L'Infanzia di un Capo, l'opera prima di Brady Corbet
L'Infanzia di un Capo, l'opera prima di Brady Corbet

L’Infanzia di un Capo, l’opera prima di Brady Corbet al cinema da giugno


Liberamente ispirato ad un racconto di Jean-Paul Sartre e girato in 35mm, il film racconta, in quattro atti, la vita del piccolo Prescott nella villa vicino a Parigi dov'è alloggiato con i suoi genitori.

Esce nelle sale dal 29 giugno, distribuito da Fil Rouge Media, L'infanzia di un capo (The Childhood of a Leader), opera prima di Brady Corbet, interpretato da Bérénice Bejo, Robert Pattinson, Stacy Martin, Liam Cunnnigham e Tom Sweet. Liberamente ispirato ad un racconto di Jean-Paul Sartre e girato in 35mm, il film racconta, in quattro atti, la vita del piccolo Prescott nella villa vicino a Parigi dov'è alloggiato con i suoi genitori.

Il film, definito dal New York Times "Un ritratto convincente e sostenuto da un cast eccellente", ha vinto il Premio Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima 'Luigi De Laurentiis' e il Premio Orizzonti per la Miglior Regia alla 72a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Il papà (Liam Cunningham) del piccolo Prescott (Tom Sweet) , consigliere del presidente americano Wilson, lavora alle trattative di definizione di quello che diventerà il trattato di Versailles, appena dopo la fine della prima guerra mondiale. La formazione del carattere di Prescott è segnata da una precoce tensione intellettuale e da frequenti scatti d'ira, che portano alla continua ridefinizione degli equilibri di potere familiare. Fra le storture e le ipocrisie sociali che avvelenano una coscienza al suo nascere e la preparano ad una sorte colpevole, si consuma lo scontro tra lo sterile e vigliacco mondo maschile dei diplomatici, e dell'ambiguo amico di amiglia Charles Marker (Robert Pattinson), e quello femminile, al contrario vitale e vibrante, che circonda il bambino con le tre diverse figure di donna che gestiscono la sua vita: l'austera e religiosa mamma (Bérénice Bejo), la dolce governante (Yolande Moreau) e la fragile insegnante di francese (Stacy Martin).

In quella che è una delicata simbologia del male del fascismo che di lì a poco infetterà l'Europa, la consapevolezza auto-affettiva di Prescott si addensa nel nichilismo del primo dopoguerra, che alzerà il sipario alle tirannie del Ventesimo Secolo.

Impostazioni privacy