Poster Personal Shopper

Personal Shopper (2016)

Personal Shopper
Locandina Personal Shopper
Personal Shopper è un film del 2016 prodotto in Francia, di genere Drammatico e Thriller diretto da Olivier Assayas. Il film dura circa 105 minuti. Il cast include Kristen Stewart, Anders Danielsen Lie, Lars Eidinger, Pamela Betsy Cooper, David Bowles, Audrey Bonnet. In Italia, esce al cinema giovedì 13 Aprile 2017 distribuito da Academy Two. Al Box Office italiano ha incassato circa 174917 euro.

Maureen è una giovane donna americana che vive a Parigi e lavora come personal shopper. Ha l'incarico di scegliere i vestiti ideali, con un budget stratosferico a disposizione, per una star esigente di nome Kyra. Maureen ha anche il dono di comunicare con gli spiriti. Cerca un contatto con l'aldilà per poter salutare definitivamente il fratello gemello Lewis, recentemente scomparso e per riappacificarsi con la sua perdita. Inizierà a ricevere ambigui messaggi inviati da un mittente sconosciuto. Entrerà in contatto con una presenza spettrale ma non è sicura che si tratti di Lewis.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 13 Aprile 2017
Uscita in Italia: 13/04/2017
Prima Uscita: 17/05/2016 (Cannes Film Festival)
Genere: Drammatico, Thriller
Nazione: Francia - 2016
Durata: 105 minuti
Formato: Colore
Produzione: CG Cinéma, Scope Pictures, Sirena Film, Sirena Film, Vortex Sutra
Distribuzione: Academy Two
Box Office: Italia: 174.917 euro

Immagini

[Schermo Intero]

VICTOR HUGO E LO SPIRITISMO

Pochi giorni dopo il colpo di stato di Napoleone Bonaparte, Victor Hugo decise di andare in esilio, l'11 Dicembre 1851. Un esilio che sarebbe durato 19 anni. Nell'Agosto del 1852, traslocò all'Isola di Jersey e si sistemò in una grande casa con la vista sull'oceano soprannominata "Marine terrace". Qui tra il Settembre 1853 e l'Ottobre 1855, inizio a comunicare tutti i giorni con gli spiriti. La moda americana delle sedute spiritiche arrivò in Francia all'inizio del 1853 e, negli stessi anni, Delphine de Girardin introdusse Hugo allo spiritismo. Durante una di queste sedute, la sera dell'11 Settembre, entrò in contatto con sua figlia Léopoldine, che era venuta a mancare anni prima. L'accuratezza di questo contatto con l'aldilà convinse il poeta della sua autenticità. Da quel momento in poi, Hugo iniziò a dialogare con le più grandi menti del passato: Dante, Galileo, Shakespeare, Platone, Gesù o Alessandro il Grande. Ma anche con entità astratte come il Dramma, la Morte, "l'ombra dei sepolcri" e l'Idea. Un totale di oltre un centinaio di anime che con cui Hugo sarebbe entrato in contatto e che lo avrebbero aiutato nella sua poetica, nella sua filosofia, con le sue intuizioni religiose e metafisiche. I minuti di questi dialoghi sono stati trascritti in quattro blocchi, tre dei quali sono sopravvissuti. Sono stati raccolti in un'opera molto importante per Hugo, intitolata "Conversazioni con l'Eternità", che ha scelto di non pubblicare in vita. Fino alla fine dei suoi giorni, mantenne viva la sua fede nella sopravvivenza dell'anima.

HILMA AF KLINT

Hilma af Klimt (1862- 1944) può essere annoverata tra i più grandi artisti del XX secolo ed è stata una pioniera dell'arte astratta negli anni prima di Kandinsky, Mondrian o Malevic. È stata anche una delle poche artiste donne della sua generazione ad avere un approccio radicale alla sua arte. Già nel 1906, Hilma af Klint ruppe con la pittura figurativa dopo essere stata influenzata dallo spiritismo e dalla teosofia. Attraverso la sua arte provò a scoprire dimensione nascoste dietro la realtà tangibile. Insieme ad altri pionieri dell'astrazione, condivise l'attrazione per l'occulto e per la dimensione spirituale dell'arte, entrambe presenti nelle sue composizioni potenti ed enigmatiche. Come una medium era convinta che le sue opere le fossero state dettate dall'aldilà. "I quadri sono stati dipinti direttamente attraverso me, attraverso la mia mano, senza disegno preliminare e con grande forza. Non ho idea di cosa i quadri rappresentino. E ho lavorato rapidamente e in modo sicuro, senza modificare mai un tratto, senza ritoccare mai una pennellata". Nonostante la sua produzione comprenda oltre un centinaio di pitture e schizzi, è ancora sconosciuta al grande pubblico. Un'ulteriore prova che i suoi quadri astratti erano troppo audaci e che non potessero essere compresi troppo presto è che non furono mai esposti durante la sua vita. Le sue ultime volontà e il testamento obbligavano ad attendere 20 anni prima di mostrare le sue opere in pubblico. Le sue opere ci costringono ad anticipare la data di nascita dell'astrattismo, fissata troppo tardi. Le sue opere sono state mostrate al pubblico per la prima volta nel 1986 ma è stata pienamente apprezzata dal pubblico solo nel 2013, dopo una ampia retrospettiva allestita al Moderna Museet di Stoccolma, che è stata riproposta anche in altri musei. La sua modernità è ancora evidente ai nostri giorni e sembra di casa nel XXI secolo. Potremmo dire che circa un secolo fa Hilma af Klint dipinse per il futuro.

INTERVISTA CON KRISTEN STEWART

Pensava che avrebbe lavorato di nuovo con Olivier Assayas così presto, solo due anni dopo Sils Maria?
No, ma sapevo che a lui piace lavorare con le stesse persone, gli stessi attori e tecnici. In fondo ci speravo, abbiamo lavorato benissimo nel film Sils Maria e io mi aspettavo che prima o dopo avremmo lavorato nuovamente insieme in un progetto creativo. Non potevo immaginare che sarebbe stato così presto. Sono una buona amica del produttore di Assayas, Charles Gillibert. È il primo che mi ha raccontato che Assayas stava scrivendo una nuova sceneggiatura. Eravamo a Cannes per Sils Maria, sinceramente era la prima volta che mi trovavo con un gruppo di persone che lavoravano così in armonia. Non avrei voluto lasciarli. Ci aiutavamo a vicenda, sono stata molto fortunata. Così quando Olivier mi ha proposto di interpretare Personal Shopper devo ammettere che ero molto contenta ma non così sorpresa. Volevamo continuare la nostra esperienza come gruppo.

Si è portati a pensare che in lei, Olivier Assayas abbia trovato non solo un'attrice ma la persona ideale che incarna il tipo di giovane donna che voleva raccontare nel suo film. Lei potrebbe dire lo stesso di Assayas? Che incarna il regista che stava cercando?
In fondo si, entrambi abbiamo lavorato con tante persone. Ma noi abbiamo in comune una forma di comunicazione non verbale che è perfetta nella nostra professione. Noi non parliamo molto ma ci capiamo ed abbiamo molti interessi in comune e anche la curiosità per le stesse cose. È molto divertente lavorare con lui.

Come le ha spiegato Assayas Personal Shopper?
Mi ha raccontato che stava scrivendo una sceneggiatura molto semplice, che la stava scrivendo per me e che sperava che mi sarebbe piaciuta. Quando ricevetti la sceneggiatura ero terrorizzata all'idea di dover chiamar Oliver o il produttore e dovergli spiegare che il ruolo non era adatto a me. E invece l'ho letta e sono rimasta molto impressionata. Era molto diverso da Sils Maria. Pensavo di conoscere Olivier ma non capivo come poteva essergli venuta in mente questa storia. Mi ha fatto scoprire degli aspetti nascosti della sua personalità. In Personal Shopper Olivier è stato capace di evocare mondi invisibili senza nominarli. Penso che questo film sia più personale di Sils Maria. Più che analitico penso sia un film sensuale e profondamente umano. Olivier è un regista cerebrale che in questo film riesce ad esprimere emozioni molto intime. Non sono le stesse sensazioni di Sils Maria.

Personal Shopper affronta temi non comuni nel cinema francese, come fantasmi e spiritismo, ma rimane abbastanza differente dai thriller americani che trattano il soprannaturale.
Si, in Sils Maria, Maria, interpretata da Juliette Binoche e il mio personaggio Valentina discutono di cinema. Sono in disaccordo su un film che hanno visto sui mutanti nello spazio. Valentina sostiene che c'è molta più verità nei film di fantascienza o nei fantasy che in molti film impegnati. Questi film usano simboli e metafore – ma non lo fanno in maniera superficiale e negli ultimi anni trattano degli stessi argomenti ed esaminano gli stessi soggetti di cui sono oggetto i film che trattano esplicitamente di psicologia. È divertente pensare che Olivier ha tratto letteralmente spunto per questo film da una frase di Sils Maria. Personal Shopper è anche un film di genere, molto diverso da quelli proposti dagli autori francesi. È un film di genere che sceglie di non spaventarci con i fantasmi ma ci offre invece una riflessione profonda sulla realtà e pone quello che secondo me è l'interrogativo più terrificante sulla vita: "sono completamente sola o posso entrare veramente in contatto con qualcun altro?"

Qual è stato l'aspetto più difficile durante le riprese di Personal Shopper?
Interpreto la parte di una giovane donna, molto sola, completamente isolata e triste. È stato molto impegnativo interpretare il personaggio. Anche quando interpretavo scene con altri personaggi non potevo mai avere un vero rapporto con loro. Era come se fossero tutti fantasmi. Come se non fossi una persona compiuta, completa. Non poteva esserci un vero rapporto tra me e gli altri perché sentivo di non esistere veramente. Questa situazione mi ha fatto sprofondare in uno stato di angoscia. Ringrazio di essere stata sempre circondata da persone che mi amano e che non mi hanno fatto mai sentire sola. Sono stata molto fortunata. Se l'atmosfera durante le riprese non fosse stata così positiva e amichevole, sarei uscita devastata da questa esperienza. Nel film, non ho mai smesso di correre da un luogo all'altro, sono sempre in movimento, ho addirittura perso peso durante le riprese, ero esausta.

Maureen odia il suo stato di Personal Shopper così come odia la sua boss ricca e famosa. Inoltre le è stato espressamente proibito di provarsi i vestiti.
Maureen è affascinata dalle stesse cose che odia. Sta attraversando una crisi d'identità. Mi piace il fatto che non è rappresentata come una femminista nemica della superficialità della società del consumismo. Sta combattendo una battaglia interiore. È molto attratta da questo mondo dove la sua carriera sta prendendo forma ma si vergogna per questa attrazione. La storia si svolge nel mondo della moda contemporanea ma potrebbe essere ambientato nella Hollywood degli anni '30. Non so se le cose erano migliori o peggiori di adesso. Le persone sono sempre state attratte da tutto quello che brilla come le falene.

Personal Shopper parla di lutto ma è anche la storia dell'emancipazione di una giovane donna che cerca la libertà attraverso uno strano percorso.
Si, i periodi più importanti della mia vita sono spesso stati preceduti da disastri. I momenti di serenità o di soddisfazione spesso arrivano dopo eventi traumatici. Ti puoi sentire più viva se la morte ti è passata vicino. Alla fine del film, anche se non ha trovato quello che stava cercando, Maureen è pronta a ricominciare.

Come si è preparata al ruolo di Maureen? E quanto è stato importante l'aspetto fisico per il suo personaggio?
Molto importante. Volevo che il pubblico si sentisse come Maureen un gemello alla ricerca della simbiosi che aveva perso quando il fratello era morto. L'ho immaginata con un look molto semplice, quasi androgino. Il suo aspetto riflette il suo amore/odio per il mondo della moda. Motivo per cui la scelta dei vestiti era molto importante. Riguardo la preparazione del film, ho letto la sceneggiatura solo una volta, non ho voluto rileggerla. In questo modo ho scoperto le scene sul set ogni giorno. Non ho dovuto imparare niente di specifico per questo film. Olivier ha preferito girare nella prima parte dell'anno così poi ho potuto proseguire con il film di Woody Allen dove interpreto una ragazza giovane, affascinante, femminile e piena di voglia di vivere. Non mi sentivo in grado di lavorare contemporaneamente su entrambi i film.. Non mi sono preparata ma sapevo dove cercare quello di cui avevo bisogno. Sapevo dove avrei trovato il grilletto e tutto quello che dovevo fare era premerlo. Ero pronta a farlo per il film.

Avete girato nelle strade di Parigi con la troupe di Personal Shopper, 48 ore prima degli attacchi del 13 Novembre. È difficile pensare guardando il film che quel carico di tensione e ansia che traspare non sia collegato.
Quando ho visto il film, mi sono accorta che eravamo totalmente chiusi nel nostro mondo, completamente assorbiti dalle cose che riguardavano noi, solo noi. Maureen è così consumata dalla sua ossessione che non rivolge quasi nessuna attenzione alle persone e alle cose che la circondano. Non è realmente a Parigi o in nessun altro luogo per questa ragione. Quando guardo il film quello che mi colpisce è che il ritratto di un personaggio che attraversa Parigi, una città di una bellezza terrificante, senza provare il minimo piacere. Odio ammetterlo ma siamo stati incredibilmente fortunati. Il giorno dopo il 13 Novembre, avremmo dovuto iniziare un nuovo giorno di riprese, ma era quasi impossibile lavorare. Ogni cosa sembrava così falsa. Girare un film in uno studio…

Prima di girare questo film con Olivier Assayas, qual era il suo rapporto con il cinema francese?
Avevo visto i film più importanti, come Fino all'ultimo respiro e Jules e Jim, Olivier e la troupe mi hanno scoprire un mondo di piccole sale e di appassionati di cinema. Ho scoperto un sacco di film francesi su dvd. È stata una esperienza unica per un'attrice americana trovarsi improvvisamente a far parte di quell'universo. A Hollywood ognuno condivide gli stessi valori. Qui in Francia sono i più disparati e febbricitanti. Negli Stati Uniti i film sono prodotti per intrattenere e fare soldi. Gli autori o film autoriali occupano un frammento ristretto dell'industria cinematografica. Ultimamente i filmmakers che amo di più negli Stati Uniti sono quelli che condividono una certa idea di cinema più simile ad alcuni registi europei o francesi. In Francia le ragioni che spingono a fare un film non sono le stesse che ad Hollywood. C'è un desiderio di correre rischi, diversamente dai film di grosso budget americani, i quali sono interessati solo a ripetere formule già proposte e idee già rodate.

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