Planes 2: Ferrell Barron e Bobs Gannaway presentano il film a Roma


Il regista Bobs Gannaway e il produttore Ferrell Barron sono atterrati a Roma per presentare la loro ultima fatica, 'Planes 2: Missione Antincendio', presentato poi in anteprima al Festival di Giffoni.

Si è svolta sotto il cielo plumbeo di una Roma schiacciata da un improvviso temporale estivo che ha fatto abbassare le temperature e alzare l'attesa della vera estate, la conferenza stampa di Planes 2: Missione Antincendioultima fatica di casa Pixar, presentata ieri in anteprima anche all'interno del Festival di Giffoni. A presentarlo sono arrivati il regista Bobs Gannaway e il produttore/doppiatore Ferrell Barron, oltre che i doppiatori italiani Marco Marzocca Savi&Montieri; tutti hanno risposto alle domande dei giornalisti nella bella cornice del Regis Hotel a piazza della Repubblica.

L'incontro è cominciato con i due cineasti americani che hanno parlato di uno dei temi portanti della pellicola, ossia la vecchiaia. Il regista Bobs – il nome vero è Roberts e, in conferenza stampa, ha dichiarato che ormai tutti lo chiamano Bobs e che arriverà il giorno in cui farà anche a meno del cognome, come Cher – ha spiegato:

Nel film abbiamo vari personaggi anziani. Ad esempio abbiamo Mayday, un vecchio camion antincendio e per Dusty lui rappresenta la casa, il cuore. Mayday è un personaggio che invecchia all'improvviso per qualcosa di cui è responsabile Dusty. All'inizio lo vediamo allegro, pieno di vita, ma poi Dusty fa qualcosa che fa emergere la sua vecchiaia. Nel descrivere questo personaggio ho pensato molto a mio nonno. Sapete, lui era un tipo molto allegro e giovanile, solo che poi si è ammalato e nel corso di una settimana è invecchiato di venti anni e la cosa mi ha molto impressionato. Per questo ho deciso di raccontare in questo modo la storia.

La domanda successiva riguardava la durata della pellicola e il modo in cui, almeno negli ultimi anni, il cinema si è riempito di film eccessivamente lunghi. Al contrario Planes 2 è una pellicola che si poggia su una durata standard, che sembra quasi richiamare un vecchio modo di fare cinema. Per questo è stato chiesto ai due artisti se si erano impegnati per far sì che la durata non sforasse eccessivamente un dato limite di minutaggio. A rispondere è stato Ferrell Barron, che ha detto:

Non abbiamo costruito questo film in termini di "durata". Abbiamo usato il tempo necessario per raccontare la storia che volevamo raccontare. A noi piace essere diretti. In altre parole il film è lungo tanto quanto è necessario alla storia per esprimere se stessa.

Planes 2 è una pellicola piena di citazione, come quasi tutti i film della Pixar. L'omaggio che però salta subito all'occhio, anche allo spettatore più distratto e meno attento ai tributi metatestuali, è l'omaggio alla serie tv anni '80 Chips, che in Planes 2 diventa Chops. Per questo è stato chiesto al regista Gannaway come fosse arrivato a questo omaggio, che rappresenta un tributo piuttosto divertente:

Naturalmente l'omaggio salta subito all'occhio, perchè abbiamo cambiato solo una lettera. "Chips" diventa "Chops". Avevamo pensato a questo omaggio sin dall'inizio, anche perchè noi tutti siamo fan di "Chips". Inizialmente quando ho presentato la storia a John Lassater, spiegando il personaggio di questo aereo che era un attore in questa data serie televisiva, lui ha storto la bocca, perchè trovava la storia molto autoreferenziale. Ma quando poi gli ho spiegato la storia del personaggio – ossia di lui che prima era un attore, ma poi ha visto il suo compagno morire perchè lui non è riuscito a salvarlo – John ha capito che questo omaggio era qualcosa di più: era un antefatto, qualcosa che serviva per caratterizzare il personaggio.

Così come la vecchiaia, un altro tema importante è quello, se così vogliamo chiamarla, della "Malattia". Dusty, infatti, all'inizio del film scopre che la sua trasmissione è andata e che è talmente vecchia che non esiste un modello per sostituirla; questo porta all'abbandono delle varie competizioni. Ad emergere dunque è l'immagine di uno sportivo ferito, un eroe che deve rinunciare al suo grande sogno. E' stato chiesto allora da dove fosse scaturita questa idea così adulta per un film destinato quasi interamente ai più giovani. A rispondere è stato sempre il regista:

L'idea è venuta dalla ricerca. Siamo partiti da Dusty quando era ancora un aereo agricolo, che però ha modificato il proprio motore per poterlo usare nelle competizioni. Perciò abbiamo parlato con un meccanico per sapere che cosa poteva accadere nella realtà ad un aereo quando gli viene modificato il motore. Da queste conversazioni è nata l'idea del guasto alla trasmissione.  Eravamo interessati a mettere in scena un eroe che deve affrontare una sfida. Una volta che ti rendi conto che il tuo sogno non si può realizzare, sei pronto a mollare? Sei pronto ad andare avanti? Può sembrare un messaggio molto adulto, ma in realtà si può applicare a tutti. Anche i bambini possono imparare che ci può essere qualcosa a cui bisogna rinunciare e questo può essere l'inizio di una strada nuova.

Dopo questo, Gannaway ha parlato del suo rapporto con la Disney:

Sono sempre stato un fan della Disney. Mi sono molto divertito a prendere i personaggi classici [Gannaway ha scritto alcune storie per il club di Topolino e alcuni telefilm tratti dai più grandi classici Disney, ndr] Mi è piaciuto inventare nuove storie e scoprire dove erano andati tutti quei personaggi, anche se i miei erano solo episodi brevi. Ho avuto la fortuna di lavorare su Topolino quando Disney era ancora vivo. Ora però c'è questo mondo  che John Lasseter ha creato. Lui è una persona che ti aiuta, che ti sostiene. E' un artista dentro di se, un artista che vuole che i suoi registi lascino la loro impronta nei suoi film. E' come se ci consegnasse, di volta in volta, le chiavi del castello.

La domanda successiva, invece, riguardava il produttore Ferrell Barron, a cui viene chiesto se il suo vero amore sia la produzione di un film o la recitazione. Il produttore, pieno di sorrisi, risponde onestamente:

Il mio primo amore è la recitazione. Stare davanti alla telecamera e lavorare con i registi è qualcosa che mi piace moltissimo. Però ho sempre avuto interesse per come viene realizzato un film. Quando fai l'attore ti occupi solo di quello e poi il tuo lavoro finisce. Invece io ero interessato a come si realizzasse una pellicola. Sono stato molto fortunato ad entrare in questo mondo dell'animazione. Come produttore mi sento più soddisfatto perchè sono coinvolto sempre e comunque, in ogni fase. Vedere uscire il tuo film, girare per il mondo per presentarlo è anche molto soddisfacente da un punto di vista di investimento emotivo.

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