

La tribù del calcio: intervista a Hernan Crespo, 12 aprile 2013
Venerdì 12 aprile 2013 su Premium Calcio a La tribù del calcio intervista a Hernan Crespo, l'ex attaccante di Parma, Lazio, Inter e Milan.
di Redazione / 11.04.2013
Domani, venerdì 12 aprile 2013, in chiaro su Premium Calcio alle ore 23.00 ritorna La tribù del calcio, la rubrica curata da Paolo Ziliani per i veri appassionati di pallone. Nella puntata di domani la prima parte di un’intervista esclusiva ad Hernan Crespo.
L’ex attaccante, tra le altre, di Parma, Lazio, Inter e Milan, a proposito di un interessamento della Juventus, ai tempi in cui giocava ancora nel River Plate, dichiara:
“Era il ’95 e la Juve venne in Argentina a fare una tournèe. C’erano tutti: Moggi e Giraudo, Lippi e Bettega. Avevano già visto molte mie videocassette e avevano deciso di acquistarmi. Addirittura Lippi, strizzandomi l’occhio, mi disse di imparare l’italiano. Invece tutto sfumò perché a un certo punto arrivò Sivori e disse che di attaccanti come Crespo ce n’erano tanti in giro. I dirigenti bianconeri gli diedero retta e tornarono in Italia senza di me“.
Sfumato l’affare con la Juventus, Crespo arriva ugualmente in Italia, ma al Parma:
“Avevo appena compiuto 20 anni e ricordo che nei 6 mesi successivi il mancato ingaggio in bianconero feci cose incredibili: vinsi la Coppa Libertadores col River, divenni capocannoniere e vinsi la classifica dei marcatori anche alle Olimpiadi, dove segnai più di tutti, Romario e Bebeto compresi. Al punto che successe questo: il River aveva raggiunto un accordo per la mia cessione al Parma, ma in Argentina ci fu una sollevazione. Persino il presidente Menem, grande tifoso del River, prese posizione perché il club non mi cedesse. Ma il River aveva dato la sua parola al Parma, e alla fine salii sull’aereo e partii per l’Italia. Firmai un contratto con il Parma per 4 anni“.
Infine, a proposito del periodo passato all’Inter, Crespo dichiara:
“Era un’Inter alla disperata ricerca di un successo che mancava da troppo tempo, dove ogni vittoria era celebrata come un trionfo. Ricordo che la Gazzetta dello Sport fece addirittura le videocassette per una vittoria in rimonta 3-2 sulla Sampdoria in campionato: questo per rendere l’idea della fame di successi che si respirava a quei tempi. L’esperienza in nerazzurro finì dopo un solo anno: venni ceduto al Chelsea per esigenze di bilancio e non mi vergogno a dire che lasciai la Pinetina piangendo come un bambino. Avevo avuto un inserimento e un rendimento splendidi, eravamo arrivati alla semifinale di Champions persa contro il Milan dopo uno 0-0 e un 1-1, ma quando ci fu bisogno di fare cassa con una cessione illustre, Cuper disse a Moratti di cedermi pure, che non c’erano problemi, tanto lui aveva Ventola e Kallon…“.