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Beast, recensione film con Idris Elba

Idris Elba è protagonista di un survival movie ambientato in una riserva naturale del Sudafrica, dove un uomo si trova a dover lottare con un leone per proteggere le sue figlie.

Una spietata lotta per la sopravvivenza tra uomo e animale, negli ampi spazi della savana, è il nucleo di Beast, film d'azione e avventura che vede protagonista Idris Elba: qui l'attore interpreta Nate Samuels, un medico, padre di due figlie adolescenti, la cui ex moglie è recentemente morta di tumore; nel tentativo di rafforzare il rapporto con le figlie e aiutarle a superare il dolore per la perdita della madre, Nate organizza un viaggio in Sudafrica, dove la donna era cresciuta e dove si erano conosciuti. I tre sono ospiti di Martin (Sharlto Copley), amico di famiglia e biologo che lavora in una riserva naturale, e potrà così mostrare loro la fauna locale: la vacanza si trasforma però in un incubo quando i protagonisti si ritrovano braccati da un leone pericolosissimo e fuori controllo.

Beast è un nuovo capitolo nella filmografia del regista islandese Baltasar Kormàkur che va a esplorare lo scontro tra l'uomo e la natura, dopo la spedizione in alta quota raccontata in Everest e la traversata sull'oceano travolta dall'uragano di Resta con me.

Nei survival movies di questo tipo, una delle sfide di solito è coniugare spettacolarità e adrenalina con un fondo di verosimiglianza e realismo, anche per favorire l'identificazione dello spettatore che può chiedersi cosa avrebbe fatto al posto dei protagonisti, persone normali intrappolate in una situazione disperata; Idris Elba è uno di quegli interpreti scelti spesso per ruoli fisici e d'azione ma in grado di suggerire anche intelletto e umanità, oltre a esibire, se non proprio superpoteri, almeno qualche competenza particolarmente utile: qui il suo personaggio (così come accadeva già in Il domani tra di noi, dove si ritrovava disperso sulle montagne insieme a Kate Winslet) è un medico, il che non guasta, date le circostanze. Beast pone alla base di tutta la vicenda il dramma del lutto, i rapporti familiari tesi tra rimpianti e sensi di colpa, dinamiche piuttosto classiche per cui i protagonisti non sono delineati con grandissima originalità, compresi i frammenti onirico-allucinatori.  

L'ambientazione poi offre l'occasione di fare cenno alla contrapposizione tra natura intesa come vita e libertà, e un'esistenza urbana, dettata da più costrizioni, oltre naturalmente allo spunto di critica ambientalista (il tema del bracconaggio che va a turbare gli ecosistemi per ragioni economiche è il motore di tutta la trama), ma restano comunque aspetti che fanno da cornice alla vicenda, contestualizzando storia e personaggi ma senza andare troppo in profondità.

Il vero fulcro del film sono le sequenze d'azione in cui, come è consuetudine, fino a un certo punto la minaccia viene per lo più suggerita e lasciata intravedere, per poi esplodere in tutta la sua furia combattiva, il che mette anche di fronte agli inevitabili limiti della CGI, che ormai consente di creare immagini tecnicamente perfette ma forse, proprio per questo, rischia di rendere il tutto eccessivamente costruito e coreografato. Le location sono ovviamente parte integrante della storia, i paesaggi mozzafiato ci vengono mostrati in tutta la loro ricchezza di luci e colori, con quella bellezza selvaggia che sarebbe stata ancora più efficace se avesse suggerito un maggiore senso di minaccia e un fascino più sinistro.

In conclusione, Beast è un film che offre al pubblico suspense e intrattenimento, seppure con qualche prevedibilità, con una storia che mette in primo piano l'istinto alla sopravvivenza, ricordandoci che in fondo ogni specie fa il possibile per proteggere e salvaguardare la propria famiglia.

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