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Per mio figlio, la recensione

Per mio figlio è un film ben riuscito che in modo malinconico ed introspettivo, racconta il desiderio di vendetta di una madre per il proprio figlio, perso tragicamente in un incidente stradale.

Diane (Emanuelle Devos) è una donna che ha da poco perso il figlio, investito da una macchina, una Mercedes color caffè. Con solamente questa informazione e pochi altri indizi, la donna, deciderà così di andare alla ricerca del conducente della vettura, per cercare vendetta. Ciò che scoprirà però, sarà qualcosa di inaspettato.

In molti film viene affrontata la tematica della perdita di una persona cara o, come in questo caso, di un figlio.  Per mio figlio l'opera del regista Fréderic Mermoud, affronta questa tematica non dal punto di vista usuale, ovvero concentrandosi sul dolore per la perdita o sull'avvenimento stesso, ma lo fa invece in un modo diverso, decidendo di mostrare in particolar modo il desiderio di vendetta per la persona che è stata portata via. Non c'è spazio quindi per le emozioni, Diane, la protagonista, è una donna fredda, svuotata, seppur a tratti ancora molto fragile, che ha una sola missione e un solo scopo, e che non ha intenzione di arrendersi fino a che non lo avrà raggiunto, a prescindere dagli ostacoli che si troverà davanti.

La storia, basata sul romanzo "Moka" di Tatiana de Rosnay, abbandonando quindi le sembianze del melodramma, sebbene sia pregna di malinconia, assume l'aspetto di un giallo e per la maggior parte del tempo il film risulta carico di tensione e di suspense, nonostante il ritmo della narrazione  sia abbastanza lento. La tragedia è di per sé solo accennata, se ne parla esplicitamente solo in alcuni momenti, ciò che è invece viene mostrato è come una donna, ed una madre, reagisce a ciò che le è capitato.

La sceneggiatura, scritta dal regista stesso e da Antonin Martin – Hilbert, è risulta molto buona, viene lasciato però poco spazio ai dialoghi, facendo prevalere l'introspezione ed i silenzi, che dicono decisamente di più rispetto a quanto possano fare le parole. Ottima la scenografia così come la fotografia, che da ancora più risalto ai suggestivi paesaggi e panorami che ci vengono mostrati.

Per quanto riguarda il cast invece, le due attrici protagoniste, Emmanuelle Devos e Nathalie Baye, sono perfette per i loro ruoli e bravissime nell'interpretarli, dando prova di grande talento dovendo mettersi alla prova con personaggi complessi. Da menzionare positivamente è inoltre la bellissima e malinconica colonna sonora, ricca di brani di musica classica uniti alle musiche originali di Christian Garcia e Grégoire Hetzel.

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