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Miele: conferenza stampa del film di Valeria Golino


Interviste a Valeria Golino, Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri fatte in occasione della conferenza stampa a Roma del film Miele di Valeria Golino.

Di seguito vi riportiamo le domande e le risposte emerse durante la conferenza stampa del film Miele di Valeria Golino che si è tenuta a Roma lo scorso lunedì 29 aprile. Erano presenti Valeria Golino, Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri.

Qual è stata la molla che l'ha spinta a voler dirigere questo film, tratto dal libro A nome tuo di Mauro Covacich?

VALERIA GOLINO: Avevo letto il libro tre anni fa, e l'ho trovato fulminante, contemporaneo, doloroso e provocatorio, con un personaggio femminile inedito nella letteratura. Ho deciso di acquistarne i diritti, io le altre due sceneggiatrici siamo intervenute moltissimo sulla storia, infatti il film è liberamente ispirato al romanzo. All'inizio avevamo molta paura, soprattutto per quanto riguardava il fatto che io esordissi come regista con questo film. A volte ero io ad aver paura e le persone intorno a me mi incoraggiavano, altre volte era il contrario.

Valeria Golino è un'attrice affermata, come anche Riccardo Scamarcio (produttore del film). Come siete riusciti a sganciarvi dalla tentazione di recitare voi stessi nel film?

VALERIA GOLINO: Per la parte della protagonista ho pensato a una ragazza più giovane, ho immaginato che dovesse avere 28-30 anni; si era parlato all'inizio della possibilità che fossi io la protagonista, ma mi sono subito tirata indietro, volevo che Irene avesse un bagaglio diverso da quello di una donna matura che le avrei potuto dare io se l'avessi interpretata. Non volevo essere io la protagonista del mio primo film da regista, il mio primo istinto è sempre quello di pensare agli altri. Per quanto riguarda Riccardo Scamarcio, avrebbe potuto interpretare uno dei due ruoli maschili, ma non ci è sembrato il caso di usare lui.
RICCARDO SCAMARCIO: Per me si è trattato anche di una questione pratica, nel senso che ho scoperto quale sia la mole di lavoro di un produttore. Non è stato semplice fare un film così, ma questo prova che anche in Italia si possono fare film coraggiosi.

Che cosa l'ha spinta a raccontare questo argomento?

VALERIA GOLINO: Quando ho letto il libro, e dopo, mentre scrivevamo la sceneggiatura, pensavo che fosse interessante parlare, scrivere, e immaginare di vedere tutti quei personaggi. Trovo che l'argomento di cui tratta il film sia un tabù più per le istituzioni e la politica che per le persone; va a colpire dei pregiudizi intimi, al di là del fare affermazioni politicamente corrette, c'è il tentativo di porsi delle domande senza prendere una posizione definitiva. Voglio sia chiaro che io penso che ogni persona abbia diritto di gestire il proprio corpo e la propria vita, compreso il diritto a finirla, ma ci sono poi mille implicazioni che cambiano a seconda di ogni storia personale, e io volevo addentrarmi in questi dubbi.

Il film verrà presentato a Cannes. Che cosa prova al riguardo?

VALERIA GOLINO: Sono contenta di andare al festival di Cannes, il fatto di andare là, vestirsi eleganti, mette allegria, anche se poi ci si diverte sempre meno di quanto si pensava. Ho sempre pensato al festival di Cannes e alla sezione di Un Certain Regard per questo film ed essere lì dà un senso di appartenenza alla cinematografia mondiale.

Come descrive il suo personaggio?

JASMINE TRINCA: Innanzitutto non mi pongo problemi etici nell'accettare un film, e in questo caso mi sono affidata completamente a Valeria, anche per le scene che inizialmente non capivo al momento di girarle e che poi ho apprezzato rivedendole. Ho provato piacere nell'interpretare questo film ma ho anche sofferto. Miele è una macchina in quello che fa, e questa macchina funziona perfettamente finchè interviene una variabile esterna; quando la sua non è più solitudine perché incontra un personaggio che condivide i suoi stessi malesseri, Miele non ce la fa più.

Come avete scelto cosa mostrare nelle scene che trattano la morte dei personaggi?

VALERIA GOLINO: Abbiamo scelto di non far vedere mai un personaggio mentre muore,  ma si sente tutto il peso e la tensione di certe scelte. In certi casi la morte è suggerita con tutti i segnali possibili, ma non mostrata anche perché trovo che certe cose siano esteticamente goffe da rappresentare al cinema.

Qual è stato il suo metodo da regista? Si è ispirata a qualcuno dei registi con cui ha lavorato?

VALERIA GOLINO: Ho imparato moltissimo da tutti i registi con cui ho lavorato, ma io non ho un metodo, piuttosto un caos; ho fatto tantissime foto, preso qualche appunto  -che poi perdevo- ma non c'era storyboard. Volevo un film che fosse al tempo stesso libero e formale: le inquadrature dovevano essere senza fronzoli ma avere anche incidenti di luce, spostamenti. Avevo paura delle trappole, quindi ho lasciato fuori delle cose belle esteticamente perché il film non voleva ghirigori. Io tendo all'estetizzazione ma ho cercato di essere rigorosa lasciando fuori l'inutile. Poi, certo, avevo una mia idea su quello che dovevano essere le architetture, quali parti di Roma mostrare, su come inquadrare i visi.

Jasmine Trinca è bravissima in questo film, da dove viene questa bravura nell'interpretazione?

JASMINE TRINCA: Io credo veramente che ogni attore possa essere bravo o pessimo, dipende tutto dall'incontro col regista. In questo caso, quindi, la mia bravura dipende da Valeria. Io non mi piaccio mai riguardandomi sullo schermo, ma in questo caso mi sono piaciuta.

Come mai ha scelto proprio questo argomento per il suo esordio alla regia? È un tema controverso che sicuramente scatenerà polemiche.

VALERIA GOLINO: Innanzitutto questo è un film che non parla di eutanasia ma di suicidio assistito, ci tengo a precisarlo perché sono due cose diverse. Quello che mi ha attratto in questa storia leggendo il romanzo era il connubio tra morte e vita, tra luce e oscurità, e la voglia di metterlo in immagini. Non è stato comunque un film facile da realizzare, all'inizio pensavamo di non poterlo fare proprio per gli argomenti che tratta.

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