To Rome With Love, la conferenza stampa


Si è svolta questa mattina a Roma la conferenza stampa del nuovo film di Woody Allen To Rome With Love. Erano presenti il regista e gli attori Penelope Cruz, Alec Baldwin, Jesse Eisenberg, Roberto Benigni e il vice Presidente e Amministratore Delegato di  Medusa Film Giampaolo Letta. Giampaolo Letta ha dichiarato che il film arriverà […]

Si è svolta questa mattina a Roma la conferenza stampa del nuovo film di Woody Allen To Rome With Love. Erano presenti il regista e gli attori Penelope Cruz, Alec Baldwin, Jesse Eisenberg, Roberto Benigni e il vice Presidente e Amministratore Delegato di  Medusa Film Giampaolo Letta.

Giampaolo Letta ha dichiarato che il film arriverà nelle sale il 20 aprile in circa 600 copie. Ha poi aggiunto:

Siamo molto onorati di poter ospitare l'anteprima mondiale di un film così importante e di aver partecipato da protagonisti nel progetto. Ringraziamo Woody Allen per la fiducia che ha riposto in noi, tutta la troupe italiana che ha partecipato al film e soprattutto la città di Roma.

D.: Roberto Benigni quanto hai giudicato vera la tua parte e qual è nel quotidiano il tuo rapporto con l'essere famoso e con il pubblico?

Benigni: La notorietà è un tema che riguarda tutti noi, tutti vogliono essere famosi, ma quello che accade nel film riesce a essere speciale grazie a quella grazia che il signor Allen riesce a mettere, di rendere tutto favolistico e reale al tempo stesso.

D.: Signor Allen questo film è un omaggio a Roma ma è anche un omaggio apparente al cinema italiano, il cinema di Fellini: c'è un riferimento a Lo sceicco bianco?

Woody Allen: Non che io sappia. Io sono cresciuto con il cinema italiano quindi tutto quello che nel film può sembrare riferito a film italiani è qualcosa che sicuramente viene fuori perché io l'ho assorbito nel corso degli anni, ma non è qualcosa di cui sono consapevole. È naturale che quando si fa un film si tenda ad essere influenzati da quello che si è recepito nel corso degli anni.

D.: Che immagine ha raccontato dell'Italia in questo film? Quanto è stato influenzato dalla visione che lei ha dell'Italia nel film?

W.A.:  Tutti gli Americani provano un sentimento di enorme affetto nei confronti dell'Italia, un luogo molto alla mano dove poter vivere, dove veramente la gente si gode la vita. Hanno imparato a conoscere questo paese soprattutto attraverso il cinema ma anche attraverso gli italoamericani che nel nostro paese sono personaggi abbastanza calorose, positive.

D.: Sembra che il prossimo film lo girerà a Copenaghen. Come sceglie le città? Quali nuovi stimoli creativi riceve da questi luoghi?

W.A.: Non so da dove sia venuta fuori questa storia di Copenaghen, non ne ho mai parlato e non mi è mai venuto in mente di dire che avrei fatto un film lì. In città come Roma, Parigi, Londra, Barcellona è molto facile fare film perché sebbene abbiano uno spirito che può sembrare diverso in realtà è lo stesso di New York. L'estetica è diversa ma l'energia, il fermento culturale è lo stesso. Ci sono alcuni luoghi nel mondo che hanno questo spirito comune e io non potrei fare film in luoghi diversi da questi come nel deserto o in una zona rurale.

D.: Come è stato lavorare con Woody Allen?

Penelope Cruz: E' stata una bellissima esperienza perché io adoro Woody, lui ha una grande personalità e intelligenza. Per me è una persona molto importante per tanti motivi, mi piace guardarlo lavorare sul set. Nella nostra professione abbiamo l'opportunità di lavorare con delle persone sorprendenti e Woody è una di queste, ho sempre sognato di lavorare con lui e ogni volta mi sembra che il tempo sia troppo poco. Sono estremamente grata a lui per quello che mi ha consentito di fare.

Jesse Eisenberg: E' stato un grande onore lavorare con Woody Allen, lui per me è il più grande regista, sceneggiatore, attore, quindi avere la possibilità di stare sul set con lui è stato bellissimo. Lui è molto gentile e molto aperto con i suoi attori.

D.: Signor Allen lei riesce a realizzare una media di un film l'anno. Volevo sapere se per lei fare cinema è sempre una necessità artistica o in alcuni casi è anche una terapia psicanalitica?

W.A.: Fare un film all'anno per me è un po' come una terapia. Essere impegnato in un film mi consente di distrarmi dal resto e quindi di non rimanere a pensare e a riflettere su quanto siano tremendi i problemi della vita che non sono in grado di risolvere.

D.: Se non è Copenaghen, dove girerà il prossimo film?

W.A.: Il prossimo film sarà girato per una piccola parte a New York e il resto a San Francisco.

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