In guerra per amore di Pif intrattiene, diverte e commuove ma manca di quel tocco affilato che, in alcuni momenti, avrebbe giovato maggiormente al film.
La locandina di questo secondo lungometraggio di Pif, In guerra per amore, mostra l'immagine di Pierfrancesco Diliberto, vestito da soldato, in groppa ad un asino e sullo sfondo la cartina geografica della Sicilia. Realtà ed afflato poetico/fiabesco trovano la loro sintesi già a partire dal manifesto del film per essere sviluppate a dovere durante i 99 minuti che narrano lo sbarco in Sicilia concomitante ai problemi di cuore del giovane Arturo, cameriere a New York che si vede costretto ad arruolarsi nell'esercito americano per chiedere al padre siciliano la mano della sua amata, Flora, promessa sposa del figlio di un importante boss italo-americano.
Particolare ed universale percorrono due binari paralleli in cui la storia di Arturo e le vicende storiche che coinvolgono la Sicilia nel 1943 (e che la investiranno in pieno in seguito) si avvinghiano inesorabilmente. Attraverso la romantica storia d'amore tra Arturo e Flora, il film racconta uno degli eventi simbolo della seconda guerra mondiale e l'origine dell'ascesa della mafia nel dopoguerra.
L'influenza del grande cinema si fa sentire lungo tutto il corso di In guerra per amore (si passa per Baaria, La vita è bella e Forrest Gump), la ricostruzione storica è effettuata con particolare dovizia e Pif porta in scena il suo punto di vista sfruttando l'interposizione del filtro cinematografico. Probabilmente, questa volontà del regista rischia di indebolire il film che, a tratti, risulta essere lievemente stucchevole ed artificioso.
A donare una particolare sfumatura al film è anche la scelta di desaturare le scene ambientate in Sicilia, fissa nella sua struggente malinconia. La commistione di dramma e commedia funziona, sulla scia del già citato La vita è bella, fino al finale in cui il miele del rapporto sentimentale tra Flora ed Arturo e della liberazione dal dominio nazista lascia il posto al pugno allo stomaco delle conseguenze che l'aiuto chiesto dai servizi militari americani a Cosa Nostra hanno riportato sulla Sicilia.
In guerra per amore intrattiene, diverte e commuove ma manca di quel tocco affilato che, in alcuni momenti, avrebbe giovato maggiormente al film.
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