Arrivederci professore
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Arrivederci professore, recensione del film con Johnny Depp


Johnny Depp è Richard, un insegnante di inglese che scopre di avere un cancro allo stadio terminale e che, in Arrivederci, Professore, cercherà di trovare un mondo non per sopravvivere, ma per vivere al meglio i pochi mesi che gli restano da vivere
Voto: 8/10

Nel più adatto titolo originale Richard says Goodbye (Richard dice addio) si incasella alla perfezione il senso del film di Wayne Roberts, divenuto poi The Professor e, in italiano, Arrivederci Professore. Titoli che, comunque, hanno tutti il merito di mettere l'accento sul protagonista del film, il professore Richard interpretato da un bravissimo Johnny Depp che si scopre malato di cancro ai polmoni, al quarto stadio e si rende conto di avere meno di un anno di vita, prima che il male che lo affligge se lo porti via. A quel punto per il gentile professore di inglese inizia una sorta di seconda vita, un'esistenza di riserva dove si arroga il diritto di vivere la sua esistenza sottostando solo alle proprie regole e alle proprie decisioni, non facendosi più scrupoli. La sua classe di letteratura inglese diventa un campo di battaglia per studenti svogliati, mentre si trasforma in un'esperienza magnifica per quegli studenti veramente interessati alla materia, che subiscono il fascino del professore e della sua rinnovata passione.

Proprio per questa sua natura volta a cogliere il proverbiale attimo Arrivederci Professore viene spesso (anche fin troppo, forse) associato a L'attimo fuggente, con il tanto amato Robin Williams. Questo non solo perché il carpe diem sembra essere l'elemento fondante di entrambe le pellicole, ma anche perché c'è un'ambientazione – quella del college tipicamente inglese – che richiama direttamente le atmosfere della pellicola sopracitata. Ma i richiami con L'attimo fuggente finiscono qui: a voler essere pignoli e un po' insolenti si potrebbe forse più correttamente dire che Arrivederci professore ribalta l'ottica del film con Williams. Se da una parte avevamo un professore che insegnava ai suoi studenti ad amare la vita e si concludeva con la morte di uno studente che aveva tutta la vita davanti ma non la forza per combattere per sé e per i suoi sogni, qui abbiamo un insegnante che non si cura di essere un modello e che ha pochissimo tempo davanti, ma una forza straordinaria per tentare di recuperare il tempo perso dietro stilemi dettati dalla società.

Perché è questo ciò che fa Richard: rendendosi conto che la sua vita è agli sgoccioli e che le cure gliela potrebbero accorciare quel tanto che basta per rendere i suoi ultimi giorni un vero e proprio incubo, il personaggio di Johnny Depp decide invece di buttarsi a capofitto nelle sue ore, inondandole di alcol, di esperienze e di tutto ciò che non ha mai avuto il coraggio di fare: tradire sua moglie, danzare con una studentessa, fumare erba in classe e cacciare via gli studenti che nel suo corso di laurea stavano solo perdendo tempo per un motivo non meglio specificato. Ne emerge così una figura estremamente affascinante, che irretisce proprio per la sua mancanza di confini e di freni, che si palesano solo quando in gioco entra Olive (Odessa Young), sua figlia, che Richard cercherà di proteggere costantemente da qualsiasi cosa, persino dalla sua malattia.

Il film – che continua ad essere primo al botteghino a una settimana dall'uscita – deve comunque buona parte della sua riuscita da un lato al tono scanzonato con cui viene trattato un tema tanto delicato come quello legato al cancro, dall'altro all'interpretazione di Johnny Depp che, messi da parte i suoi problemi personali legati a un divorzio sempre più vergognoso, si dedica totalmente alla costruzione del suo personaggio, conferendogli sorrisi timidi e sguardi affettuosi, contrapposti ad un cinismo di fondo che arrivano a spezzare il cuore del migliore amico (Danny Houston) e a irretire giovani studentesse e ad aprire una breccia anche nel cuore ormai granito della moglie adultera (Rosemary DeWitt).

Il risultato è una pellicola che diverte e che non scade mai nei troppo facili ricatti emotivi,costringendo lo spettatore a disperarsi per il destino crudele che attende Richard alla fine del racconto, scandito in cinque capitoli che preparano chi è seduto in poltrona a quello che vedranno, man mano che il film avanza. Nonostante la trama e la presenza di un tumore allo stadio terminale, la cosa più incredibile di Arrivederci, Professore è il fatto che sia un film che, incredibilmente, diverte.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
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