Venezia 71, The Cut
Venezia 71, The Cut

Venezia 71, The Cut: dramma, avventura e un western tutti insieme


Il film non potrebbe essere più attuale: un racconto di guerra e di esodo, che mostra il potere dell'amore e della speranza che permette di raggiungere l'inimmaginabile.

A Venezia è stato presentato in concorso il nuovo film del regista Fatih Akin: The Cut, l'odissea di un uomo che vede il suo popolo sterminato. Un film epico, un dramma, un'avventura e un western tutti insieme. Il film sarebbe potuto essere ambientato cento anni fa, ma non potrebbe essere più attuale: è un racconto di guerra e di esodo, oltre a mostrare il potere dell'amore e della speranza che ci permette di raggiungere l'inimmaginabile.

Mardin, 1915. Una notte la polizia turca fa irruzione nelle case armene e porta via tutti gli uomini della città, incluso il giovane fabbro Nazaret Manoogian, che viene così separato dalla famiglia. Anni dopo, sopravvissuto all'orrore del genocidio, Nazaret viene a sapere che le sue due figlie sono ancora vive. L'uomo decide così di ritrovarle e si mette sulle loro tracce. La ricerca lo porterà dai deserti della Mesopotamia e l'Avana alle desolate praterie del North Dakota. In questa odissea, l'uomo incontrerà molte persone diverse: figure angeliche e generose, ma anche incarnazioni demoniache.

"The Cut esplora il tema del diavolo, esaminando il male che siamo capaci in infliggere agli altri," racconta il regista, "sia inconsapevolmente sia deliberatamente, evidenziando la sottile linea che spesso separa il bene dal male. The Cut è diventato un film molto personale. Nel tema esplora la mia coscienza e nella forma esprime la mia passione per il mezzo cinematografico".

Venezia 2014
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