AIR - La storia del grande salto
AIR - La storia del grande salto

Air – La storia del grande salto, recensione del film con Ben Affleck


'Air - La storia del grande salto' è il nuovo film di Ben Affleck in cui viene raccontata la "battaglia" tra la Nike e la famiglia di Michael Jordan per un accordo di partnership che ha rivoluzionato il mondo del basket e dell'abbigliamento sportivo
Voto: 8/10

"Niente giochi, solo sport." Questo era il motto della Nike utilizzato da Mel Gibson e Helen Hunt nel 2000 nel film What Women Want, per pubblicizzare la linea dedicata al running della nota casa di abbigliamento e scarpe. Ed è ancora una volta lo sport e il suo legame con la Nike che il nuovo film diretto da Ben Affleck celebra. Air – La storia del grande salto – che arriva il sei aprile al cinema – racconta la storia dell'accordo rivoluzionario stretto dall'azienda di Phil Knight (Ben Affleck) e un giovanissimo Michael Jordan. Protagonista indiscusso della vicenda, però, è Sonny Vaccaro (Matt Damon), guru della pallacanestro e uno dei volti più preparati della divisione basket della Nike. Una divisione che è sull'orlo del fallimento, schiacciata dalla concorrenza di Adidas e Converse, che gli atleti del basket sembrano preferire alla Nike, che invece fattura milioni per quanto riguarda la corsa. Con un budget di duecentocinquantamila dollari, Sonny ha il compito di ingaggiare almeno tre atleti per la Nike, ma il piano salta quando Sonny vede le gesta di Michael Jordan, appassionato di Adidas. Sonny decide che l'intero budget messo a disposizione dalla Nike dovrà servire a pagare l'ingaggio di Michael Jordan. Nonostante la diffidenza di Phil, preoccupato soprattutto per la reazione del consiglio di amministrazione, Sonny comincia a muoversi insieme all'addetto marketing Rob Strasser (Jason Bateman) per convincere la madre di Michael Jordan (Viola Davis), vera capofamiglia, a concedere un colloquio alla Nike.

Air – La storia del grande salto è un film che a livello narrativo non sembra offrire chissà quale rivoluzione o innovazione. Si tratta di una pellicola quasi canonica, una storia di fede e vittoria, di determinazione e competenza e segue una parabola che lo spettatore può indovinare senza sforzo. Ma non è la rincorsa all'originalità il cuore del nuovo film diretto da Ben Affleck. A ben guardare, in realtà, il cuore di questo film sembra essere molto vicino a quello teorizzato anche dalla splendida serie Ted Lasso e il suo cartello Believe. Air è soprattutto la storia di un grande sogno: al di là del peso che Michael Jordan ha avuto nel corso della storia, tanto nello sport quanto nel modo di intendere il marketing sportivo, Ben Affleck si è voluto concentrare soprattutto sull'atto di fede compiuto da un uomo che ha guardato un giocatore e ha visto una leggenda. In questo senso Ben Affleck ha fatto una scelta coraggiosa ma molto intelligente. In un film che parla dell'accordo per la nascita delle Air Jordan, Michael Jordan non viene mai veramente mostrato. Si vede sullo schermo pixelato di un vecchio televisore e anche durante i colloqui è visto solo di spalle, di sfuggira, come se non esistesse. Come se non fosse reale. Il film, in effetti, non teorizza l'umanità dell'atleta, ma racconta già l'ascesa di uno sportivo del tutto differente dai suoi contemporanei. Sonny Vaccaro non insegue il solo talento di una persona, ma la sua capacità di salire sull'Olimpo, di trascendere la sua natura umana per assurgere a quella del mito, una creatura che grazie al suo talento riesce a diventare una figura di riferimento, una fonte di ispirazione, pur con tutto il peso che una cosa del genere comporta.

Anche per questo non è sbagliato affermare che Air – La storia del grande salto è soprattutto la storia di un grande sogno. Un sogno che il protagonista fa ad occhi aperti, con dati alla mano, e che pure ha degli elementi quasi mistici, che rendono il film, tratto da una storia reale, alla stregua di una fiaba. In tutto questo aiuta certamente la forte chimica che esiste tra tutti gli attori chiamati in gioco. Se l'amicizia tra Ben Affleck e Matt Damon è cosa risaputa, la loro capacità di coesistere sullo schermo è davvero un valore aggiunto al film, quella proverbiale ciliegina sulla torta che rende tutto più gustoso. Inoltre, va sottolineato come Air – La storia del grande salto sia soprattutto un film di sceneggiatura, incentrata su dialoghi veloci e taglienti, che hanno il merito di coinvolgere anche chi non è particolarmente appassionato di basket. Il ritmo decelera appena nella parte centrale del film, ma in generale Air – La storia del grande salto è un ottimo film che, più che sullo sport, è incentrato sul bisogno dei nostri tempi di trovare qualcuno che ci insegni ancora a credere nell'impossibile.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
Air – La storia del grande salto
Impostazioni privacy