Dark Places
Dark Places

Dark Places, la recensione


Charlize Theron protagonista di un thriller in cui cerca di scoprire la verità sullo sterminio della propria famiglia. Tensione e suspense in una storia che non spicca per originalità.
Voto: 6/10

Dopo aver vestito quest'anno i panni della guerriera Furiosa in Mad Max: Fury roadCharlize Theron ritorna al cinema come protagonista del thriller Dark Places – Nei luoghi oscuri. Scritto e diretto dal francese Gilles Paquet-Brenner (La chiave di Sara), il film è tratto dall'omonimo romanzo di Gillian Flynn, che sta diventando una delle autrici più corteggiate da Hollywood: lo scorso anno infatti il suo romanzo L'amore bugiardo-Gone girl è diventato un apprezzatissimo film, mentre è in fase di sviluppo un suo progetto per uno show tv.

La protagonista di Dark Places è Libby Day, unica sopravvissuta, quando era bambina, al massacro della madre e delle due sorelline nella loro fattoria in Kansas. La piccola Libby riesce a scappare e accusa degli omicidi il fratello maggiore Ben, già sospettato di molestie sessuali e di attività legate al satanismo. Ben viene condannato a quasi trenta anni di carcere, mentre Libby diventa un'adulta solitaria e indurita dai fantasmi del passato. Un giorno Libby viene contattata da Lyle Wirth (Nicholas Hoult), membro di un gruppo di investigatori amatoriali denominatisi "Kill Club"; rimasta a corto di soldi, Libby accetta la proposta di rimettersi a investigare sugli omicidi e capire se Ben sia veramente il colpevole. La protagonista deve quindi, come suggerisce il titolo, addentrarsi negli angoli più oscuri e remoti della propria memoria per scoprire la verità su cosa accadde quella notte.

La storia viene così raccontata con un'alternanza tra passato e presente: alle indagini di Libby si intrecciano episodi della sua infanzia, le difficoltà economiche della madre single Patty (Christina Hendricks), le turbolenze dell'adolescente Ben.

I personaggi usciti dalla penna di Gillian Flynn sono sempre caratterizzati da un'ambiguità che rende tutti sospetti, ciascuno a suo modo colpevole che si tratti di delitti o menzogne; inoltre, qui come già in Gone girl, si mette in luce una certa fascinazione morbosa per il crimine, soprattutto a livello mediatico.

Charlize Theron (anche produttrice del film) ha già dimostrato nella sua carriera di apprezzare i personaggi di donne dure, solitarie, senza concessioni al glamour o al sentimentalismo: qui la sua Libby è caratterizzata dai pugni stretti in tasca e dal cappellino da baseball sempre calcato sulla testa, ma, a parte questo, sappiamo poco su chi sia davvero questa donna, sulla sua vita dopo il massacro, sulla vera motivazione, a parte quella economica, che la spinge ad aprire le porte sul proprio passato. Il cosiddetto Kill Club, così come il personaggio di Nicholas Hoult, non vengono approfonditi a sufficienza da giustificare tale coinvolgimento nella storia. Anche il discorso del "sangue" enunciato dalla protagonista, ovvero una propensione al male congenita ed ereditaria nella propria famiglia, resta un po' in sospeso senza diventare una tematica portante come era forse nelle intenzioni.

I flashback mostrano invece un ritratto della famiglia Day, toccando i temi della povertà, dell'abuso, dell'abbandono, raffigurando anche un certo ambiente di provincia rurale, vittima del pettegolezzo e dei pregiudizi; il filone legato alla paura per il satanismo giovanile è stato peraltro più volte trattato anche dal cinema (per esempio era al centro del recente Devil's Knot).

Dark Places è fondamentalmente un giallo che segue la protagonista nelle sue indagini secondo un percorso piuttosto classico, con la suspense prima di arrivare alla verità, macchiata in qualche punto da alcuni passaggi più sbrigativi e meno plausibili; mette da parte alcuni spunti che l'avrebbero reso più originale.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
Dark Places – Nei luoghi oscuri
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