

Iris: in scena Il mestiere più antico del mondo dei Maestri Fellini, Almodóvar, Pasolini
Su Iris, (dtt Mediaset free) dal 9 marzo 2011, ogni mercoledì, Il mestiere più antico del mondo – ignobile forma di sfruttamento della persona nell’accezione più comune, forse chiave per un rapido successo se intesa con l’upgrade di escort – è al centro di una nuova retrospettiva di Iris, la rete free del Dtt Mediaset […]
di Redazione / 09.03.2011
Su Iris, (dtt Mediaset free) dal 9 marzo 2011, ogni mercoledì, Il mestiere più antico del mondo – ignobile forma di sfruttamento della persona nell’accezione più comune, forse chiave per un rapido successo se intesa con l’upgrade di escort – è al centro di una nuova retrospettiva di Iris, la rete free del Dtt Mediaset diretta da Miriam Pisani.
Dal 9 marzo 2011, ogni mercoledì, in prima e seconda serata, nove autentici capolavori del cinema d’autore racconteranno il fascino esercitato dalle lucciole sul grande schermo.
Al di là delle polemiche che invadono ogni media sul tema, la rassegna di Iris proporrà alcune delle più significative pellicole realizzate da Maestri come Federico Fellini, Pedro Almodóvar, Pier Paolo Pasolini.
L’apertura spetterà a Memorie di una geisha (di Rob Marshall, con Suzuka Ohgo e Gong Li). Premiato con tre Oscar (Scenografia, Fotografia, Costumi), il film racconta la storia della piccola Chiyo, venduta ad una scuola per geishe di Kyoto a 9 anni, per essere istruita sui riti, le danze, la musica, la cerimonia del tè e l’abbigliamento adatto alla sua nuova vita…
A seguire uno dei capolavori assoluti della storia del cinema mondiale: 8 e mezzo, di Federico Fellini (con Sandra Milo, Claudia Cardinale e Anouk Aimée).
Due Oscar (Miglior film straniero e Costumi) e sette Nastri d’argento, 8 e mezzo offre una galleria straordinaria di ritratti femminili, al cui centro gravita la figura del regista Guido Anselmi, un magnifico Marcello Mastroianni.
La settimana successiva (16 marzo) sarà la volta di Non ti muovere (di Sergio Castellitto, con Claudia Gerini e Angela Finocchiaro).
Due David di Donatello e quattro Nastri d’argento per la pellicola tratta dal fortunato romanzo di Margaret Mazzantini, dove brilla Penélope Cruz, in questa occasione definita l’Anna Magnani del XXI Secolo dal San Francisco Chronicle.
In seconda serata è la volta di un’altra pietra miliare del grande schermo: Adua e le compagne (di Antonio Pietrangeli, con Simone Signoret, Marcello Mastroianni, Sandra Milo, Emmanuelle Riva). La parabola di quattro prostitute che, chiuse le case di tolleranza, decidono di cambiare vita aprendo una trattoria nella periferia romana, ma i cui sogni di riscatto si infrangono per la vendetta del loro sfruttatore.
Il 23 marzo toccherà a La sconosciuta (di Giuseppe Tornatore, con Ksenia Rappaport, Michele Placido, Claudia Gerini, Pierfrancesco Favino, Alessandro Haber e Piera Degli Esposti). Il film, 5 David di Donatello e 3 Nastri d’argento, è ispirato a fatti di cronaca sul racket della prostituzione di ragazze provenienti dall’Europa dell’Est e sullo sfruttamento dei loro uteri per dare figli a coppie che non possono averne.
Seguirà La samaritana (di Kim Ki-duk): Orso d’argento a Berlino, racconta l’amicizia di Jae-Young e Yeo-Jin, socie in affari per guadagnare i soldi necessari per un viaggio in Europa. La prima si prostituisce e la seconda le procura i clienti, ma la tragedia è dietro l’angolo…
Chiuderanno la retrospettiva (30 marzo), tre pellicole d’eccezione.
Tutto su mia madre (di Pedro Almodóvar, con Cecilia Roth e Penelope Cruz), ha raccolto un’incredibile collezione di premi, Oscar, Palma d’oro, Golden Globe, David di Donatello, César…, e narra le vicende di gruppo di donne che soffrono e si disperano; ma alla stesso tempo sanno ridere, scherzare e continuare a sognare.
In Film d’amore e d’anarchia ovvero: stamattina alle 10, in via dei Fiori, nella nota casa di tolleranza… (di Lina Wertmüller, con Mariangela Melato), il tema della prostituzione s’intreccia con quello della lotta politica.
Il protagonista (Giancarlo Giannini premiato a Cannes per la Miglior interpretazione maschile), l’anarchico Tunin, si reca a Roma per uccidere Mussolini, ma…
Infine, uno delle più grandi opere di Pier Paolo Pasolini, Mamma Roma (con Franco Citti). Il film, che tratteggia un’umanità disagiata che sogna il riscatto della propria condizione attraverso un impossibile avanzamento sociale, vede giganteggiare Anna Magnani, prostituta che sogna di lasciare la vita, per dare dignità e futuro a sé e al figlio, ignaro della professione della madre. Ma il ritorno del protettore obbliga la donna a tornare sulla strada…