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Quel Bravo Ragazzo, la Recensione

Quel Bravo Ragazzo è un film piacevole che riesce a far sorridere anche di un fenomeno brutale come la mafia.

Si può ridere di un fenomeno tragico come la mafia? La risposta è sì, si può fare. Ce l'ha insegnato Pif con quella perla di cinema italiano di "La mafia uccide solo d'estate" e ce lo conferma "Quel bravo ragazzo". Nato da un'idea di Ciro Zecca, che inviò questo soggetto al produttore Mauro Berardi, il film di Enrico Lando si presenta come una buonissima commedia.

Don Ferdinando (Luigi Maria Burrano), un mafioso siciliano potentissimo, è in fin di vita e manda il suo fido avvocato Enrico Greco (Ninni Bruschetta) alla ricerca di suo figlio, mai conosciuto prima. I suoi scagnozzi, Vito ed Salvo (Tony SPerandeo ed Enrico Lo Verso), riescono a trovarlo ma la persona che incontrano non assomiglia lontanamente al padre. Leone (herbert Ballerina) è un ragazzo di 35 anni che è cresciuto in un orfanotrofio facendo il chirichetto. Spetterà proprio a loro due trasformarlo in un degno e spietato erede del capo di uno dei più spietati clan mafioso, incontrando non poche difficoltà. Intanto però, la DIA è pronta ad intervenire per distruggere tutti i clan presenti a Ragusa.

Dopo film decisamente mediocri come "I soliti idioti" ed "I soliti idioti 2", Enrico Lando dirige un film che riesce a far divertire senza l'uso di un linguaggio scurrile e battute al limite. "Quel bravo ragazzo" riesce a sfruttare l'ironia come strumento funzionale alla critica del sistema mafia che attanaglia l'Italia, proprio come afferma il regista durante la conferenza. L'ironia come punto di forza affiancata anche all'ottima prima interpretazione di Luigi Luciano, noto a tutti con lo pseudonimo di Herbert Ballerina, divenuto famoso per gli sketch di Maccio Capatonda. "La sua purezza, il suo essere candido è una sfumatura essenziale per la riuscita del film e del messaggio che vuole dare." ci conferma Daniela Virgilio, la Patrizia di "Romanzo Criminale – La Serie", qui nei panni della poliziotta Sonia.

Aggiunge Herbert Ballerina "Rispetto agli sketch che facevo con Marcello (Maccio Capatonda, NdR), qui il tipo di comicità è differente: è più adatta ad un film di genere che ad un film satirico, come poteva essere "Italiano Medio". È stata comunque utile per inserire un soggetto come il mio in un contesto molto più grande di lui."

In conclusione, "Quel bravo ragazzo" è un film piacevole che riesce a far sorridere anche di un fenomeno brutale come la mafia. Speriamo che sia un segnale forte di ripresa per un genere, quello della commedia all'italiana, che sta attraversando una fortissima crisi.

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