Profondo Nero di Carlo Lucarelli su CrimeInvestigation
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Cinque viaggi nella mente di alcuni assassini seriali italiani per scoprire il disagio di un'epoca.

Cinque episodi, sei viaggi nella mente di alcuni assassini seriali italiani per scoprire il disagio di un'epoca: è la nuova serie Profondo Nero di Carlo Lucarelli, in onda dal 15 novembre 2016 alle 22 su Crime + Investigation. La produzione originale racconta i più efferati assassini seriali italiani e il contesto sociale nel quale hanno vissuto.

In questa nuova stagione lo scrittore emiliano ricostruisce il delitto di Cogne. Ripercorre la vita di Pietro Maso, che nel 1991 massacra, con l'aiuto di tre amici, il padre e la madre. Affronta il caso di Milena Sutter scomparsa il 6 maggio a 13 anni e viene ritrovata senza vita qualche settimana dopo. Chi l'ha uccisa? Lucarelli indaga inoltre sui misteri di Alleghe, una serie di delitti che ha sconvolto il paese delle Dolomiti, e sull'omicidio di Francesca Alinovi, uccisa nel 1983 nel suo appartamento di Bologna.

Gli episodi:

Francesca Alinovi –  15 novembre 2016
Il 15 giugno 1983 il corpo di Francesca Alinovi viene trovato sul pavimento del suo piccolo appartamento a Bologna, è stata uccisa con 47 coltellate. Da subito viene ritenuto colpevole Francesco Ciancabilla, suo compagno più giovane di 12 anni, con il quale la Alinovi ha uno strano rapporto.

Pietro Maso –  22 novembre  2016
Il 17 aprile 1991 Pietro Maso massacra, con l'aiuto di tre amici, il padre e la madre. Il delitto, che denuncia il vuoto di una generazione, sconvolse l'opinione pubblica per la violenza con cui infierì sui genitori.

Milena Sutter – 29 novembre 2016
Milena Sutter, tredici anni, scompare e il suo corpo viene ritrovato nel mare meno di un mese dopo. Qualcuno l'ha strangolata e uccisa, prima di gettare in mare il suo corpo appesantito da una cintura da subacqueo. Chi è stato?  

Il delitto di Cogne – 6 dicembre 2016
Il 30 gennaio 2002 a Cogne viene ucciso Samuele Lorenzi, di tre anni. Nel 2008 la Corte di Cassazione riconosce colpevole la madre Annamaria Franzoni. Il caso ha avuto una grande rilevanza mediatica dividendo l'opinione pubblica.

I misteri di Alleghe – 13 dicembre 2016
Una catena di delitti che, dal 1933 al secondo dopoguerra, si consumano nel tranquillo paesino ai piedi delle Dolomiti e che hanno inizio a causa di un peccato di gioventù da nascondere a tutti i costi.


Profondo Nero di Carlo Lucarelli | Edizione 2015

Sei episodi dedicati ad altrettante menti criminali e alle loro storie disperate, che permettono di ricostruire i cambiamenti della società italiana dell'ultimo secolo. Dal Landru del Tevere, che fece a pezzi sette giovani donne negli anni del fascismo, passando per Milena Quaglini, che uccise tre uomini nella provincia lombarda negli anni '90, fino ad arrivare a Maurizio Minghella, il cui ultimo delitto risale al 2001: questi sono solo alcuni dei protagonisti delle storie raccontate dalla serie.

Girata all'interno della dismessa centrale termoelettrica Enel di Montalto di Castro, tra tubi e corridoi oscuri che ricordano le menti contorte dei killer, Profondo Nero esplora la vita di questi assassini, penetrando in profondità nella loro mente e svelandone i segreti.

GLI EPISODI DI PROFONDO NERO:

La vedova nera del pavese (Milena Quaglini) – 23 giugno 2015
La Quaglini uccide tre uomini nella provincia pavese tra Broni e Stradella. E' una vedova  nera atipica e disperata che uccide uomini violenti per difendersi e forse per vendicarsi. Una storia che racconta la provincia, ma anche quell'universo femminile che in altre circostanze sarebbe stato vittima di femminicidio e che qui, in qualche modo, ne è la nemesi.

Accecato dal sangue (Maurizio Minghella) – 30 giugno 2015
Minghella ha bisogno di uccidere: quando ammazza, si eccita. Le sue vittime sono donne, in particolare prostitute. Gli omicidi iniziano il 9 aprile 1978 con la prima vittima Anna Pagano, 20 anni, una prostituta tossicodipendente. Dopo aver ucciso altre quattro donne, Minghella viene arrestato. Il 3 aprile 1981 è condannato all'ergastolo. Nel 1995, a 37 anni, ottiene la semilibertà ed è in questo periodo che commette almeno altri quattro omicidi, tra cui il suo crimine più efferato: Tina Motoc, 27 anni, brutalmente uccisa nella notte tra il 16 e i 17 febbraio 2001.

Assassino cerca moglie (Cesare Serviatti) – 7 luglio 2015
Chiamato il Landru del Tevere, Cesare Serviatti uccide e fa a pezzi sette giovani donne nell'Italia del fascismo, usando un coltello da cucina come arma del delitto, due valigie come tomba, un treno come carro funebre. Per anni quest'uomo dall'aria innocua adesca con l'aiuto della moglie ingenue donne di mezza età, utilizzando annunci sui giornali con l'intento di accaparrarsi i loro averi. Una storia che inizia con la scoperta dei corpi a pezzi nelle valigie alla Stazione di Napoli e che lascia sbigottito un paese in cui il regime fascista proibiva i romanzi gialli e censurava la cronaca nera.

Un killer nel mirino (Salvatore Avvantaggiato) – 14 luglio 2015
Tra l'ottobre 1977 e l'agosto 2000 Salvatore Avvantaggiato commette due omicidi, forse di più (ma non è mai stato possibile dimostrarlo). La prima vittima è un'ostetrica, uccisa nel 1977 durante un furto d'appartamento a Corigliano d'Otranto. Viene arrestato e condannato all'ergastolo. Durante la detenzione ottiene una cinquantina di permessi-premio per buona condotta e il 7 agosto 2000 uccide di nuovo. Lui nega ogni responsabilità, ma una telecamera a circuito chiuso lo incastrerà, cancellando ogni dubbio.

Il mostro di Merano (Ferdinand Gamper) – 21 luglio 2015
Il primo marzo 1996 la polizia e la Criminalpol sono schierate davanti alla porta di un maso, tipica abitazione del Trentino Alto Adige. All'interno si è barricato un uomo dopo aver sparato in faccia a un maresciallo. Quell'uomo è Ferdinand Gamper e ha ucciso sei persone a Merano con un colpo in testa di calibro 22. L'unico movente degli omicidi sembra essere quello dell'odio verso gli italiani, testimoniato anche da un messaggio lasciato dal killer accanto a una delle ultime vittime. Naturalmente le cose non sono così semplici come sembrano: scavando sotto la superficie della cronaca, emergono i tratti della personalità dell'assassino e la sua tormentata storia familiare.

La saponificatrice di Correggio (Leonarda Cianciulli) – 28 luglio 2015
La protagonista di questa vicenda è passata alla storia per aver bollito con la soda caustica i resti di alcune sue vittime, facendone del sapone. In realtà Leonarda Cianciulli ha fatto ben altro e aveva una motivazione forte per uccidere: voleva compiere dei sacrifici umani per salvare i propri figli dalla morte, in particolare il primogenito, che rischiava di essere chiamato al fronte. La Cianciulli aveva già perso troppi figli (nel suo memoriale si parla di dieci bambini morti nella culla e tre gravidanze interrotte) e non poteva sopportare altre bare bianche: "Non ho ucciso per odio o per avidità, ma per amore di madre". Così tra il 1938 e il 1941 assassina almeno tre donne, dalle quali ricava il sangue come tributo per salvare i propri figli.

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