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I Signori del Calcio, intervista a Luca Marchegiani – 9 febbraio 2013


Gli estratti principali dell'intervista fatta all'ex portiere della Lazio e della Nazionale Luca Marchegiani in onda sabato 9 febbraio 2013 a 'I Signori del Calcio' su Sky Sport.

Domani, sabato 9 febbraio 2013, alle ore 23.30 su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD, appuntamento con I Signori del Calcio. Protagonista l’ex portiere della Lazio e della Nazionale Luca Marchegiani. Di seguito gli estratti principali dell’intervista esclusiva.

Su Zeman tuo allenatore alla Lazio

La cosa straordinaria della mia esperienza personale con Zeman è stata il fatto che noi portieri non ci allenavamo mai con il nostro preparatore, per tutta la settimana ci allenavamo con la squadra, chiaramente facendo il portiere quando l’esercitazione era tecnica, però da un punto di vista fisico lavoravamo con la squadra. Magari ci risparmiava qualche corsa alla fine, però facevamo tutto quello che faceva la squadra. La cosa straordinaria era che poi stavamo bene, nel senso che la domenica, quando andavamo in campo, stavamo benissimo. Io non credo che Zeman si possa o si debba completare, il suo è un gioco basato sull’intensità, sulla generosità, sul fare sempre una corsa in più, andare una volta in più, avere sempre una soluzione in più rispetto all’avversario. È chiaro che in un calcio tattico come il nostro, giocando così, si rischia di perdere partite che una squadra che ambisce a vincere il campionato non dovrebbe perdere.

La Lazio di Cragnotti

Credo che Cragnotti alla fine sia rimasto un po’ vittima di un sistema che gli si è sfaldato nel momento in cui lui avrebbe avuto bisogno di più solidità. Chi ha vissuto quegli anni non può non guardare con riconoscenza un presidente che ha dato tanto per la Lazio, da un punto di vista degli investimenti, della partecipazione, dell’entusiasmo. Abbiamo vinto un campionato, probabilmente all’epoca, senza quel tipo di investimenti, sarebbe stato impossibile competere con le realtà più importanti del campionato italiano.

La Lazio di Lotito

Trovare dei punti di similitudine tra la gestione Cragnotti e la gestione Lotito mi sembra abbastanza complicato, sono due filosofie completamente diverse. All’epoca c’era la possibilità, o quantomeno si credeva ci fosse la possibilità di poter investire cifre notevolissime, forse anche non sostenibili, come poi la storia ha dimostrato. Adesso c’è una gestione totalmente opposta – e questo è un grande merito della gestione Lotito, Tare e di chi li aiuta dal punto di vista tecnico – una gestione oculata, dove si cerca di mettere al primo posto l’equilibrio del bilancio societario, senza mettere in difficoltà quella che è la forza della squadra, grazie ad acquisti oculati, giocatori bravi, pagati il giusto, che vengono a Roma perché la Lazio gioca a Roma e Roma è una piazza molto appetibile per un giocatore di calcio.

Su Gascoigne

Paul è un ragazzo molto particolare, ed è particolare anche il rapporto che chiunque stabilisce con lui. Un ragazzo probabilmente poco affidabile dal punto di vista della sua autogestione, nei rapporti con gli altri. Però un ragazzo di cuore, generoso. Quando ha abbracciato Lotito e lo ha baciato, per la gioia che gli aveva dato riportandolo a Roma in un momento per lui non semplicissimo, ha dimostrato proprio la sua spontaneità. Il problema è che era spontaneo in tutto, anche in cose diciamo meno normali, dalle telefonate di notte in cui faceva finta di aver avuto un incidente in macchina e ti teneva mezzora al telefono… La prima volta che mi ha chiamato – poi io sono anche ingenuo in queste cose – l’avevo presa come un atto di amicizia, mi tenne al telefono mezzora, alle 3 di notte, e cominciò a venirmi qualche dubbio. Poi ho scoperto che lo faceva regolarmente, quando tornava a casa dopo aver bevuto un goccio in più…

Su Marchetti

Luca è un portiere molto bravo, io credo che lui sia troppo diverso da me per paragonarci, anzi credo sia proprio l’esatto opposto. Io ero un portiere molto riflessivo, se vogliamo, basavo le mie qualità sulla lettura del gioco, sul piazzamento, sulla tecnica pura, quella che si intendeva una volta per un portiere. Marchetti ha delle doti fisiche straordinarie, riesce a fare delle cose che io non sarei mai riuscito a fare. Senza fare paragoni, credo che Marchetti sia uno dei 3 migliori portieri italiani e meriti questo riconoscimento anche dal commissario tecnico della nazionale.

Sven Goran Eriksson

La grandezza di Eriksson è stata salvaguardare da tutti quelli che sono i condizionamenti esterni una squadra che aveva il talento per vincere il campionato. Io credo che adesso serva qualcosa in più, ci sono meno aspettative di prima, c’è meno pressione che all’epoca sulla squadra, serve probabilmente anche far fare un piccolo salto di qualità dal punto di vista tecnico, anche se di talento ce n’è tanto all’interno della Lazio. Però forse non quello che c’era nel 99/00.

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