Mai Stati Uniti, intervista ai fratelli Vanzina


Le interviste ai fratelli Vanzina, Enrico e Carlo, realizzatori del nuovo film Mai Stati Uniti, nei cinema dal 3 Gennaio 2013.

Le interviste ai fratelli Vanzina, Enrico e Carlo, realizzatori del nuovo film Mai Stati Uniti, nei cinema dal 3 Gennaio 2013 distribuito da 01 Distribution. Nel cast Vincenzo Salemme, Maurizio Mattioli, Ambra Angiolini, Ricky Memphis, Anna Foglietta, Giovanni Vernia.

Si tratta del terzo film, la terza commedia, che Carlo ed Enrico ambientiamo negli United States of America. Il primo, negli anni 80 fu il cult Vacanze in America. Poi, negli anni 90, fu  la volta di Sognando la California. Erano due film buffi, on the road, con un cast corale. Anche Mai Stati Uniti ha le stesse caratteristiche. Rispetto agli altri due, però, è un film più maturo che affronta un argomento di grande spessore: il senso della famiglia. Vengono messi in scena cinque personaggi male in arnese: Vincenzo Salemme, un cameriere rovinato dalla sua passione per il gioco d'azzardo, Ambra Angiolini, una segretaria d'azienda devastata dalle nevrosi, Ricky Memphis, un uomo abbandonato dalla moglie e in caduta libera, Anna Foglietta, una precaria superficiale, molto allegra nella sua vita sessuale, Giovanni Vernia, un bambinone leggermente autistico cresciuto senza genitori in uno zoo. All'inizio del film, questi cinque personaggi scoprono di essere figli dello stesso padre, insomma di essere fratelli. Il viaggio che faranno, tutti insieme, per andare a spargere le ceneri del padre in Arizona (solo così potranno mettere mano ad una cospicua eredità), è un percorso che li farà scontrare, li farà litigare, ma alla fine farà loro scoprire il senso della fratellanza. E della famiglia.

Intervista ad Enrico Vanzina

Come è nata l'idea di questo film?
Mio fratello Carlo ed io avevamo scritto qualche anno fa un soggetto su cinque uomini e donne di diversa estrazione sociale – fino ad allora ignari l'uno dell'esistenza dell'altro – che venivano convocati da un anziano nobiluomo che in punto di morte rivelava di essere il loro padre. Partendo da questo spunto siamo tornati sull'argomento spostando l'ambientazione della vicenda all'estero: se il lascito notarile che dà il via alla nostra storia fosse avvenuto a Cortina o sull'Etna il viaggio dei vari personaggi in queste località non sarebbe stato interessante. Quando la realtà è ripetitiva ed ossessionante, invece, può essere piacevole ogni tanto cercare sfondi diversi e prendere una boccata d'ossigeno fuori dai nostri confini. In passato anche i nostri grandi registi di commedie come Dino Risi ("Il gaucho"), Mario Monicelli ("La ragazza con la pistola", "La mortadella") ed Ettore Scola ("Riusciranno i nostri eroi..", "Permette? Rocco Papaleo") sono andati spesso a girare all'estero alcuni film che affrontavano comunque il costume e la vita sociale italiani. Io e mio fratello volevamo girare in questa occasione lontano dal nostro Paese perché a nostro parere oggi da noi la fiction ha finito in qualche modo col "cannibalizzare" il cinema. Le serie e miniserie tv italiane – sia quelle ambientate nelle grandi città sia quelle girate in provincia – hanno infatti inflazionato molti luoghi del nostro panorama visivo togliendovi curiosità ed interesse, le varie Film Commission regionali tendono a valorizzare il fascino dei rispettivi territori in tante produzioni per il cinema e la tv ma tutto sembra un po' già visto. Ultimamente una bella eccezione è arrivata soltanto con "Benvenuti al Sud", ambientato efficacemente a Santa Maria di Castellabate, un'affascinante località del Cilento completamente inedita.

Perché "Mai Stati Uniti"?
Nella mia filmografia credo di essere arrivato alla centesima sceneggiatura, considerando solo quelle che poi sono diventate un film. Per questa ultima nostra storia abbiamo pensato poi che in un momento di crisi come questo fosse importante puntare a ritrovare i principi fondanti della famiglia dando vita ad una sorta di inno alla riscoperta dei valori che ci legano, senza più "fossilizzarci" su quelli che ci dividono.

Come giudichi la prova degli interpreti?
Molto positivamente. In un primo tempo a Vincenzo Salemme avevamo proposto il ruolo che poi ha recitato Giovanni Vernia, poi gli abbiamo suggerito quello del cameriere con la fissazione del gioco e lui ha accettato subito. Pur essendo meno giovane rispetto agli altri personaggi Vincenzo è riuscito presto a sintonizzarsi benissimo con tutti ed appare insieme buffo, malinconico e profondo, nei momenti in cui deve esserlo: ho scritto diversi film da lui interpretati e credo che questo sia il suo miglior ruolo in assoluto. Eravamo grandi fan di Giovanni Vernia, l'avevamo incontrato spesso in passato per valutare l'ipotesi di lavorare insieme ad un progetto ma poi abbiamo rinviato di comune accordo il nostro appuntamento quando è stato coinvolto in "Ti stimo fratello", il suo film da regista. Ora finalmente ce l'abbiamo fatta e Giovanni, che nella vita è una persona meravigliosa oltre che un ingegnere elettronico molto in gamba, ha interpretato benissimo una specie di esilarante bambinone mai cresciuto. Ricky Memphis invece oltre a fare molto ridere gioca molto sulla tenerezza: quando è venuto a leggere il copione prima delle riprese non abbiamo avuto bisogno di modificare nessun battuta, abbiamo scritto pensando alle sue corde più tipiche e lui si è rivelato perfetto non solo per i tempi comici ma anche per la sua grande umanità. Anna Foglietta è bravissima, è uno "strumento" in grado di suonare qualsiasi cosa si chieda, modellandosi perfettamente sul ruolo, mentre Ambra Angiolini è una sorta di monumento vivente ad un certo tipo di nevrosi urbane, è spiritosa e sa prendersi in giro, penso sia una delle poche attrici in circolazione che sembra nata per la commedia.

Intervista a Carlo Vanzina

Che cosa ti ha spinto a realizzare questo film?
Avevo da tempo voglia di lavorare con attori giovani, l'età si è allungata e i quarantenni ora sono giovani, al contrario di cinquant'anni fa quando al cinema i genitori sembravano… i bisnonni di oggi. Avevo poi bisogno di una boccata di ossigeno e voglia di fare un viaggio "on the road" negli Stati Uniti e così con mio fratello Enrico abbiamo inventato una storia piuttosto insolita, ambientandola in spazi sconfinati e cercando di coniugare il nostro modo tipico di fare commedia con quello dei registi americani di nuova generazione come il Todd Phillips di "Una notte da leoni" e "Parto col folle". A un certo punto è arrivata l'idea dei cinque personaggi in crisi, nevrotici, problematici e complessati che si scoprono fratelli e si ritrovano loro malgrado insieme in un'avventura in cui ognuno dovrà dividere un percorso di vita con dei perfetti sconosciuti. All'inizio si detestano, si ritrovano tutti in crisi e sulla difensiva per motivi diversi, ma durante il viaggio vari avvenimenti permetteranno loro di aprirsi e di mostrare il meglio e il peggio fino a quando succederà qualcosa che darà forse a tutti la forza per affrontare i problemi della vita insieme. L'eredità diventerà quasi qualcosa di marginale e il vero tesoro per loro sarà l'aver trovato solidarietà e fratellanza: a un certo punto il personaggio interpretato da Ambra Angiolini, Angela, dirà "in fondo nostro padre ci ha fatto fare questo viaggio insieme per unirci.

Come ti sei trovato con i tuoi attori?
Questa è la nostra quinta esperienza in comune con Vincenzo Salemme (dopo "Olè", "La vita è una cosa meravigliosa", "Ex-Amici come prima" e "Buona giornata"): è un attore molto generoso, si spende molto, ci capita spesso di inventare al momento nuove situazioni e battute sul set, cercando di migliorare il tutto dall'interno, con una creatività costantemente su di giri. Con Ricky Memphis invece siamo al terzo film insieme, dopo "I mitici" e "Ex-Amici come prima". Lui è invece più compassato, ligio e fedele al copione, ha una capacità tutta sua di pronunciare le frasi più pertinenti, con un'aria meravigliosa da compassato campione di understatement, ogni battuta per lui è una "sentenza". In questa occasione interpreta un padre separato che – come Walter Chiari ne "Il giovedì" di Dino Risi – racconta per fare una bella figura un sacco di balle al suo bambino occasionalmente in gita con lui, ma il figlio si rivela molto più adulto e maturo e lo esorta a non raccontargli cose inutili, gli va benissimo così com'è.. Abbiamo poi coinvolto Giovanni Vernia con un personaggio meno canonico rispetto agli altri, piuttosto folle ma anche tenero, diverso dal Johnny Groove con cui è arrivato al successo in tv. Ambra Angiolini ha rappresentato per me una scoperta meravigliosa, ha una verve comica insospettabile, è spiritosa e propositiva: prima delle riprese mi era stata descritta come una persona po' difficile e complicata ma invece lavorare con lei è stato un vero e proprio idillio. Infine sono tornato molto volentieri a dirigere Anna Foglietta dopo il nostro "Ex-Amici come prima" in cui aveva dato una bellissima prova accanto ad Alessandro Gassman. Anche in questa occasione si è confermata un'attrice brillante, di grande talento e dai perfetti tempi comici.

Ci parli delle location americane e di come le hai scelte?
L'America ha rappresentato una scelta cinefila, volevo ripercorrerne la memoria cinematografica attraverso vari sfondi spettacolari, ogni paesaggio che incontri ti fa venire in mente un film diverso, chi ama il cinema non può non emozionarsi quando si arriva a Lake Powell, in Arizona, lì dove inizia il Gran Canyon. Ho filmato diversi luoghi in cui desideravo da tempo girare, mi piaceva ad esempio il Monte Rushmore con i volti dei presidenti Usa scolpiti nella roccia che si vedono in "Intrigo Internazionale" di Hitchcock. Nella finzione scenica l'aereo con i nostri protagonisti è costretto ad atterrare in Sud Dakota per una turbolenza e Angela, il personaggio interpretato da Ambra, essendo una fobica costringe gli altri a proseguire il viaggio via terra con un van in affitto: da lì siamo passati a filmare il seguito della storia nello Utah, in Arizona, Colorado (Aspen e Denver), in Nevada, a Las Vegas e nei luoghi in cui Ridley Scott ha girato "Thelma e Louise".

Quali momenti particolari della lavorazione ricordi più volentieri?
E stato molto piacevole e gratificante assistere al progressivo amalgamarsi sulla scena e nella vita di attori dal background molto diverso, speravo che strada facendo tutti si unissero e familiarizzassero parallelamente ai personaggi che interpretavano, li portavo ogni sera a cena, li sollecitavo a integrarsi e loro erano entusiasti. Una sera a Las Vegas li ho portati ad assistere ad uno spettacolo del mago illusionista David Copperfield che ha scelto per caso nella folla tra centinaia di spettatori Ricky Memphis, coinvolgendolo in scena nei suoi giochi di prestigio con effetti esilaranti senza che lui capisse una sola parola della lingua inglese… Un capitolo a parte ha rappresentato poi la scelta dei ristoranti per ogni tipo di esigenza: Vincenzo Salemme è un noto buongustaio, Ambra ha una passione smisurata per il sushi, Ricky Memphis è un esperto conoscitore di vini. Durante le riprese al Gran Canyon, inoltre, abbiamo incontrato un gruppo di abruzzesi in vacanza che si è unito a noi e la serata è finita con Giovanni Vernia che si esibiva scatenato imitando Loredana Bertè… Ogni domenica cercavamo di vedere le partite di calcio del campionato italiano sugli iPad, ma ogni tanto andava via la linea e si soffriva un bel po'… la domenica poi sia io che Ricky Memphis abbiamo l'abitudine di andare a messa e allora in ogni città andavamo alla ricerca di una diversa chiesa cattolica e quando siamo stati nello Utah, uno Stato pervaso dalla presenza dei Mormoni, Ricky, essendo molto devoto, si indignava scherzosamente contro "sti zozzoni posseduti, c'hanno un sacco di mogli….". Infine in una sequenza realizzata alle pendici del monte Rushmore era previsto che Memphis fosse aggredito da un vero orso, Brutus, una star molto richiesta dal cinema che in quei giorni stava ultimando un film in Alaska. E' stato addestrato a recitare fingendo di ringhiare, aggredire, mangiare un hamburger una volta sollecitato da un diverso e particolare codice, ad esempio quando nella finzione il figlio di Memphis riusciva a sedarlo con un lassativo doveva fingere di addormentarsi… Considerava il suo istruttore come un padre, lo abbracciava, ma comunque era sempre imprevedibile…

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