Disoccupato in Affitto: la Recensione

Disoccupato in Affitto è l’ultima fatica di Luca Merloni, già autore di molti cortometraggi e documentari, il più delle volte sociali, proprio come quest’ultima sua opera. Girando nove città, l’attore Pietro Mereu cerca disperatamente lavoro e si traveste da uomo-sandwich, portando un cartello con la scritta “Disoccupato in Affitto“. L’attore si propone alla piazza come lavoratore in affitto disposto a fare qualsiasi cosa pur di avere uno stipendio :da Roma a Milano passando per Verona e Genova, fino a Bologna per poi arrivare a Firenze, Lecce, Napoli e Cagliari, Il tutto con un’ottima colonna sonora, firmata The Niro.

Utilizzando in modo ineccepibile l’ironia , grazie anche all’abilità di Pietro Mereu, Disoccupato in Affitto mostra la realtà italiana del mondo del lavoro, una realtà ben peggiore di quella propinataci dai media: ciò si può ben vedere dalla disperazione condivisa con altri disoccupati che si trovano a cercar lavoro a 50 anni, senza mai ricevere risposte positive. Tra gli intervistati possiamo trovare tantissime analisi politiche molto superficiali ma sicuramente mosse da rabbia e rassegnazione per questa situazione che ormai sta peggiorando sempre più. Troviamo, infatti, una vera e propria massificazione delle idee che si muovono sui stessi luoghi comuni, dal malgoverno alla casta dei privilegiati.

La telecamera poco invasiva utilizzata dal regista Merloni ha permesso di captare la realtà così com’è (proprio come il “Cineocchio”, teoria cara ai russi futuristi degli anni 20) e ciò ha riscontro proprio nelle risposte dirette e senza filtro degli intervistati. Proprio per mantenere questa verità, il duo Merloni-Mereu si fermava massimo due giorni in ogni città affinché avessero poca esposizione e per non stare sulla bocca di tutti (anche se, come ci dice il regista, ciò a volte non è bastato perché a Lecce il giorno dopo il loro arrivo già c’era un articolo su un giornale locale).

Il documentario Disoccupato in Affitto riesce a strappare tanto un sorriso quanto un brivido lungo la schiena. Il disagio sociale portato dalla mancanza di lavoro ci viene mostrato perfettamente e senza alcun filtro tra realtà concreta e realtà filmica. Sebbene la simpatia e la schiettezza di Mereu siano due qualità molto importanti in questo film, la situazione mostrataci è decisamente triste e maliconica.