Fino all'ultimo indizio
Fino all'ultimo indizio

Fino all’ultimo indizio, la recensione del thriller con Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto


Due detective si trovano a indagare assieme su una serie di omicidi che terrorizzano la città di Los Angeles all'inizio degli anni '90, in un thriller psicologico che riunisce nel cast tre attori premiati con l'Oscar.
Voto: 6/10

Fino all'ultimo indizio, nuovo film in uscita su tutte le principali piattaforme digitali, racconta la caccia a un serial killer attraverso le indagini di due poliziotti: Joe "Deke" Deacon (Denzel Washington) è un vice sceriffo della Kern County (California) che viene mandato a raccogliere delle prove a Los Angeles, la città in cui aveva lavorato per anni, in passato, come detective. Arrivato sul suo vecchio posto di lavoro, Deke viene a sapere di una serie di omicidi che stanno terrorizzando la città, su cui stanno indagando i suoi colleghi, guidati dal Sergente Jim Baxter (Rami Malek), giovane e ambizioso detective del Dipartimento. Quando Deke nota alcune somiglianze fra questi delitti e un suo vecchio caso irrisolto, decide di fermarsi in città e collaborare ufficiosamente all'indagine.

Regista e sceneggiatore del film è John Lee Hancock (Saving Mr. Banks, The Founder), che covava questo progetto da quasi trent'anni e che, dopo i rifiuti di nomi anche importanti (Spielberg e Eastwood tra gli altri) ha infine deciso di dirigerlo lui stesso: ecco il perché dell'ambientazione nel 1990, il che vale a dire telefoni a gettoni al posto di cellulari e internet, e una caccia all'uomo che non può contare quindi su tutte le moderne tecnologie che oggi siamo abituati a vedere in azione, specialmente nel genere poliziesco. 

Fino all'ultimo indizio quindi parte come un classico giallo i cui protagonisti devono cercare di risolvere un crimine, ma con il procedere della storia l'attenzione si focalizza maggiormente su ciò che circonda l'indagine stessa, tra ossessioni che stravolgono la vita e fantasmi legati al passato: tutta la parte relativa agli omicidi è fatta di indizi e dettagli mostrati in maniera a tratti confusa e sommaria, elementi che sembrano voler catturare l'attenzione dello spettatore ma che poi la trama non approfondisce; il film invece preferisce prendere la strada del thriller psicologico, specialmente nella contrapposizione tra i due personaggi principali, l'uomo solitario e ammaccato dalla vita e il giovane collega dall'aspetto tirato a lucido, con la bella casa e la famiglia perfetta.

C'è poi un altro personaggio importante nella trama, quello interpretato da Jared Leto: il suo ruolo però, che dovrebbe essere quello su cui si carica gran parte della suspense, è tutto giocato sull'ambiguità e sul mistero, ma risulta in qualche modo un'occasione mancata, che avrebbe avuto bisogno di qualche elemento in più per renderlo davvero memorabile.

 Il film si affida dunque ad alcuni elementi tipici del genere thriller con l'ambizione di sublimarli in un racconto più interiorizzato, che punta a scavare nell'animo umano per rivelarne i lati più oscuri, ma in certi punti non riesce a decidere quale dei due aspetti privilegiare: la storia si perde un poco tra flashback, cambi di tono, e qualche passaggio volutamente criptico.
Fino all'ultimo indizio trova il suo valore soprattutto nelle atmosfere, in una Los Angeles parzialmente inedita ripresa soprattutto nella luce fredda e livida della notte, nel cast prestigioso e nelle musiche del veterano Thomas Newman.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
Fino all’ultimo indizio
Impostazioni privacy