Black Sea
Black Sea

Recensione Black Sea


Un claustrofobico thriller ad alta tensione ambientato in un sottomarino, con Jude Law a caccia di un tesoro perduto.
Voto: 7/10

È stato proprio lo stesso protagonista Jude Law a dichiarare scherzosamente, durante un'intervista, che quando in un film si vede un sottomarino, si può intuire da subito che qualcosa andrà storto; ed è proprio un sottomarino l'ambientazione principale di Black Sea, nuovo lavoro dello scozzese Kevin Macdonald.

Jude Law interpreta Robinson (nome non casuale), capitano di sommergibili che per il suo lavoro ha sacrificato la famiglia, con un figlio che non vede più e una moglie che si è rifatta una vita con un altro uomo; così, quando Robinson viene licenziato improvvisamente dalla sua compagnia, si ritrova solo e senza un lavoro. Un collega lo informa dell'esistenza di un sommergibile tedesco, situato nelle profondità del Mar Nero, in cui si troverebbero dei lingotti d'oro risalenti ad un accordo fra Germania e Russia ai tempi di Hitler. Robinson decide allora di trovare i finanziamenti per organizzare una spedizione che possa recuperare il tesoro nascosto; con un equipaggio per metà britannico e per metà russo, il sottomarino parte per la sua missione, che incontrerà non pochi imprevisti durante il percorso.

Kevin Macdonald è un pluripremiato documentarista, oltre che regista di film prevalentemente al maschile, che si snodano tra azione, suspense, dramma, da L'ultimo re di Scozia a State of play, fino a The eagle; qui porta sullo schermo la prima sceneggiatura dell'acclamato autore teatrale Dennis Kelly.

Black sea vuole andare a esplorare i conflitti che si vengono a creare tra i personaggi in situazioni di ansia e pericolo; il film coniuga il tema della caccia al tesoro, con conseguente avidità, spesso derivante da rabbia, frustrazione e fallimento, all'ambientazione in un'unità di luogo ristretta e isolata. Tra i modelli dichiarati dei filmmakers ci sono infatti classici come Il tesoro della Sierra Madre di Houston, Vite vendute di Clouzot, ma anche Quella sporca dozzina, oltre a pellicole di fantascienza, con il sottomarino che richiama l'astronave di Alien, e un riferimento a 2001 Odissea nello spazio.

Il film si gioca quindi sul conflitto tanto psicologico quanto fisico che si viene a creare tra i protagonisti, canovaccio di stampo classico ma sempre attuale per via dei riferimenti all'insoddisfazione di lavoratori messi da parte, e la rabbia contro un "sistema" fatto di corporation, politica, e di rappresentanti che non vogliono sporcarsi le mani, sia letteralmente che metaforicamente.

A capitanare, in tutti i sensi, il cast corale del film, un Jude Law che, come già in precedenza nella sua carriera, mette da parte il suo lato più glamour, anche se purtroppo il doppiaggio ci priva dell'accento scozzese che ha imparato per il ruolo di Robinson; accanto a lui, un eterogeneo gruppo di attori, sia per età che per provenienza: agli interpreti anglosassoni, sia inglesi che americani e australiani, si affiancano alcuni tra gli attori russi più noti in patria, ciascuno funzionale al proprio personaggio, con interessanti caratterizzazioni fisiche che non trascurano i dettagli.

Se risultano più prevedibili e forzate le parentesi dedicate al passato del protagonista, e i derivanti elogi sull'importanza della famiglia, Black sea riesce a tenere alta la tensione con uno svolgimento dall'impianto classico, ma sempre funzionante; l'azione si sposa al thriller e l'ambientazione claustrofobica mantiene la storia adrenalinica e coinvolgente.

Valutazione di Matilde Capozio: 7 su 10
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