel [credit: foto di Erika Pomella]

Allora a Vincent Cassel gli viene chiesto se pensa di potersi innamorare di una donna più giovane, magari figlia di un amico. O come reagirebbe se una delle figlie si presentasse a casa con un fidanzato molto più vecchio di loro.

Be', certo, la figlia di un amico … No, non la guarderei. Non la vedrei neanche. O almeno ci proverei. Poi per quanto riguarda come mi comporterei con le mie figlie quello che posso dire è che non lo so. Potrei dire che agirei in un modo o nell'altro, ma non ne sarei sicuro. Dopotutto non sarebb la prima volta che mi comporterei in modo diverso rispetto a quello che avevo pensato.

A questo punto all'attore, che è un mattatore serio e divertente al tempo stesso, viene chiesto di parlare di se stesso in qualità di padre. Com'è lui come padre? Che tipo di genitorialità rappresenta?

Diciamo che sono un padre molto simile a quello del personaggio che interpreto. Sono un papà aperto. Ed una cosa molto bella di questi tempi è la possibilità di essere un papà-mamma. In effetti la femminizzazione dell'uomo ha anche i suoi lati positivi. C'è una vicinanza con i bambini che i papà all'antica non conoscono. Io spero con tutto il mio cuore che le mie due figlie mi conoscano meglio di quanto io conoscessi mio padre, ecco tutto.

A questo punto si torna a concentrarsi sulla trama e sui personaggi messi in gioco dal film. Soprattutto ci si sofferma su Marie, interpretata da Alice Isaaz, figlia del personaggio di Vincent Cassel e migliore amica di Loula. Una ragazzina di quasi diciotto anni che si vede tradita doppiamente: prima da una delle sue migliori amiche e poi persino dal padre che, per una ragazza, rappresenta quasi sempre una sorta di primo amore. Jean-François Richet ha, allora, spiegato:

Marie è tradita su due livelli. Per prima cosa è tradita da una delle sue migliori amiche, e poi anche dal padre. Ma questa cosa era necessaria. Era necessaria alla narrazione, che si nutre di dramma. Se no raccontare una storia è inutile. In questo film tutti sono in conflitto con tutti. E non è una cosa nuova. E' una cosa che risale all'antica grecia, alle tragedie greche.

Vincent Cassel [credit: foto di Erika Pomella]
Vincent Cassel [credit: foto di Erika Pomella]

Vincent Cassel, però, ci tiene a sottolineare:

Marie però sbaglia. Capisco la sua reazione, naturalmente, ma lei non ha il diritto di scegliere per l'amica o per il papà. Okay, sei stata tradita e fa male, ma non può scegliere per gli altri. Marie dovrebbe capire che quella è la vita e che ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Anche quando fa male, anche quando ci sono da ingoiare dei bocconi amarissimi, la vita è quella … e ognuno deve fare quel che può.

Un giornalista poi chiede come sia stato lavorare con due interpreti tanto giovani e, in qualche modo, inesperte. A rispondere è ancora una volta Vincent Cassel che spiega:

Mi sentivo la responsabilità di proteggerle. Tutto qui, ma per il resto … Io penso che a volte anche un'attrice per la prima volta sullo schermo possa essere migliore di un attore professionista. L'esperienza, a ben guardare, ti ruba un po' di ingenuità … mentre queste giovani attrice ce l'hanno intatta. E per essere un buon attore tu devi mantenere quell'ingenuità, quella freschezza, quella meraviglia … Devi essere un bambino. Quindi in effetti è come se anche loro avessero insegnato qualcosa a me.

Stavolta è Jean-François Richet a intervenire:

Abbiamo fatto dei casting alla vecchia maniera, visionando qualcosa come seicento cassette. Ovviamente, poi, la mia non è stata una decisione presa in completa autonomia. Anche con Vincent abbiamo visto dei video e poi scelto le persone più adatte. Quello che però mi piace degli attori giovani è che io mi posso riappropriare di quello che, a ben guardare, è il vero compito di un regista. Dirigere gli attori e non semplicemente sparire dietro la macchina da presa.

La conferenza si chiude con Vincent Cassel che spiega quali sono i suoi ultimi progetti:

Allora… Ho due film brasiliani. Poi il nuovo film di Dolan, juste la fin du monde, dove recito a fianco di Gaspard Ulliel, Marion Cotillard e Lea Seydoux. Poi stasera devo tornare sul set di un film che sembra non finire mai. Jason Bourne 5, che sto girando da settembre e in cui farò il cattivo. E poi tornerò a lavorare con questo regista qui, (Richet, ndr) per un film d'epoca di cui non posso dire molto.

E' Richet a chiarire meglio le cose:

Diciamo che tornerò in qualche modo al noir, anche se è in costume … e che sarà ambientato durante l'Impero, sotto Napoleone Bonaparte.

E con queste notizie si chiude la conferenza stampa, non prima che Vincent Cassel spieghi alla platea:

Sono brasiliano nel cuore. Italiano d'adozione. Ma sono molto, molto parigino. Soprattutto parigino.

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