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Alexander Skarskard, Kristin Bauer e Valentina Cervi al Roma Fiction Fest

Alexander Skarskard, Kristin Bauer e Valentina Cervi sono stati ospiti al Roma Fiction Fest 2012 per la presentazione della quinta stagione di True Blood. Di seguito le interviste ai protagonisti.

Si è tenuta il 4 Ottobre, presso la Sala Risonanze dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, la conferenza stampa di presentazione della quinta stagione di True Blood, inedita in Italia, che sarà trasmessa a partire dal prossimo 23 Ottobre sul canale Fox (Sky). A presenziare l’evento, due dei personaggi più amati dell’intera serie: il vampiro Eric (Alexander Skarsgard) e la sua progenie Pam (Kristin Bauer). Ad accompagnarli, la new entry tutta italiana Valentina Cervi che nella quinta stagione interpreta la conturbante Salomé.

Accerchiati dai fans che, già da ieri sera sul Pink Carpet, imploravano per foto e autografi che gli attori americani si sono prodigati ad elargire con una gentilezza disarmante -e piuttosto rara nei divi nostrani- Skarsgard e Bauer hanno cominciato la conferenza stampa parlando proprio dell’ottima accoglienza del pubblico italiano.

La reazione che ho avuto, dopo l’accoglienza di ieri sera è stata: wow! Quando è cominciato true blood, nessuno di noi si aspettava che avesse tutto questo successo. Ed io (Skarsgard, ndr) non immaginavo che fosse così famosa anche in Italia. E’ stato entusiasmante e mi sono divertito molto ad incontrare tutti questi fan, così calorosi. Sono stato a Roma, la prima volta, circa dieci anni fa. Questa volta, però, venivo da un set a Vancouver dove ho dovuto fare una dieta serratissima. Perciò questo evento mi ha dato anche l’occasione di mangiare senza freni. E’ stato memorabile. Dopo il red carpet, ieri sera, siamo andati a mangiare, ed io ho preso un piatto gigantesco di pasta, del pane, tanta carne. E poi vino e birra … Fantastico!

Alle parole dell’attore di origine svedese, hanno fatto eco quelle della bellissima Bauer, che ha dimostrato di possedere anche una verve comica.

Io la dieta di cui parla Alex la faccio sempre, tutti i giorni, tranne il sabato forse. Infatti mi sono portata un paio di jeans più larghi. Era la prima volta che venivo a Roma, e mi sono divertita … a mangiare. A parte gli scherzi, è stato davvero bellissimo vedere quanto anche il pubblico italiano fosse affezionato ai nostri personaggi e quanto fosse caloroso nell’accoglierci.

Anche Valentina Cervi ha voluto dire la sua:

Per me è diverso. L’Italia è il mio paese e per me fare parte di uno show così importante è stato emozionante. Credo però di esserci accorta della portata del fenomeno solo ieri sera, quando ho visto tutta quella gente accorsa per vederci.

Dopo questi convenevoli e le scenette piuttosto divertenti tra Skarsgard e la Bauer è iniziata la conferenza vera e propria, mediata da Marco Spagnoli.

D: Valentina, parlaci del tuo personaggio.

Si chiama Salomé ed è ispirata a tutte le Salomé che conosciamo: da quella biblica a quella di Oscar Wilde. È una persona che usa la sua posizione pubblica e la sua seduzione per raggiungere i suoi scopi, anche se in realtà ha una ferita profonda dentro e per quanto riesca a nasconderla, questa ferita la spinge sempre verso un lato oscuro.

D: Valentina, come ti è capitata questa occasione e come ti sei trovata con il resto del cast?   

L’occasione mi è capitata in maniera molto semplice, a dire il vero. Ho fatto tre audizioni. Alan Ball ha visto una piccola parte che avevo fatto per un provino inglese e penso abbia trovato delle somiglianze tra me e il personaggio che stava cercando. Penso che volesse un personaggio exhotic, come dicono in America, anche se poi non si capisce mai bene cosa significhi. Io interpreto Salomé, quindi penso che Alan cercasse qualcuno tendente all’egizio, anche a livello di colori. Semplicemente corrispondevo all’idea che il regista aveva per la parte. Mi sono trovata benissimo sul set: True Blood è una grande famiglia, dove non ci sono prime donne, non ci sono star ma un gruppo veramente valido di attori e artisti. In America c’è una professionalità per la quale non ti puoi permettere di sbagliare.

So che siete stati diretti da Stephen Moyer in uno degli episodi della quinta stagione, volevo sapere come è stato essere diretti da un collega con il quale solitamente si recita, un amico immagino.  

Alexander Skarsgard: ho amato lavorare con Stephen quando ha diretto l’episodio, perchè conosce i personaggi molto bene, sono 5 anni che lavoriamo insieme. Di sicuro conosce Eric molto meglio degli altri registi che ci hanno diretto. Lui è un regista di grande talento, motivo per il quale gli hanno assegnato questo compito, in più è uno dei miei migliori amici quindi mi auguro che torni a dirigerne altri  

Kristin Bauer: Steve negli anni è diventato il guru al quale sul set mi riferisco per qualsiasi dubbio o domanda. Lui è un regista naturale, c’è una fiducia di fondo che è alla base del nostro rapporto quindi è stato molto semplice e divertente essere diretta da lui.  

Alexander Skarsgard: penso che dipenda dal fatto che sono cinque anni che lavoriamo insieme e di conseguenza ci conosciamo talmente bene che sappiamo come prenderci e cosa consigliarci a vicenda.  

Valentina Cervi: da quello che so erano 5 anni che Stephen voleva dirigere un episodio. L’aveva già chiesto nella seconda stagione ma Alan gli aveva consigliato di aspettare in quanto non era ancora pronto.  

Marco Spagnoli: Tra l’altro si dice spesso che ad essere diretti da un attore, gli attori stessi si sentano più protetti.

Kristin Bauer: Sicuramente è così.

Prima si faceva riferimento al successo riscosso dalle precedenti 4 stagioni, in merito a questo i social network rappresentano un catalizzatore, uno strumento importante per raggiungere ancora più fama secondo voi?  

Alexander Skarsgard: io sono terrorizzato dai social, cerco di stare lontano da Twitter, Facebook e da tutti questi blog. Non fraintendetemi, apprezzo davvero molto il fatto che esistano e che siano dedicati a me come attore, al mio personaggio, o allo show, con persone che lavorano duro per portarli avanti ma nella mia vita privata preferisco tenermene fuori, mi spaventa. Non credo che mi faccia bene come attore nè tantomeno  come essere umano. Non sono affatto come Kristin che legge tutto quello che trova su internet a riguardo e se leggi 20 giudizi, se 19 sono fantastici quello negativo ti rimarrà impresso per sempre.

Kristin Bauer: Mi hanno scritto “smettila di fare Angelina Jolie. Non sarai mai come lei”

Alexander Skarsgard: Parlo di questo. Basta un commento di 4 anni fa per farla ancora scoppiare a piangere. Ed io le dico in continuazione di non leggere, di lasciare stare, ma niente …  Ecco perché mi tengo lontano da tutti questi blog e fan site.  

Kristin Bauer: certamente ci sono dei lati negativi della cosa, mio marito a natale indossava un cappello ridicolo che ho fotografato e postato su Facebook e il giorno dopo la foto faceva il giro del mondo, questo è davvero sconveniente. Ma si può fare un uso sensato dei social, ora abbraccio questo mondo, guardo i miei numeri e mi piace il supporto dei fan, riesco in questo modo a portare avanti tutte le iniziative a scopi benefici delle quali mi occupo.  

Valentina Cervi: come Alex ho un rifiuto rispetto ai social più che altro per la freddezza che ha questo mezzo. Certo è straordinaria la libertà ma evito di leggere blog e siti perché poche volte l’ho fatto e ho letto delle cose davvero terribili.   Quanto vi mancherà Alan Ball?

Pensate che la chiave vincente di True Blood sia anche il fatto di essere uno show antitetico e diverso da altri film e serie incentrate sui vampiri, come Twilight e The Vampire Diaries?  

Valentina Cervi: il vampiro è una scusa. E’ una scusa per parlare d’altro e prendere una direzione diversa. Usa la primordialità del vampiro per attingere all’incredibile varietà di colori che l’essere umano ha, senza prendersi troppo sul serio.  

Alexander Skarsgard: non conosco molto bene gli altri show di vampiri, quindi non saprei cosa dire. Non so proprio, non ho gli elementi necessari per rispondere.

Kristin Bauer: non ho mai visto Vampire Diaries, ma qualche anno fa sono stata single per due anni e mi sono messa a leggere Twilight. Sono tornata ad essere sedicenne leggendo Twilight, poi ho portato le mie nipoti a vedere i film tratti dai libri e loro li hanno adorati. Mi sono sempre piaciuti i vampiri ma preferisco quando non possono uscire di giorno. Non è questione di essere snob. E’ un mio gusto personale.

 True Blood è probabilmente lo show più sexy della televisione mondiale, volevo chiedere come si stabilisce l’atmosfera che si ricrea sul set, al di là delle scene più hot

Alexander Skarsgard: certamente ci aggiriamo per il set sentendoci sempre molto eccitati, è questo il trucco.

Valentina Cervi: sapevo che ci sarebbero state delle scene di nudo ed ero molto preoccupata. Poi parlando con gli altri, mi han semplicemente detto che son sempre nudi sul set. Poi ho chiesto a Kristin come avrei potuto fare, e lei con un sorriso mi ha detto: “tesoro, smetti di mangiare”.

Kristin Bauer: Ha funzionato! 

Nella serie ci sono vampiri di ere diverse, voi di quale epoca vorreste essere?  

Alexander Skarsgard: io sono fortunato perché il mio vampiro ha mille anni e questo mi permette di mostrare il mio personaggio in diverse ere, dandomi la possibilità di girare in scenari diversi. Mi piacerebbe fare qualcosa magari a Roma o in Francia, quella del diciassettesimo secolo, potrebbe essere fico vedere Eric calarsi in quell’epoca.

Kristin Bauer: mi piace l’epoca in cui sono stata creata, perchè adoro i vestiti e le atmosfere di questi anni. Ma sarebbe bello vedere Pam muoversi in tutte le decadi. Gli anni Cinquanta, ma anche negli anni sessanta, in mezzo agli hippies.

Alexander Skarsgard: Avresti potuto fare una casalinga. Sarebbe stato divertente vederti in quelle vesti. Di giorno saluti i bambini: “Ciao bimbi, a dopo” e nel frattempo ti mangi il vicino.

Voi avete un’idea di quanto ancora possa durare True Blood? Avete mai parlato delle possibili stagioni future?  

Alexander Skarsgard: i nostri personaggi non invecchiano, quindi alla fine abbiamo qualche problema. Quando avrò sessantacinque anni e interpreterò Eric che non invecchia potrebbe essere sconveniente, a quel punto ci penseremo, fin tanto che avrò la sensazione che la scrittura è fatta bene e avverto la sfida andrò avanti. Chi lo sa, non posso dirvi cosa capiterà dopo.

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