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The Crown, in anteprima la recensione della 4 stagione in arrivo su Netflix

Sarà disponibile a partire dal prossimo 15 Novembre la quarta stagione di The Crown, in cui viene affrontato uno dei decenni più particolari per la famiglia reale: gli anni '80, tra la Iron Lady e l'arrivo della principessa Diana

Arriverà il 15 Novembre l'attesissima quarta stagione di The Crown, uno dei gioielli di casa Netflix che pone l'accento sulla dinastia dei Windsor, riuscendo a miscelare con grande arte le documentazioni e l'ufficialità di una delle famiglie più in vista del mondo con una certa tendenza alla romanticizzazione che aiuta ad aumentare l'empatia e il coinvolgimento del pubblico.

Con la quarta stagione – in cui la grandissima Olivia Colman riprende i panni della Regina Elisabetta II – The Crown affronta uno dei decenni più controversi per la corona britannica, quello degli anni '80. Un decennio su cui troneggia l'ombra delle sommosse irlandesi, e quella di Margareth Tatcher, la Iron Lady ritratta al cinema da Meryl Streep e che qui ha le fattezze di una straordinaria Gillian Anderson. Ma gli anni '80 sono soprattutto gli anni in cui nella famiglia reale arriva uno dei personaggi più amati e più tragici della storia della monarchia inglese, Diana Spencer (Emma Corrin), che di colpo diventa il centro emotivo verso cui lo spettatore catalizza la sua attenzione ma anche la sua partecipazione più sensibile.

La quarta stagione di The Crown, dunque, pone l'accento sul matrimonio con il Principe Carlo (Josh O' Connor), sulle difficoltà della principessa di trovare un proprio luogo all'interno della corte e ai disturbi alimentari che svilupperà man mano che la sua vita procede e la consapevolezza che suo marito non la ami diventa una realtà dalla quale è impossibile scappare. Allo stesso modo emerge la figura di un principe ereditario fragile, che ha bisogno dell'accettazione costante e di continui plausi al suo operare. Un uomo insicuro e spaventato dal suo stesso ruolo, che si cela dietro rabbia e risentimento quando vede il suo posto nel mondo venir usurpato. Un uomo triste e solo, costretto quasi a sposare una donna, a dispetto dei suoi sentimenti verso un'altra.

Non sembra un'affermazione troppo lontana dal vero ammettere che la quarta stagione di The Crown è probabilmente la migliore tra quelle offerte dal sempre ottimo prodotto d'intrattenimento, che mostra il dietro le quinte di un'esistenza passata a seguire l'etichetta e il protocollo, anche a costo di allontanare, nascondere e dimenticare altri membri della famiglia, come viene dimostrato nella bellissima storyline dedicata alla principessa Margareth (Helena Bonham Carter). Questa quarta stagione di The Crown, elegante nella realizzazione come è sempre stata sin dall'inizio, riesce a catturare ancora di più l'attenzione dello spettatore, mettendo sul piatto della bilancia molte tematiche che hanno dato un volto agli anni '80 e le cui conseguenze di vedono ancora oggi, a distanza di trent'anni.

È una serie ancora più concentrata sui suoi personaggi e sui limiti e le zone d'ombra di una famiglia che è costretta a rispondere al pubblico ancor prima che a se stessi, a rispecchiarsi sulle pagine dei giornali rispetto ad un semplice specchio. Con l'ottima colonna sonora sempre capace di accompagnare con cognizione di causa i vari cambi di tono e situazione, The Crown 4 è una serie che si può divorare senza sforzo, che scivola via come uno spettacolo da cui è pressoché impossibile distogliere lo sguardo. Questo anche – e soprattutto – non solo alle grande qualità della sceneggiatura, ma soprattutto alle prove istrioniche offerte da tutto il cast, che portano sul piccolo schermo una delle testimonianze più vivide di cosa sia oggi il talento. Un plauso, inoltre, va riconosciuto sempre all'attenzione destinata alla ricostruzione storica e alla riproposizione di documenti fotografici che sono entrati nell'immaginario collettivo e che dunque rappresentano un punto di riferimento per gli spettatori, soprattutto quelli che hanno sempre seguito le vicende della famiglia reale.

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