The Warehouse, lo stupendo libro di Rob Hart

Prendete il vostro smartphone.
Andate nella schermata delle applicazioni più utilizzate e aprire – sì, perché sappiamo che lo avete – il vostro account Amazon. Sconti del 15%, la comodità di trovare qualunque cosa di cui voi abbiate bisogno in poco tempo e senza scomodarvi a uscire di casa o a dover attraversare magari la città per un capriccio passeggero.
Tutto molto bello.
Tutto molto comodo.
Premettiamo subito che chi scrive non ha nulla contro Amazon e che, come molti altri, lo utilizza senza problemi e anche relativamente spesso.
Ma riflettendo sull'uso sempre maggiore che si fa di questo servizio, non possiamo fare a meno di notare che questo colosso della vendita e della distribuzione sta in qualche modo mettendo in ginocchio il libero mercato, inglobando piccole e medie realtà che non possono permettermi né gli sconti che fa Amazon, né la velocità di reperimento.
Ed è probabilmente da questo pensiero che è partito Rob Hart per scrivere il suo The Warehouse, romanzo edito da DeA Planeta i cui diritti sono stati acquistati da Ron Howard per trasformare questa storia in un film da portare sul grande schermo.

The Warehouse è, infatti, un romanzo dispotico e futuristico, che inquieta proprio per questa sua primordiale capacità di riflettere non tanto sul futuro verso cui ci stiamo dirigendo, ma sui danni che stiamo facendo al presente in cui dobbiamo vivere. Un presente in cui la tecnologia sembra aver preso il sopravvento sull'umanità, rendendo più difficoltosi (non impossibili) i rapporti umani, la semplice arte di trovare un lavoro e avere l'occasione di sostenersi quel tanto che basta per avere la libertà di decidere se farsi una famiglia o meno.

In questo modo ipotizzato da Rob Hart partendo dalla realtà dei fatti c'è Cloud, una mega-corporation che fabbrica qualsiasi prodotto di cui una persona possa aver bisogno e, allo stesso tempo, si occupa anche della sua distribuzione, facendo sì che ogni introito ricada nelle sue tasche, in un mondo dove il libero mercato è diventato ben presto una mera utopia. Protagonista della nostra storia è Paxton, che è al verde e non sa cosa fare della sua vita e così accetta di vivere in una MotherCloud, una piccola zona abitativa destinata agli impiegati di Cloud per poter vivere e lavorare in armonia. O almeno così viene pubblicizzato. Paxton è un uomo che ha perso la sua occasione, che ha saltato la chance di potersi costruire una vita senza dover dipendere da altri e che si trascina nella vita come una sorta di zombie, un uomo che è dovuto andare a lavorare a Cloud senza poter scegliere altrimenti. La sua vita, però, subisce un cambiamento quando Zinnia entra in Cloud, dopo aver superato delle prove d'ammissione davvero dure. Zinnia, ad un primo sguardo, sembra non essere diversa da tutti gli altri: ex professoressa, sembra solo una donna alla ricerca di un modo per poter guadagnare e sopravvivere. Ma Zinnia nasconde un segreto e un obiettivo misterioso, che rischieranno di cambiare tutte le carte in tavola. 

Naturalmente non è difficile fare una connessione immediata con il classico della letteratura distopica, il 1984 di George Orwell, che ha avuto il merito di individuare con una precisione quasi agghiacciante i tempi che stiamo vivendo. Allo stesso modo, Rob Hart scrive un libro che riflette su come l'umanità si sia in qualche modo persa dentro se stessa, dentro quel sogno di progresso che ci ha portato a vivere una vita più comoda, ma che di sicuro ha i suoi limiti. Questo lato contemporary di The Warehouse aumenta la difficoltà di catalogare questo romanzo, che tra le sue pagine ha più di un'anima. Il ritmo del thriller, le tematiche del distopico e, in quache misura, che gli schemi del romanzo di formazione. Si tratta, dunque, di un romanzo volto ad abbracciare la vita nella sua interezza come esperienza fatta di mille sfaccettature, il tutto asservito al bisogno di un racconto distopico.

Il ritmo del romanzo di Rob Hart è davvero incalzante ed è forse il suo punto di forza, capace com'è di trascinare il lettore pagina dopo pagina in un universo di protagonisti aggiunti, dove Cloud è sempre presente come una minaccia non proprio sotterranea, quel Grande Fratello già individuato con dovizia di particolari da George Orwell.

The Warehouse è un romanzo ricco, pieno di spunti di riflessione, ma che non si contenta di fare la morale su un mondo che, bene o male, abbiamo tutti accettato. Alla sua sconfinata attualità, infatti, si sposa una precisa consapevolezza della presenza del pubblico e della necessità di intrattenerlo. Ecco allora che ne esce un romanzo complesso ma profondamente affascinante, che vi terrà incollati fino all'ultima pagina.