For the People
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For the People, recensione della serie con Regé-Jean Page prodotta da Shonda Rhimes


For the People è un legal drama a marchio Shondaland, andato in onda in USA per due stagioni, che racconta le imprese di un gruppo di giovani e tenaci avvocati, tra cui la futura star di Bridgerton.
Voto: 6/10

Tra le serie finora inedite che debuttano in Italia questa estate, arrivano su TIMVision le due stagioni complete di For the people, un legal drama prodotto dalla potentissima Shonda Rhimes, regina della fiction statunitense, che adesso può forse godere di una riscoperta tardiva; questa serie, sebbene infatti non abbia riscosso lo stesso successo di altri prodotti a marchio Shondaland, ha comunque contribuito a lanciare la carriera di uno dei suoi giovani protagonisti, Regé-Jean Page, qui nei panni dell'avvocato ambizioso, seduttore e un po' sbruffone Leonard Knox: proprio dopo aver lavorato con lui per questa serie gli stessi produttori, che si apprestavano a realizzare Bridgerton, hanno pensato a lui per il ruolo del Duca di Hastings che gli avrebbe portato la fama mondiale. 

For the people è ambientata a New York, e segue le vicende di alcuni neo avvocati, suddivisi tra difensori d'ufficio e pubblici ministeri tra i quali, oltre al già citato Page, troviamo anche Britt Robertson (Tomorrowland, Big skies), Susannah Flood (Law&Order, Life&Beth), Jasmine Savoy Brown (The Leftovers, Yellowjackets), Ben Rappaport (The good wife, Mr.Robot) e Wesam Keesh (Law&Order): giovani donne e uomini che iniziano a farsi strada nel mondo del lavoro e per estensione nella vita adulta, imparando così a gestire difficoltà e responsabilità anche legate alla loro età; all'interno dei due gruppi troviamo naturalmente rappresentati caratteri e atteggiamenti diversi, da chi è più ingenuo, idealista e anche un po' impacciato, a quelli più cinici, ambiziosi e inflessibili, i quali fanno capo ai rispettivi responsabili, interpretati da Hope Davis e Ben Shenkman, gli avvocati più maturi e navigati che fanno da guida e mentore ai ragazzi, mentre a offrire perle di saggezza ci pensa ogni tanto anche il giudice Byrne (Vondie Curtis-Hall). 

La struttura della serie è piuttosto basica, per cui in ciascun episodio i protagonisti affrontano nuovi casi, da quelli più seri e drammatici a quelli dal tono più leggero, storie che sembrano spesso ispirate a veri fatti di cronaca e toccano una varietà di argomenti e tematiche, dalla politica all'attualità, dalle crisi famigliari alla lotta per l'ambiente e così via, il tutto ovviamente parecchio semplificato per far rientrare in una quarantina di minuti processi che nella realtà durerebbero molto di più.

Nell'esposizione e preparazione dei casi ci si concentra spesso sulla componente umana, con gli avvocati che spesso non possono fare a meno di sentirsi emotivamente e, a volte, personalmente coinvolti nelle vicende di cui si occupano, e dunque la serie riguarda anche, in parte, le vite private dei protagonisti, anche se da questo punto di vista (nonostante ne avrebbe il potenziale, con un cast di protagonisti giovani e di bell'aspetto) non lascia mai che sia il versante sentimentale a prendere il sopravvento, limitando al minimo gli intrecci romantici.

For the people è quindi un procedural vecchio stile, sia nella forma che nei contenuti, che punta su toni riconoscibili e facilmente assimilabili anche da un vasto pubblico, affidandosi a una serie di volti emergenti, quasi tutti ancora in attesa della definitiva consacrazione.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
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