Logan+%26%238211%3B+The+Wolverine%2C+Recensione
movieteleit
/recensione/logan-the-wolverine-film-recensione/amp/

Logan – The Wolverine, Recensione

Logan - The Wolverine è forse il film più intimo e delicato di tutto l'universo di cui fa parte; una pellicola che si concentra sul proprio eroe, tratteggiandolo con le sfumature fosche del tramonto, della fine, dell'epilogo necessario per dar senso a tutta un'esistenza. E Hugh Jackman si getta a capofitto in questa avventura, dando al suo Wolverine una dimensione umana davvero toccante.

E' passato del tempo: difficile enumerarli, ma gli anni trascorsi si riflettono nei capelli grigi di Logan che, invecchiato e indebolito, sembra quasi non essere più in grado di riconoscere se stesso nei panni di Wolverine, il mutante fatto di adamantio che aveva guidato gli X-Men in innumerevoli battaglie. Adesso Logan è un uomo stanco, che guarisce sempre con maggior fatica, che non ha piacere a passare tempo con altri esseri umani ed ha l'unico scopo di prendersi cura del suo ex mentore Charles Xavier, sempre più malato e debole, incapace quasi di gestire i suoi poteri mentali. Tutto cambia quando nella vita dell'ex eroe entrano Gabriela e Laura, che sono in fuga da un misterioso dottore che vuol appropriarsi della bambina che, stranamente, ha poteri molto simili a quelli di Wolverine …

Diciassette anni fa, quando la saga di X-Men arrivò nelle sale di tutto il mondo, non furono in pochi a storcere il naso all'idea che lo statuario attore australiano Hugh Jackman prestasse il proprio volto a Wolverine. Gli anni, come si diceva in apertura, sono però maturati e, ad oggi, è strano anche solo pensare all'ipotesi che ci sia un altro attore ad interpretare Logan. Tuttavia l'arrivo nelle sale di Logan- The Wolverine, per la regia di James Mangold non lasciava presagire nulla di buono; il regista, infatti, aveva già manovrato il destino di Wolverine nel pessimo Wolverine – L'immortale, una delle pellicole più brutte di tutto l'universo filmico dedicato ai mutanti. A spingere gli studios a dargli una seconda possibilità è stato Deadpool, film dedicato ai supereroi sui generis, che ha lasciato intravedere tutte le potenzialità che Mangold avrebbe potuto avere se lasciato a briglie sciolte.

Il risultato è stato proprio Logan – The Wolverine, un film stupendo come non se ne vedevano da anni in ambito di X-Men. Il regista, infatti, mette il proprio supereroe all'interno di una storia di redenzione e vendetta, in cui Logan dovrà fare pace con se stesso e con tutti i fantasmi che lo perseguitano, chiedendo perdono per i suoi sbagli e, soprattutto, cercando un modo per potersi perdonare di tutti gli errori compiuti negli anni che lo hanno portato anche a perdere persone molto importanti della sua vita. In questo senso, Mangol dirige un film sui supereroi che sembra richiamare moltissimo il western e il topos dell'uomo solitario, gettato contro un orizzonte ignoto e pericoloso, con tanto di damigella in pericolo da salvare da oscuri manigoldi spinti solo dal desiderio di potere e di ricchezza.

Logan – The Wolverine è forse il film più intimo e delicato di tutto l'universo di cui fa parte; una pellicola che si concentra sul proprio eroe, tratteggiandolo con le sfumature fosche del tramonto, della fine, dell'epilogo necessario per dar senso a tutta un'esistenza. E Hugh Jackman si getta a capofitto in questa avventura, dando al suo Wolverine una dimensione umana davvero toccante, che nei precedenti capitoli era stata solo accennata con pennellate veloci e imprecise. Qui, invece, si entra nel cuore del supereroe e, soprattutto, si impara a far amicizia con le ombre che si trascina dietro e che sembrano sempre troppo desiderose di avvilupparsi alle sue caviglie per farlo cadere a terra, sconfitto. Ma l'uomo di adamantio è un uomo che, volente o nolente, è stato creato per resistere: così, Logan, resiste. Attacco dopo attacco, ferita dopo ferita, riemerge dalle sue stesse ceneri, come il franchise a cui appartiene. Un franchise che, in questa pellicola, trova spazio anche in un facile espediente metanarrativo, quando cioè Wolverine si affaccia sul suo stesso volto dipinto nei fumetti degli X-Men, quasi il regista avesse voluto sottolineare proprio una divisione tra l'uomo e l'eroe, tra l'essere umano e il mutante creato in laboratorio. Il risultato è un film intenso, intelligente, un western supereroistico che rapisce il cuore.

Post recenti

Appuntamento a Land’s End, recensione del film con Timothy Spall

Un piccolo road movie tra le strade della Gran Bretagna, per seguire l'ultimo viaggio di…

3 mesi fa

E all’improvviso arriva l’amore, recensione del film di Rebecca Miller

Peter Dinklage, Anne Hathaway e Marisa Tomei sono gli interpreti principali di una commedia agrodolce…

3 mesi fa

Echo: il penultimo episodio è un viaggio intimo nei conflitti interiori dei personaggi

Maya affronta il suo passato e Kingpin cerca di riconquistare la sua fiducia, ma una…

3 mesi fa

The Holdovers-Lezioni di vita, recensione del film di Alexander Payne con Paul Giamatti

Dopo 'Sideways', si ricompone la coppia composta da Alexander Payne regista-Paul Giamatti protagonista, per una…

4 mesi fa

Echo, episodio 3: Kingpin è vivo, Maya e Bonni si riavvicinano

Episodio 3 di Echo: Maya Lopez è in fuga da Kingpin, ma deve anche proteggere…

4 mesi fa

Chi segna vince, la recensione del nuovo film di Taika Waititi

'Chi segna vince' è il nuovo film diretto da Taika Waititi, un film sul calcio…

4 mesi fa