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Appuntamento a Land’s End, recensione del film con Timothy Spall

Un piccolo road movie tra le strade della Gran Bretagna, per seguire l'ultimo viaggio di un uomo anziano in preda ai suoi ricordi, interpretato da uno dei volti più noti del cinema inglese e internazionale, Timothy Spall.

Arriva adesso nelle sale italiane, con qualche anno di ritardo rispetto al Regno Unito (dove è uscito nel 2021) il film Appuntamento a Land’s End, una piccola produzione britannica diretta dallo scozzese Gilles MacKinnon (tra i suoi film precedenti Ideus Kinky-Un treno per Marrakech con Kate Winslet e Ritorno a Tara Road con Andie MacDowell).

Il film segue il percorso di Tom (Timothy Spall), un anziano signore che, rimasto vedovo dopo la perdita della moglie Mary (Phyllis Logan, nota ai più come la governante Mrs. Hughes della serie Downton Abbey), decide di compiere quello che molto probabilmente sarà il suo ultimo viaggio, partendo dalla sua casa a John o’Groats, villaggio nell’estremo nord della Scozia, fino per l’appunto a Land’s End in Cornovaglia, celebre per essere, sulla sporgenza di una penisola, il punto più a sud-ovest della Gran Bretagna, vale a dire spostarsi per centinaia di chilometri, e utilizzando solo autobus locali (da cui il titolo originale The last bus); l’intenzione di Tom è quella di ripercorrere a ritroso il tragitto che lui e Mary fecero da giovani per andare a stabilirsi in quella che sarebbe diventata la loro abitazione. Così l’uomo si imbarca in un viaggio che diventa anche l’occasione per rivivere alcuni ricordi, da quelli più piacevoli a quelli più dolorosi, portando a termine una sorta di missione che si è assegnato da sé; lungo la strada, soprattutto, Tom avrà modo di intrecciare il suo cammino con quello di tante altre persone, un campionario di varia umanità in grado di rappresentare di volta in volta gentilezza, egoismo, generosità, insofferenza e altri sentimenti e caratteristiche.

Una sceneggiatura originale che però richiama altre pellicole più o meno recenti viste sullo schermo

Il film non si basa nello specifico su una vicenda realmente accaduta, ma la trama non può fare a meno di suscitare quantomeno paragoni cinematografici, da un classico come Una storia vera (1999) di David Lynch al più recente L’imprevedibile viaggio di Harold Fry (2023) con Jim Broadbent, che presenta più di un punto di contatto con questo film.
Appuntamento a Land’s End è dunque un film che si fonda su una trama molto semplice ed essenziale, esponendo fin da subito l’obiettivo del suo protagonista e quindi anche della pellicola in sé, e allo spettatore non resta che imbarcarsi insieme a Tom in questo viaggio che riserverà qualche sorpresa, ma anche un senso di conferma di quanto si può già immaginare dal principio.

La storia in più punti procede con un ritmo lento e dilatato, nonostante sia complessivamente un film di breve durata, e quindi può dare la sensazione che manchi di alcune idee narrativamente forti; le sequenze che raffigurano il viaggio del protagonista sono intervallate da una serie di flashback che ci portano nei suoi ricordi, ripercorrendo alcuni momenti vissuti con la moglie: queste scene però sono sempre brevi e poco approfondite e, sebbene questo possa aiutare a non rendere la trama eccessivamente retorica o didascalica, resta anche una sensazione di parziale incompiutezza, e lo spettatore non riesce mai a conoscere davvero a fondo questa famiglia. La sceneggiatura potrebbe quasi sembrare una storia in costume, o quantomeno senza tempo, se non fosse per la presenza dei social media, che contribuiscono a fare di Tom, nel suo piccolo, una celebrità, dato che la gente comincia a filmarne le azioni e a condividerle sul web: un elemento, questo, che di fatto non aggiunge gran che alla trama, ma forse può servire ad accentuare la sensazione di interconnessione fra esseri umani che oggi è diventata la norma, e che amplifica tanto le azioni positive tanto quelle negative.

Centrale l’interpretazione del protagonista, in un ruolo che lo porta a invecchiare appositamente

In questo piccolo film, realizzato con un budget ristretto e che ci restituisce location per lo più rurali, lontano dalle grandi città, a dominare è naturalmente l’interpretazione di Timothy Spall, attore di tanto cinema e tv inglese, volto di diversi film di Mike Leigh, ma che ricordiamo anche in Il tè nel deserto, Vanilla Sky, Il discorso del re, e soprattutto anche vera e propria icona popolare grazie al ruolo di Peter “Codaliscia” Minus nella saga di Harry Potter; in questo caso, però, l’attore è chiamato a interpretare un personaggio che, nel copione, è immaginato come un uomo sulla novantina e non proprio in buona salute, pur essendo lui, invece, poco più che sessantenne al momento delle riprese: il risultato è che nella maggior parte dei momenti, forse caricando l’interpretazione al fine di avvicinarsi anagraficamente al ruolo, il suo Tom trasuda vera e propria sofferenza fisica, nella fatica a muoversi, perfino a parlare in alcuni casi; è un personaggio che però trasmette anche la sua integrità e dignità morale, unita a una placida e rassegnata accettazione dei fatti della vita che è certamente dovuta anche all’età, e che si traduce spesso in comprensione e tolleranza.

Appuntamento a Land’s End è dunque uno di quei film dal sapore antico, fondati su ritmi distesi e quieti, senza effetti speciali né supereroi ma centrati sui piccoli e grandi gesti (talvolta anche eroici, a modo loro) delle persone comuni nella vita di tutti i giorni, che è anche una celebrazione dei sentimenti, della famiglia, e dell’amore che resiste al tempo e alle tempeste della vita.

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