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Il fondamentalista riluttante, una verità dalle mille facce

Presentazione del film Il fondamentalista riluttante, una verità dalle mille facce diretta da Mira Nair e tratta dal romanzo di grande successo scritto da Mohsin Hamid.

"L'apparenza inganna." dice Changez Khan. "Una regista indiana che realizza un film su un uomo pachistano. Non è una cosa semplice", dice il romanziere e co-sceneggiatore Mohsin Hamid di Il fondamentalista riluttante, il nuovo film della regista, vincitrice di un Oscar, Mira Nair, tratto dal romanzo di grande successo scritto da Hamid, che porta lo stesso titolo (Il fondamentalista riluttante, Torino: Einaudi).

Nair visitò per la prima volta il Pakistan nel 2005. "Da bambina, nell'India moderna, c'era un muro tra questi due paesi, che non poteva mai essere scavalcato. E' stato 7 anni fa, quando fui invitata a presentare i  miei film in Pakistan, che ebbi la possibilità di andare nella terra in cui mio padre aveva passato la giovinezza, prima della divisione tra India e Pakistan. Scoprire il paese, la cultura, la gente – sembrava tutto terribilmente familiare. Sono stata immediatamente ispirata a fare un film contemporaneo sul Pakistan, specialmente in quest'epoca in cui lo scisma che si percepisce tra gli islamici e il mondo occidentale diventa ogni giorno più pronunciato".

"La gioia di questo film," osserva Nair, "è che ci rivela il Pakistan in una maniera che non vediamo mai sui giornali; con la sua raffinatezza straordinaria, la lancinante poesia di Faiz Ahmed Faiz, la sua sconvolgente musica sufi e l'antica cultura che sa muoversi con sicurezza nel mondo della moda, della pittura e dello spettacolo. Questo mondo è posto in parallelo, con una certa fluidità, con l'energia di New York, con la spietatezza dell'America delle multinazionali e, attraverso l'amore del nostro eroe Changez per l'elegante, artistica Erica, si offre un ritratto della società di Manhattan allo stesso altissimo livello un tempo occupato dalla famiglia di Changez a Lahore".

Nair continua: "Negli ultimi anni abbiamo visto molti film sulle guerre in Iraq e in Afghanistan, ma sempre raccontate dal punto di vista americano. Nella nostra storia, l'incontro tra i personaggi di Changez e di Bobby rispecchia il reciproco sospetto con cui si guardano l'America e il Pakistan (o il mondo musulmano). Apprendiamo che a causa della guerra americana al terrore, Changez fa esperienza di un mutamento sismico nell'atteggiamento, scoprendo rapporti di lealtà più fondamentali del denaro, del potere e perfino dell'amore", dice la regista. "Nel frattempo vengono rivelate altre forme di fondamentalismo, comprese quelle del tipo praticato dalla società che un tempo dava il lavoro a Changez, la Underwood Samson. Il modello di espansione globale di quest'ultima è: 'concentrarsi sui fondamenti'. Dato il titolo del film, e data l'atmosfera sempre più tesa tra Changez e il suo interlocutore americano, ci aspettiamo la  rivelazione che  Changez sia  andato, per  quanto 'con  riluttanza', fino  in  fondo nella direzione del lato oscuro dell'estremismo. Ma è proprio così? L'aspetto notevole di Il fondamentalista riluttante è che si tratta di un dialogo vero tra identità e percezione, e su questioni relative all'Io diviso nell'era della globalizzazione."

Il fondamentalista riluttante è, ad oggi, il progetto più ambizioso di Mira Nair. Questo film è una sfida, costringe a pensare, è commovente e sensuale. Girato in cinque città sui tre continenti con un cast e una troupe veramente internazionali, tra stelle di Hollywood, Pakistan e India, fra cui Riz Ahmed, Kate Hudson, Om Puri, Shabana Azmi, Liev Schreiber e Kiefer Sutherland, il film ritrae due mondi molto diversi che si incontrano attraverso il dialogo.

"Il libro è un elegante gioco mentale", spiega Nair. "Parla di come ci vediamo, Oriente e Occidente. Sentivo di conoscere intimamente i mondi descritti dal libro, sia dall'interno che dall'esterno". La sensazione che nulla sia completamente come appare permea ogni aspetto del film di Nair, dall'Io diviso dei personaggi, ai luoghi delle riprese, in cui Atlanta rappresenta New York e Delhi fa le veci di Lahore e Istanbul.

"Due uomini si incontrano, hanno una conversazione. Il ticchettio di un orologio. La vita di un uomo appesa a un filo. Non sappiamo cosa succederà – chi vivrà e chi morirà. Il ritmo del film è pieno di suspense, ma io sono una persona piena di appetito per la vita, la bellezza, la famiglia e la moda. I miei film vi portano anche in questo viaggio", dice la regista.

"Il fondamentalista riluttante è un esercizio di guarigione e riconnessione personale", spiega. "Io e alcuni membri della mia famiglia abbiamo sentito l'impatto degli eventi degli ultimi dieci anni. Il film è un tentativo, tra le altre cose, di rimettere insieme i pezzi. Non negando le tensioni che sono emerse, ma indicando i modi in cui possiamo attraversarle e rimanere umani nonostante esse esistano". Nair, che ha un figlio di 21 anni, spera di parlare con questo film ai giovani di tutto il mondo. "E' per loro, nella speranza che possano essere forti e riconoscere il loro percorso personale in quello di Changez."

Lydia Dean Pilcher, co-produttrice da lunghi anni dei film di Nair, ha affermato che alcuni finanziatori si sono chiesti all'inizio se il film sarebbe stato ancora attuale una volta finito, dato il paesaggio politico mutevole nel quale è ambientata la storia. Pilcher osserva: "A meno che la pace mondiale non sia imminente, il significato di questi temi non verrà mai meno ed è infatti per questo che il romanzo è oggi presente un po' ovunque nei programmi scolastici e universitari di tutto il mondo".

Hamid aggiunge: "Quello che offre questo film è la presenza di un essere umano con il quale sentirsi solidali e nel quale ci si può rispecchiare a livello umano. Non si vedono personaggi come Changez nei film, o certo non se ne vedono molti. Quello che riesce a ottenere questo film è di allontanarsi dalla teoria, dal dibattito politico più acceso e di avvicinarsi alla dimensione emotiva e umana, e riesce a farlo abbastanza bene da disarmare e sorprendere il pubblico".

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