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The Last Duel, recensione dell’ultimo film di Ridley Scott con Adam Driver

Dopo essere stato presentato in anteprima al Festival di Venezia, arriva al cinema 'The Last Duel', ultimo film di Ridley Scott con Matt Damon, Ben Affleck e Adam Driver

Presentato in anteprima mondiale alla 78a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, The Last Duel è l'ultima fatica registica di Ridley Scott, che vede come protagonisti Matt Damon, Ben Affleck Adam Driver in un film tratto da una storia vera e raccontata dall'omonimo libro di Eric Jager, arrivato in Italia con Rizzoli. Scritto da Ben Affleck, Matt Damon e Nicole Holofcener, The Last Duel è ambientato durante il periodo della guerra dei cent'anni e narra le vicende legate a un duello giudiziario, in cui si usavano le armi per dimostrare la propria innocenza e/o la propria colpevolezza.

Jeand De Carrouges (Matt Damon) è un valido e valoroso combattente che serve il re con lealtà e che ha un rapporto molto stretto con Jacques LeGris (Adam Driver). Tuttavia l'uomo non riesce ad accaparrarsi le simpatie del vanesio Conte Pierre D'Alençon (Ben Affleck), che sembra provare quasi uno strano piacere a umiliarlo. Deciso a stare lontano dalla corte il più a lungo possibile, Jean si innamora e sposa la bella Marguerite (Jodie Comer). Tuttavia l'idillio delle nozze non dura a lungo quando scopre che il Conte ha destinato a Jacques LeGris appezzamenti di terre, proprietà a titoli che sarebbero toccati a lui. Questo favoritismo porta i due vecchi amici e commilitoni ad allontanarsi: Jean sempre più arrabbiato e Jacques convinto della sua superiorità intellettuale. Nonostante questo per mantenere la faccia e la dignità, durante una festa i due cercano di "fare pace". Ma in questa occasione gli occhi di Jacques si posano su Marguerite. Convinto di aver sedotto la donna e persuaso che una creatura tanto bella e colta sia "sprecata" con Jean, Jacques decide di far visita alla donna quando il marito è assente. Poco più tardi, però, Marguerite lo accuserà di averla stuprata.

The Last Duel di Ridley Scott è un film che si interroga sulla verità e se questa possa mai essere davvero tale: esiste una verità assoluta? C'è un modo per asserire una verità obiettiva? In questo senso il regista – che è atteso anche per il suo altro film House of Gucci – si dimostra senz'altro abile nel dividere il racconto in tre parti. Tre capitoli che raccontano sempre la stessa storia e lo stesso periodo di tempo, ma da tre punti di vista: il cavaliere che pensa di essere un eroe, l'intellettuale che si sente un seduttore nato e la donna che vive tra di loro, che subisce la loro boria e la loro violenza, a cui non si da abbastanza credibilità proprio per il crimine di essere una donna. Man mano che il film avanza, dunque, lo spettatore ha visioni sempre diverse di quello che accade, come se in questo modo potesse scegliere da solo da quale parte stare, a quale racconto credere e quale personaggio perdonare. Nonostante, inoltre, il film racconti per tre volte la stessa storia e abbia una durata non proprio agile, The Last Duel è una pellicola che riesce a intrattenere apparentemente senza sforzo e se non ci si fa lo scrupolo di cercare l'accuratezza storica in ogni dettaglio – elemento in cui Ridley Scott è notoriamente manchevole – la pellicola risulta come un'interessante riflessione non solo sulla verità, ma anche sulla posizione e la condizione della donna. "Viviamo in un mondo di uomini," asserisce uno dei personaggi, suggerendo l'omertà e il silenzio, perché la voce di una donna non ha potenza, non ha credibilità. Un concetto che, purtroppo, è ancora attuale ai giorni nostri. Ridley Scott sembra quindi voler parlare anche della società attuale, del mondo in cui molto spesso le donne hanno paura di denunciare i crimini che subiscono e le violenze che vengono perpetrate contro di loro per paura di non essere ascoltate o, peggio, credute. Marguerite è una di queste donne: umiliata, violentata e offesa, si trova davanti a un uditorio che è pronto a puntare il dito contro di lei, ad accusarla di essere provocatrice, infedele e, per questo, inaffidabile nella sua denuncia.

Inoltre The Last Duel sorprende anche per la sua scelta di aver reso Matt Damon un personaggio a tratti insopportabile: quasi una novità nella carriera di un attore che, anche grazie ai suoi tratti somatici, è sempre stato scelto per fare l'eroe o, comunque, il portatore di elementi positivi. Questo "mondo di uomini", tuttavia, è un mondo in cui anche l'eroismo è sporco, abietto, pieno di difetti e di tenebre. In definitiva, quindi, l'ultima fatica di Ridley Scott è un film che intrattiene, che ha un buon ritmo e riesce a tenere viva la tensione e l'attenzione dello spettatore, che si troverà davanti a un vero e proprio duello giudiziario, in cui due cavalieri si trovano a dover incrociare le spade. Non c'è giustizia nella corte: l'unica  giustizia è quella di Dio. Perciò l'innocenza viene sancita da colui che Dio risparmia. Perciò Jean e Jacques si sfidano sapendo che la loro reputazione passa attraverso la loro stessa vita. Avvolto da una fotografia molto spesso fredda e tendente al grigio The Last Duel non mancherà di affascinare i tanti fan di Ridley Scott e non solo.

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