Johnny Depp
Johnny Depp

Mortdecai, la recensione


'Mortdecai' è un film pieno di un senso di nostalgia per vecchie commedie nere, con spionaggio, viaggi ai confini del mondo e uomini in grado di piegare l'universo con la sola arma della bellezza. Divertente, sebbene non particolarmente originale, 'Mortdecai' deve la sua riuscita al bravissimo cast.
Voto: 7/10

Charlie Mortdecai (Johnny Depp) è un mercante d'arte che si diletta in criminalità a tempo perso, per sopperire alla situazione non proprio rosea della sua situazione finanziaria. Quando, però, i suoi servigi vengono chiesti dai servizi segreti britannici, l'uomo – tra una moglie dalle gambe chilometriche (Gwyneth Paltrow), un ispettore di polizia duro ma dal cuore tenero (Ewan McGregor) e personaggi al limite del surreale – si trova costretto a viaggiare per il mondo alla ricerca di un quadro rubato, per sventare un piano diabolico ordino da altrettanto diabolici nemici della britannica corona. Con la sola arma della bellezza e del fascino – rappresentati da due splendidi baffi color dell'oro – Charlie Mortdecai cercherà in ogni modo di far collidere la sua figura di criminale con quella di eroe nazionale.

Ispirato ai romanzi di Kyril Bonfiglioli, pubblicati in Inghilterra tra il 1972 e il 1985, Mortdecai è l'ultimo film di David Koepp, sceneggiatore di cult come Jurassic Park Mission Impossible e già regista di Secret Window, sempre con Johnny Depp protagonista. Il risultato ottenuto da questa operazione cinematografica è una pellicola che sembra volgere lo sguardo al passato, alle commedie transalpine d'altri tempi, dove commedia e spionaggio andavano di pari passo. Soprattutto sembra esserci un qualche legame con l'universo de La pantera rosa, per via dell'allure generale dell'opera, dagli abiti dei personaggi fino alla scelta di un protagonista che sembra essere un degno erede del commissario ritratto da Peter Sellers. Mortdecai è un film divertente, che forse ha qualche problema a carburare all'inizio, quando i vari pezzi del puzzle sembrano lanciati senza un quadro generale prestabilito, con un intreccio che sembra essere difficile da districare. Tuttavia, ma man mano che il minutaggio cresce, lo spettatore si trova coinvolto in un'avventura che abbraccia il globo, che è piena di gag divertenti, che quasi non si cura di essere adagiata su una sceneggiatura priva di originalità.

C'è un senso di dejà-vu costante, ma l'intelligenza di Koepp sta nel vestire questo già visto di colori sfavillanti, e affidando la narrazione a personaggi dal forte impatto empatico. Merito, di certo, della buona chimica tra tutti gli attori. In particolar modo colpisce favorevolmente l'interpretazione di Gwyneth Paltrow nei panni di un'algida, fredda e bellissima moglie-imbrogliona, che riesce a "bucare" lo schermo con qualsiasi collega interagisca; ma il vero gioiellino sta nel rapporto tra Charlie e il suo fedele servitore (Paul Bettany). Un rapporto che racchiude in sé tutta l'ironia, l'eccesso e l'empatia della pellicola. Inutile dire che con una sceneggiatura debole, Koepp e la sua regia sentano il bisogno di sparire dietro l'apporto dato dai grandi attori coinvolti. E, in questo senso, non si può non ammettere che gran parte del peso dell'intera operazione risiede soprattutto sulle spalle del protagonista, Charlie Mortdecai.

Leggenda vuole che, quando si ha a che fare con un film di Johnny Depp e non si hanno motivazioni adatte per stroncarlo, basta citare la solita frase secondo cui l'attore di Edward Mani di Forbice sia rimasto impantanato negli abiti e nelle mimiche facciali del suo personaggio più conosciuto, capitan Jack Sparrow. Una mimica che, a ben guardare, accompagna l'attore sin dal suo debutto, sin da quel film di nicchia che furono flop di pubblico e osannati da quella stessa critica che, ora, non riesce a uscire dal mantra Johnny Depp rifa sempre se stesso. Diffidate dunque da chi vi dice che l'attore, ripetendo sempre le stesse gestualità, è lontano dagli anni d'oro delle sue interpretazioni: interpretazioni che, in sé, avevano proprio questi stessi gesti, quella stessa mimica, quella stessa faccia. Anche in Mortdecai l'attore sfoggia la sua galleria di tic, espressioni buffe, sguardi allucinati e sorrisi pieni di inquietante ironia: il suo volto è in continuo movimento, in continua trasformazione, mai uguale a se stessa, mai sincera, proprio come il personaggio che indossa quella maschera. Mortdecai è un affascinante imbroglione, un uomo apparentemente vuoto circondato da una sorta di donna-trofeo, costretto a rivedere se stesso per via della sua situazione non proprio ideale. E' un personaggio al limite del grottesco, un uomo che balla instabile sul confine tra divertente e insopportabile, riuscendo tuttavia sempre a mantenere un equilibrio tale da divertire lo spettatore e trascinarlo, senza sforzo, lungo il sentiero di Mortdecai.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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