Inter campione d’Europa: vince 2-0 col Bayern in finale Champions League 2010
L’Inter è campione d’Europa; Nella finale del Santiago Bernabeu i nerazzurri battono 2-0 il Bayern Monaco e tornano campioni dopo una lunghissima attesa, durata 45 anni. La firma è del solito Diego Milito, autore di una favolosa doppietta (34′ e 70′). La squadra milanese, che quest’anno ha già vinto scudetto e Coppa Italia, mette a […]
di Redazione / 23.05.2010
L’Inter è campione d’Europa; Nella finale del Santiago Bernabeu i nerazzurri battono 2-0 il Bayern Monaco e tornano campioni dopo una lunghissima attesa, durata 45 anni.
La firma è del solito Diego Milito, autore di una favolosa doppietta (34′ e 70′). La squadra milanese, che quest’anno ha già vinto scudetto e Coppa Italia, mette a segno una fantastica tripletta mai riuscita prima a una formazione italiana.
E’ la terza Coppa dei Campioni dopo quelle vinte nel 1964 e nel 1965. E’ il trionfo di una squadra fantastica e di José Mourinho, protagonista indiscusso di una stagione esaltante per i colori nerazzurri: lo Special One torna in cima all’Europa dove era già stato nel 2004 ai tempi del Porto.
Il trionfo di Madrid fa impazzire di gioia i tifosi: quelli arrivati in massa e con ogni mezzo al Bernabeu e quelli che si sono riversati nelle strade e nelle piazze di Milano ad assistere alla partita.
LA PARTITA
Ci voleva un Principe per la Regina d’Europa. Non poteva, quindi, che pensarci il Principe Milito a regalare la coppa dalle grandi orecchie all’Inter. Mostruoso, l’argentino. Per i due gol, uno per tempo, bellissimi – tocco sotto sull’uscita di Butt nel primo tempo; finta, dribbling e piattone micidiale nella ripresa -, ma anche, più in generale, per la qualità pazzesca di ciascuna delle sue giocate. Se Mourinho è stato per tutto l’anno l’uomo copertina di questa, implacabile, Inter, nella notte di Madrid, la più importante da 45 anni a questa parte, il nome che spicca è quello di Milito. Che, non a caso, proprio lo Special One sostituisce al 91′ per regalargli la meritatissima ovazione dei tifosi.
Fatto sta che, alla fine, alla fine di una serata più difficile di quanto non fosse prevedibile, è l’Inter a festeggiare. E non importa se non è stata l’Inter migliore. Non importa nemmeno se, tutto sommato, il Bayern meritava forse qualcosina di più. Ha vinto l’Inter perché ha più qualità della formazione di Van Gaal e la qualità individuale, in partite come questa, fanno spessissimo la differenza.
Non è stata una bella finale. Un po’ perché la tensione era palpabile e anche qualche pezzo grosso dell’Inter ha preferito starsene un po’ sulle sue piuttosto che rischiare. E un po’ perché, evidentemente per scelta, Mourinho ha preferito lasciare il pallino del gioco al Bayern Monaco. Che sarà anche votato all’attacco, come ha detto e ridetto il suo tecnico, ma ha una manovra lenta da far addormentare e, Robben a parte (bravissimo, al solito), là davanti non fa paura nemmeno un po’. Oddio, per la verità qualche occasione per avere paura i nerazzurri l’hanno pure avuta: un tiraccio a inizio ripresa di Muller respinto da Julio Cesar, una conclusione di Olic deviata da Cambiasso e un sinistro da tremare di Robben respinto dal portierone brasiliano. Per il resto, però, molo rumore, una buona organizzazione di gioco, ma, visto che siamo a Madrid, nada otro.
La banda di Mou, dal canto suo, ha infilato due volte Butt ed è andata vicinissima al gol in almeno altre due occasioni. Una con Sneijder, nel primo tempo. E una con Pandev, nella ripresa. Assist, entrambi, manco a dirlo, di Milito. Giusto, allora, che a fianco del sorriso aperto e incontenibile di Massimo Moratti e Javier Zanetti ci sia quello del Principe. Un Principe per la Regina d’Europa. Di Mou, che oggi ha chiuso vincendo tutto, se ne riparlerà. Presa la coppa ha salutato il pubblico. Un addio solo sussurrato. Da numero uno.