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Work It, recensione del nuovo film dance di Netflix

'Work It' è un dance-movie teen incentrato su una ragazza che scopre l'amore per la danza mentre sta cercando di entrare nel college dei suoi sogni

L'estate sembra essere il momento più adatto per rilassarsi davanti un bel film, magari davanti a una pellicola che non chieda chissà quale impegno per seguire la trama. Un vero e proprio scacciapensieri, che serva solo a farci distrarre e ad allontanare il pensiero dei molti problemi della vita quotidiana. Sulla carta Work It era un esempio perfetto del film che non ha alcun tipo di pretesa, che non ha chissà quale velleità artistica e che si contenta "solo" di intrattenere il proprio pubblico.

La trama è presto detta: la protagonista di Work It è Quinn Ackerman (Sabrina Carpenter), una studentesse dell'ultimo anno del liceo che vuole entrare alla Duke University, anche per rendere orgogliosa sua madre, a cui è molto affezionata. Tuttavia quando arriva il momento del colloquio per le ammissioni, Quinn tenta il tutto per tutto per attirare l'attenzione della sua esaminatrice e si fa passare per un componente del gruppo di danza hip-hop del suo liceo, i Thunderbird, capitanati da Julliard (Keiynan Lonsdale) e di cui fa parte la migliore amica di Quinn, Jass (Liza Koshy).

La bugia detta, però, non è innocua: perché i Thunderbird gareggeranno per Work It, una sorta di competizione di ballo. L'esaminatrice della Duke afferma di non vedere l'ora di assistere alla sua performance. Ma c'è solo un problema: Quinn non sa ballare e in Thunderbird non ci pensano nemmeno a prendere in squadra qualcuno che potrebbe affossare la loro striscia di vittorie consecutive. Così Quinn decide di aprire un suo gruppo di ballo, insieme all'aiuto della migliore amica Quinn e del celebre e affascinante ballerino (Jordan Fisher, già visto nei panni di John Ambrose in Ps: Ti Amo Ancora).

Work It è il classico film teen che punta a miscelare elementi del romanzo di formazione con il dance movie, facendo sì che i personaggi crescano attraverso la libertà che la danza porta con sé. Non esiste un buon film di danza che non abbia dentro di sé il concetto di "lasciarsi andare" e che non si poggi sulle basi di una protagonista un po' "di legno", incassata in regole e aspettative. Era lo stesso per la Sarah di Save di Last Dance e, ancora più alla base, per Baby di Dirty Dancing. Work It vuole riproporre lo stesso schema, mettendo al centro una ragazzina da sempre concentrata sullo studio da essere troppo maniaca del controllo e, perciò, incapace di ballare. Così legata alla vita che pensa di volere da non godersi la sua età e la sua spensieratezza.

Peccato che, nel 2020, questo schema narrativo non solo appare già visto milioni di volte, ma è soprattutto vecchio e scricchiolante e difficilmente in linea con il contesto in cui è ambientato. Ed è vero che si tratta semplicemente di una commedia teen sulla danza, ma il risultato sempre più che altro l'esercizio svogliato di qualcuno che non sapeva come impiegare il proprio tempo libero e che ha scelto di non mettere passione nel proprio lavoro.

Perché al di là della trama banale, dei personaggi tutt'altro che amabili, dei plot twist telefonati e delle soluzioni che sono a un passo dall'essere definiti assurdi, il problema principale di Work It è che è colpevolmente privo d'anima. Lo spettatore non riesce ad entrare in empatia con la protagonista e coi suoi problemi e finisce ben presto per disinteressarsi all'evoluzione della storia, fatto sempre molto grave, anche se è all'interno di un film che doveva essere "solo" di intrattenimento. 

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