Cordon (2014)

L'assistente di laboratorio Jana, il poliziotto Jokke, la donna incinta Ineke, l'insegnante Katja con la sua classe, l'ambizioso dottor Cannaerts, l'afgano Anwar appena arrivato clandestinamente nel paese, l'adolescente tormentato Tyl, l'anziano Bert e sua moglie sono tutti assorbiti dalle rispettive occupazioni quotidiane, da responsabilità e ambizioni, quando le loro vite vengono improvvisamente sconvolte. Quando i medici dell'Istituto nazionale per le malattie infettive di Anversa scoprono un'allarmante malattia virale su un paziente, le autorità locali non hanno scelta. Il quartiere dove i personaggi vivono, lavorano o fanno la spesa, viene isolato per 48 ore per evitare la diffusione del virus. Inizialmente gli abitanti accettano la situazione: con rassegnazione, un po' di ironia e brontolando contro le autorità. Ma poi la quarantena viene prolungata a tempo indeterminato. E lo stato d'animo cambia improvvisamente per tutti: si rendono conto di essere intrappolati in un "cordone sanitario". All'interno del cordone ciascuno è lasciato a se stesso. C'è chi ha già firmato la propria condanna a morte, chi cerca di fare un bilancio della propria vita pensando al futuro. Altri approfittano spudoratamente della situazione per arricchirsi o cedere agli eccessi. Nel frattempo, al di fuori del cordone un poliziotto ligio al dovere e un giornalista scoprono di essere stati ingannati circa le cause del contagio. Capiscono che lo loro domande danno fastidio, ma continuano a indagare comunque. Fuori incombe la minaccia del contagio, mentre dentro -nelle case e nei posti di lavoro- la tensione sale. Emergono traumi, maturano vecchi conflitti e ne insorgono di nuovi. D'altro canto si formano nuove alleanze, si compiono nobili azioni, fioriscono bellissimi rapporti e le persone ricevono aiuto da altri quartieri. Dopo 30 giorni i sopravvissuti sono profondamente cambiati: niente è più come prima.

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