

All Is Lost con Robert Redford è al cinema
Robert Redford protagonista del thriller sul mare aperto All Is Lost, Tutto è perduto.
di Redazione / 06.02.2014
L'attore premio Oscar Robert Redford è il protagonista assoluto di All Is Lost – Tutto è perduto, un thriller che si svolge in mare aperto, in cui un uomo disperso nell'Oceano a seguito del naufragio della sua barca a vela, dovrà lottare e contare sulle sue sole forze per sopravvivere. Scritto e diretto da J.C. Chandor (già nominato agli Oscar per Margin Call), e con una Colonna Sonora affidata ad Alex Ebert (Edward Sharpe & The Magnetic Zeros), All Is Lost – Tutto è perduto è un omaggio commovente, viscerale e potente a favore dell'ingegnosità e dello spirito di sopravvivenza.
Il regista J.C. Chandor sapeva di voler fare un thriller sul mare aperto molto prima che il suo debutto come sceneggiatore e regista di Margin Call ricevesse una candidatura all'Oscar per Miglior Adattamento di una Sceneggiatura. Ma gli sono serviti sei anni prima di arrivare finalmente all'incredibile idea originale di All Is Lost, una tormentata avventura marina che si svolge interamente sull'oceano e che presenta un solo protagonista senza nome – e quasi muto. "È la storia molto semplice di un tipo avanti con gli anni che esce per un viaggio su una barca a vela per quattro e cinque mesi, " dice Chandor. "Interviene il destino, la barca ha un incidente, e di fatto lo seguiamo in un viaggio di otto giorni mentre lotta per la propria sopravvivenza".
Perso in mezzo all'Oceano Indiano, il viaggiatore solitario senza identità (Redford) si accorge che il suo yacht di 14 metri inizia ad imbarcare acqua dopo aver urtato contro un container che galleggiava in alto mare. Con il navigatore e la radio fuori uso, l'uomo si ritrova nel mezzo di una violenta tempesta. Nonostante la riparazione dei danni allo scafo e la sua intuizione da esperto marinaio unita ad una forza che smentisce la sua età, l'uomo riesce a malapena a sopravvivere alla tempesta. Avendo a disposizione un sestante ed alcune carte nautiche, per tracciare una rotta verso la salvezza, è costretto ad affidarsi unicamente alle correnti oceaniche nella speranza di incrociare delle barche di passaggio. Sotto un sole battente, accerchiato dagli squali e con le riserve alimentari che iniziavano a scarseggiare, l' intraprendente marinaio si è trovato molto spesso faccia a faccia con la morte.
La sceneggiatura di Chandor somiglia poco ad un tipico copione cinematografico. Invece delle solite 120 pagine, era di più o meno 30 pagine. E consisteva solo di descrizioni, senza alcun dialogo. Infatti, quando Neal Dodson – produttore di Margin Call – prese in mano il minuto fascicolo, chiese a Chandor quando avrebbe ricevuto il resto della sceneggiatura."J.C. rispose che quelle pagine erano l'intero copione, io rimasi sia atterrito che eccitato," ricorda Dodson. "Il primo film che facemmo insieme era tutto imperniato sul dialogo, e questo chiaramente non lo era per nulla. Devo ammettere che il mio primo pensiero fu 'non so come diavolo facciamo a trovare finanziamento per questa cosa' – perché è abbastanza audace e piuttosto coraggiosa".
Quando Chander disse a Dodson di voler impiegare Redford nel ruolo dell'unico protagonista del film che nel copione è semplicemente chiamato "il Nostro Uomo", il produttore sapeva che sarebbe stata una cosa improbabile. "Io dissi 'Senti, quando riceve quel copione di 30 pagine, lui dirà una di due cose," ricorda Dodson. "O dice 'Diavolo si, questo è formidabile,' oppure dirà 'Per qual motivo al mondo dovrei fare una cosa simile? Non ho niente da provare. Perché dovrei sottopormi a questo?' Ma per nostra grande, grande fortuna, disse di si".
Da parte sua, Redford era attirato dall'originalità del progetto che lui descrive come la storia di un uomo che fa "un viaggio da finimondo e riceve un finimondo di botte". "Il copione mi piacque veramente perché era differente," dice Redford. "Era coraggioso. Era eccentrico, e non c'era dialogo. Capii che J.C. sarebbe stato capace di realizzare quella visione, anche se non tutto era spiegato. Ma ero convinto che lui sapesse quello che faceva, che ce l'aveva tutto nella sua testa. Sapevo che avrei appoggiato quella visione anche non sapendo tutto, e che quella per me era interessante e valida".
Un po' sorprendentemente, Redford dice di non essere bombardato dalle richieste per recitare nei film dei registi indipendenti che lui promuove. Infatti, è proprio l'opposto."C'è qualcosa di abbastanza ironico in questo, in tutti questi anni da quando ho iniziato Sundance e il Sundance Film Festival, nessuno dei reguisti che ho promosso mi ha mai assunto," dice, e poi aggiunge scherzando: "Non mi hanno mai offerto una parte! Fino a J.C.".