Senso Comune, troppe parole inglesi nella lingua italiana
Senso Comune, troppe parole inglesi nella lingua italiana
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Senso Comune, troppe parole inglesi nella lingua italiana

Lingua: Italiano | Durata: 00:03:31 |

Estratto video dalla puntata andata in onda lunedi 23 aprile 2018 di Senso Comune, lo show in onda tutti i giorni nell’access prime time di Rai3. In ogni puntata di Senso Comune, della casa di produzione tv Stand by Me, le telecamere catturano le reazioni e i commenti sulle notizie più calde di gruppi di […]

Estratto video dalla puntata andata in onda lunedi 23 aprile 2018 di Senso Comune, lo show in onda tutti i giorni nell’access prime time di Rai3. In ogni puntata di Senso Comune, della casa di produzione tv Stand by Me, le telecamere catturano le reazioni e i commenti sulle notizie più calde di gruppi di protagonisti, entrando nei loro uffici, nelle loro case, seguendoli nei negozi, nei supermercati e nelle palestre, scoprendo anche le dinamiche, i rapporti e le storie personali. Lo show propone l’attualità direttamente da chi la vive nel momento in cui una notizia arriva alle persone: le fa emozionare, arrabbiare, ridere, riflettere, discutere. Nella puntata in onda il 23 aprile si raccolgono le opinioni di italiani che la pensano come l’Accademia della Crusca: ci sono troppe parole inglesi nella lingua italiana. Nella puntata, tutti sembrano contrari all’utilizzo di certi inglesismi, soprattutto quando esistono nel vocabolario italiano un largo numero di parole corrispettive. ”Perché dire abstract e non riassunto? Perché parlare di fake news e non di notizie false?” Se lo chiedono le docenti Marina ed Emilia, secondo cui non c’è alcuna ragione perché si usano certi termini inglesi. ”Oltretutto bisogna anche saperli pronunciare” osservano. Allo stesso tempo sottolineano anche come a vietare l’uso delle parole straniere sia stato il Fascismo e quindi anche la censura forse non è la soluzione a certe abitudini. I pescatori Domenico, Michele e Stefano ricordano come da ragazzini nessuno di loro usava i termini display o chat mentre oggi non si sente parlare d’altro e anche per gli edicolanti Maddalena e Christian non c’è ragione per cui non si dica ”va bene grazie” anziché ”ok”. Si lamenta anche lo chef Maida, che si trova spesso a confrontarsi con persone che gli parlano di misunderstanding o di searching. ”Li sento e mi mettono già di malumore” – afferma. Più ironici i napoletani Raffaele e Raffaele che commentano ridendo l’annuncio di matrimonio in inglese del loro amico sul social network: ”Ma come Wedding Day? Con Concettina poi…”. Insomma in certi casi, le parole inglesi sembrano stonate oltre che inutili.

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