Dolceroma
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Dolceroma, la recensione


Anche se le intenzioni iniziali del regista non erano quelle di raccontare in chiave satirica il mondo del cinema italiano di stanza a Roma, il risultato globale del film sembra invece indicare questa opzione come quella più vincente.
Voto: 6/10

Andrea è un giovane ragazzo che sogna di sfondare nel mondo dell'editoria e, mentre cerca di ultimare il suo primo romanzo, lavora nell'obitorio come assistente. Il ragazzo vive la sua vita in solitudine dentro le quattro mura del suo appartamento ma un giorno, grazie al volto di una giovane attrice e a qualche chiacchierata con alcuni membri della camorra, arriva quell'ispirazione che tanto aspettava e riesce ad ultimare il suo libro. Inaspettatamente nel giro di poco tempo viene convocato da un produttore cinematografico a Roma affinché ceda i diritti del suo romanzo per la realizzazione di un film. Roma però è una trappola senza scampo e il timido Andrea non sa che cosa lo stia veramente aspettando.

Fabio Resinaro si separa temporaneamente dal collega Fabio Guaglione (insieme avevano firmatoMinecon Armie Hammer) per dirigere questa action-comedy ambientata tra Roma e Praga con protagonista Andrea, interpretato da Lorenzo Richelmy. Il personaggio di Andrea dovrà fare i conti con i capricci di un produttore cinematografico (Luca Barbareschi) e di tutta la crew che lo circonda affinché si possa ricavare il più possibile dal film che stanno per girare così da non ledere la nuova credibilità ottenuta da Andrea. I problemi però non tardano a mancare e le difficoltà si faranno sentire fin dalle prime fasi della produzione del film.

Anche se le intenzioni iniziali del regista non erano quelle di raccontare in chiave satirica il mondo del cinema italiano di stanza a Roma, il risultato globale del film sembra invece indicare questa opzione come quella più vincente. Il personaggio di Andrea dopo la prima parte del film perde d'efficacia diventando quasi più una marionetta che un vero e proprio protagonista. Sono le vicissitudini che si scatenano e che fanno da contorno al film gli elementi più interessanti e comici diDolceromache, con un linguaggio molto lontano da quello che il cinema italiano ci ha abituati, racconta e soprattutto mostra le congetture che si instaurano tra i personaggi. Fabio Resinaro ha dichiarato infatti che è l'intrattenimento l'elemento che lui solitamente sceglie di adottare immediatamente per raccontare una sceneggiatura; tutti devono essere in grado di apprezzare un film, non solo gli addetti ai lavori e, infatti, Dolceroma non annoia ma cattura l'attenzione.

Apprezzabile Lorenzo Richelmy nel ruolo di Andrea ma l'abilità e la credibilità di Luca Barbareschi oscurano completamente tutte le altre performance, anche se riuscite, degli altri attori per fare spazio all'immenso ego del produttore cinematografico Oscar Martello che, come unico obiettivo, vuole assolutamente che il film incassi molto al botteghino, non importa se il prodotto sia di discutibile pregio.

Anche se avvincente e interessante, i tanti eventi che hanno luogo in Dolceromaconferiscono molta più importanza all'elaborata e originale trama più che ai personaggi che stanno vivendo quegli avvenimenti.

Valutazione di redazione: 6 su 10
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