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Intervista a Colin Farrell, protagonista di Total Recall – Atto di Forza

Intervista a Colin Farrell, protagonista dal prosimo 11 ottobre di Total Recall - Atto di Forza al fianco di Kate Beckinsale e Jessica Biel. Non ho avvertito alcuna pressione nel seguire le orme di Schwarzenegger, racconta.

Di seguito vi proponiamo l’intervista fatta a Colin Farrell, protagonista dal prosimo 11 ottobre di Total Recall – Atto di Forza, il film ispirato al noto racconto Ricordiamo per voi dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick, da cui è tratto anche Atto di forza del 1990, del regista tedesco Paul Verhoeven, con Arnold Schwarzenegger nel ruolo di protagonista. “Non ho avvertito alcuna pressione nel seguire le orme di Schwarzenegger” dice Farrell. “anche perché il nostro film è completamente diverso“.

In Total Recall- Atto di Forza Farrell intepreta il ruolo di Douglas Quaid, un uomo come tanti che vive in un futuro fantascientifico, accanto ad una moglie bellissima (Kate Beckinsale). Insoddisfatto della sua vita monotona, decide che un “viaggio mentale” potrebbe essere la soluzione perfetta e si rivolge alla Rekall. Quando, però, alla Rekall qualcosa va per il verso sbagliato, Quaid si ritrova braccato. In fuga dalla polizia – controllata da Chancellor Cohaagen (Bryan Cranston) – non può fidarsi di nessuno, tranne forse di una guerriera ribelle (Jessica Biel) che lavora per il capo del movimento di resistenza clandestina (Bill Nighy).
Il confine tra realtà e fantasia diviene sempre più labile. Gradualmente Quaid inizia a scoprire chi è veramente, il suo vero amore e il suo destino. Il mondo intorno a lui e la sua vita sono in pericolo.

Chi è il tuo personaggio, Quaid, in questa versione di Total Recall-Atto di Forza?

Abbiamo cercato di rimanere fedeli al racconto, in cui Quaid è un operaio, che conduce una vita tanto ordinaria da mettersi a fantasticare sulla possibilità di andare su Marte. Nel film, però, Quaid ha un sogno ricorrente a cui dà molta importanza. È un uomo qualunque, questo è il presupposto su cui si basa il personaggio, che inizia a sentirsi alienato da sua moglie, dal lavoro, dagli amici, e decide di farsi innestare un falso ricordo. Per questo decide di rivolgersi alla Rekall.

Non è il tuo primo film ispirato a un racconto di Philip K. Dick….

No, ho già recitato in Minority Report. Tutti e due i film presentano delle versioni del futuro non così distanti tra loro. Le opere di Dick a lungo sono state aperte a diverse interpretazioni e approfondimenti, ha ispirato una certa visione del mondo. Nessuno di noi, in fondo, pensa che il futuro sarà così roseo. La tecnologia sta andando avanti velocemente ma ciò che noi stiamo facendo al genere umano è piuttosto allarmante. Però, se la visione del futuro in Minority Report non è così scura, di certo lo è quella di Total Recall, Blade Runner, Alien e simili.

Ci sono molte scene d’azione in Total Recall, hai seguito un allenamento particolare?

Mi sono allenato costantemente con i pesi, tre o quattro mesi, per cinque o sei giorni alla settimana. E ho corso parecchio. Inoltre si fa cenno nel film che il protagonista potrebbe aver ricevuto una sorta di addestramento militare…Sapevo che si sarebbe trattato di un ruolo “fisico”, quindi ci ho lavorato su parecchio.

Sei stato lontano per un po’ dal mondo dei blockbuster prima di recitare in Total Recall. Ti è piaciuto quindi tornare a lavorare a una grossa produzione come questa?

Avevo recitato in alcuni film importanti che però non erano andati poi così bene, quindi non avevo più ricevuto così tante offerte per dei blockbuster. Poi è arrivata questa occasione. All’inizio non ero convinto. Poi ho letto il copione e l’ho trovato eccellente.
Inoltre per me Total Recall è stato un film molto più intimo di altri film più piccoli a cui ho lavorato. Ho lavorato a stretto contatto con Len Wiseman, il regista, e con gli altri attori. La troupe è stata fantastica,  ho vissuto a Toronto per cinque mesi e quindi siamo arrivati a conoscerci piuttosto bene. È stata un’esperienza molto più coinvolgente di quanto mi aspettassi. C’erano grandiose scene d’azione e fantastiche e rappresentazioni di mondi epici e bellissimi, ma eravamo soprattutto un gruppo di attori sul set, che cercavano di capire  le emozioni e i pensieri degli altri e di entrare in sintonia. Mi piacerebbe poter mescolare, recitare in ruoli sia in piccoli, sia grandi per il resto della mia vita”.

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