

Dune, l’azienda di effetti speciali chiede un taglio di stipendio al personale
L'azienda che si occupa degli effetti speciali di 'Dune - Parte due' sta chiedendo un sacrificio ai suoi lavoratori: ecco cosa succede
di Erika Pomella / 18.09.2023
Ormai vi abbiamo raccontato in lungo e in largo quello che sta avvenendo in quel di Hollywood con lo sciopero di sceneggiatori e attori, che hanno incrociato le braccia rispettivamente a maggio e a luglio. Conseguenze che, ora, si stanno allungando in tutti i settori che compongono la meravigliosa fabbrica dei sogni della settima arte. L’ultima notizia a riguardo è la richiesta che è stata fatta dall’azienda che si occupa degli effetti speciali di Dune – Parte 2, secondo capitolo tratto dal libro di Frank Herbert e portato sul grande schermo dal regista Denis Villeneuve.
Dune, cosa sta succedendo con gli effetti speciali?
C’è stato un momento, ancor prima che iniziassero gli scioperi dei sindacati WGA e SAG-AFTRA contro la AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), in cui sembrava che Dune – Parte 2 potesse debuttare in anteprima mondiale alla 80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Una convinzione che veniva dal fatto che il primo capitolo della saga interpretata dai nuovi idoli Timothée Chalamet e Zendaya avesse debuttato proprio nel festival cinematografico diretto da Alberto Barbera. Tuttavia, man mano che si avvicinava l’appuntamento con la conferenza stampa che avrebbe svelato i titoli della kermesse, più è stato evidente che il film non sarebbe mai riuscito a farsi strada fino a Venezia: questo perché Dune – Parte 2 sembrava essere ancora in alto mare con la fase di post-produzione e, soprattutto, con la sezione legata agli effetti visivi e speciali. Questo, unito allo sciopero degli attori che ha portato Warner Bros a far slittare il film, ha fatto sì che Dune – Parte 2 non fosse presente in alcun festival cinematografico che, di fatto, apre la stagione dei premi.
Ora la testata Coming Soon svela che ci sono dei veri e propri problemi con l’azienda che si occupa degli effetti speciali del film. Come si legge sulla testata appena citata, infatti, la DNEG, azienda che si occupa dei VFX per Dune – Parte 2, avrebbe chiesto ai suoi impiegati – che superano le diecimila unità – di accettare un taglio di stipendio pari al 20-25% in meno, per un periodo non inferiore ai sette mesi. Un taglio che dovrebbe essere calibrato sullo stipendio che ogni singolo dipendente già prende. Se gli impiegati in questione non hanno la possibilità economica di accettare questo taglio, possono usufruire di un sistema di prestito che, secondo le indiscrezioni riportate da Dealine, dovrebbe portarli a rimborsare una maggiore quantità di denaro nel corso di tre anni. Gli impiegati che non vogliono accettare né la prima condizione né la seconda probabilmente saranno licenziati.
Il taglio degli stipendi, naturalmente, sarebbe collegato al crollo di richieste di lavoro giunte all’azienda a seguito dello sciopero. Naturalmente, però, questa proposta da parte della DNEG ha fatto arrabbiare moltissimo chiunque vi lavori. Uno degli impiegati ha infatti detto a Deadline:
“Siamo davvero incazza*i. Ci sentiamo come se la DNEG non ci stia offrendo nulla per compensare quello che sta accadendo, ma invece sta spingendo tutto il peso e i rischi sulle spalle dei lavoratori.”
La compagnia, però, ha rilasciato un comunicato in cui spiega che la decisione non è stata presa alla leggera. Nella dichiarazione ufficiale si legge:
“DNEG non è immune all’impatto della corrente interruzione dell’industria e non siamo i soli. Queste sfide stanno avendo degli impatti su tutti i dipartimenti della cinematografia e i nostri clienti a livello globale stanno fronteggiando sospensioni o rimandi di progetti che rappresentano entrate significative per tutte le aziende e i lavorati che lavorano in questo settore. Di conseguenza, noi stiamo controllando di continuo e in modo proattivo tutte le aree che riguardano la nostra attività per assicurarci di poter continuare a consegnare un lavoro della più alta qualità mentre proteggiamo le posizioni dei nostri lavoratori, per quanto ci è possibile. Per fare questo, abbiamo chiesto a tutti i lavoratori e ai membri dei vari team, inclusi anche i leader del reparto creativo e gli executives senior, di accettare tagli salariali a breve termine che ci permetterebbero di mantenere il maggior numero di posti di lavoro durante questo periodo.”